Articolo di Antonio Spanò Greco
Così come il famoso carnevale di New Orleans (a cui si sono ispirati per il nome) è un caleidoscopico evento di colori ed energia, anche la musica dei Mardi Gras propone un variegato incontro tra stili, ispirazioni, influenze e sensibilità artistiche che, nel loro ultimo lavoro in studio Playground, colpisce l’ascoltatore sin dal primo ascolto.
Terzo album in quasi dieci anni di attività per questa band, romana di origine ma con solide radici nella musica irlandese e americana. Ideato come concept, è costruito sull’evoluzione umana con le sue vittorie e le sue sconfitte, i giorni felici e quelli meno allegri, i momenti condivisi e quelli vissuti con te stesso. Disco suonato ottimamente dai sei musicisti, canzoni curate in ogni particolare e masterizzate nei famosi studi di Abbey Road da Simon Gibson, prodotte dalla Et-Team per l’etichetta discografica Aerostella/Fermenti Vivi.
La band è composta da Claudia Loddo alla voce, Andrea Casini al basso, Fabrizio Fontanelli alla chitarra acustica, Mauro Lopez alla batteria, Alessandro Matilli al piano e alle tastiere e Simone Sammarone alla chitarra elettrica.
Di seguito quattro chiacchere scambiate con Fabrizio autore di quasi tutti i brani.
Ciao Fabrizio dimmi 3 nomi 3 che ti hanno influenzato
Le mie influenze vanno indietro nel tempo, ai primi dischi ascoltati… direi Dylan che ha giocato un grande ruolo, come lo Springsteen di “Nebraska”, per il modo di scrivere semplice e potente… poi aggiungo i Waterboys, un album come “This is the sea” mi ha veramente portato in altri luoghi.
Soddisfatto del disco?
Si siamo molto soddisfatti, sia io che la band, è un album fortemente voluto e desiderato, avevamo urgenza di raccontare questo viaggio dell’uomo in 14 capitoli, dalla nascita e dal primo bacio, forse il più bello che ricevi, fino ad esplorare il dark side dell’uomo, come in “Painlover” influenzata da “Dr Jekil e Mr. Hyde”, o in “Kiss the night” dove il maschio è un orco che usa violenza sulla partner. In mezzo ci sono sogni, desideri, bilanci sulla propria vita, brandelli di esistenze in cerca di via di uscita e molto altro. Un vero viaggio sonoro con al centro quello che siamo senza mezzi termini.
Progetti futuri?
Suonare live il più possibile e vedere dove ci porterà. Ormai il disco non appartiene più a noi, ma a chi l’ascolta e gli darà casa offrendogli un’opportunità per farlo crescere e svelarlo a tutti noi.
Ultimi dischi ascoltati?
“Capolavoro” di Pino Marino, un grande disco d’autore, l’ultimo di Mundy che è anche nostro ospite nel disco in “Road song” e uno dei live di Elvis, periodo Las Vegas 1971.
La tua personale opinione sui locali dove si suona live
Dall’Irlanda, dove ci siamo recentemente esibiti, abbiamo portato l’attenzione delle persone e il modo in cui si rapportano alla musica live. Ricordo alla prima data a Boyles a Siane, una signora che si è avvicinata alla fine di un brano per complimentarsi, darci suggerimenti dove andare a suonare e raccontarci del suo legame con il nostro paese. Un live è occasione di incontro e racconto. Molto bello. Per quanto riguarda l’Italia vedremo come sarà accolto e dove andremo a proporlo. Se club o teatri, o entrambi. La situazione è nota ma non demordiamo, abbiamo voglia di girare e portarlo ovunque.
Come scrivono i Mardi Gras sul loro sito, il gruppo ha voglia di raccontare storie, sentimenti, movimenti dell’anima, con 14 canzoni per un’ora di musica: 14 spaccati di vita, emozioni e situazioni, dove spicca la voce di Claudia autrice in solitaria di un paio di brani: “Another place”, struggente ballata e “Are we ready for the sun?” ritmo accattivante e chitarre in evidenza. Ci sono brani intimisti come “Alys”, sognanti come “I say yes”, rockeggianti come “Never” e seventies come “Painlover”, folk irlandesi come “Road Song” con la partecipazione di Mundy e la stupenda “Kiss the Night”, la mia preferita, insieme a “Before I die”, piano e voce incantevoli.
La curiosità di vederli dal vivo,toccare con mano la loro classe è crescente; spero di soddisfare alpiù presto tale voglia; come proposta musicale sono molto apprezzati anche all’estero, specialmente in Irlanda, dove da poco hanno portato a termine un tour. Consiglio l’ascolto agli amanti delle sonorità folk pop irlandesi, ma non solo. Ognuno di voi può trovare qualcosa che apprezza a seconda dei propri gusti preferiti.
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