R E C E N S I O N E
Articolo di Aldo Pedron
Joseph Parsons è un musicista americano originario di Philadelphia. Dal 2007 vive nel nord Europa, nel nord est della Germania, nella cittadina tedesca di Parchim nella regione Pomeriana Anteriore con la moglie e figli in una casa della fine del 16°secolo facendo spola di tanto in tanto con Berlino. Al suo attivo un lungo curriculum che lo vede protagonista con numerosi album a suo nome, At Mercy’s Edge è il suo 14° disco. Ci sono inoltre ben 6 album dal vivo, oltre 10 incisioni a capo di differenti formazioni come gli U.S Rails, Hardpan e 4 Way Street e ben tre lavori come Parsons-Thibaud in duo con l’amico e collaboratore americano Todd Thibaud. Un cantautore e rocker che porta in musica sensazioni e stati d’animo diversi, frutto di una profonda sensibilità. Dal 2008 ha una formazione stabile che, pandemia permettendo, lo accompagna girando in lungo e in largo l’Europa e il Regno Unito. Oltre allo studio di registrazione creato a casa sua nel 2017 registra molto dal vivo durante i vari tour europei (nel 2019 per esempio in Germania e Italia stessa).
At Mercy’s Edge (il titolo sta a significare ai margini della misericordia) registrato in Germania e Slovenia è una sorta di inno per liberarci dalla quarantena (nei testi) ed una musica sempre assai dinamica, intensa, inebriante con profonde ballate e ritratti e ritmi urbani. Della sana musica rock, folk-rock con 10 brani scritti e arrangiati dallo stesso Joseph Parsons senza voler scomodare troppo i paragoni o le affinità di grandi artisti come Tom Petty, John Cougar Mellencamp, Bob Seger, Neil Young, Mark Knopfler, Bruce Springsteen. La band “transatlantica” che include musicisti statunitensi e tedeschi ed al suo fianco da tempo è costituita da Ross Bellenoit (chitarra elettrica, piano, mellotron, percussioni e voce), Freddi Lubitz (basso, chitarra, voce), Sven Hansen (batteria, percussioni, voce) e lo stesso Joseph Parsons voce solista, chitarre acustiche, percussioni.
L’iniziale Green On Fire è un forte richiamo contro le guerre e l’ignoranza ambientale che distrugge il pianeta con echi alla Bruce Springsteen, One More una ballata lenta d’atmosfera cantata per l’occasione da Emily Ana Zeitlyn mentre Trouble Zone un rock elettrico deciso e di sostanza e la voce alla Neil Young. Changes Everything probabilmente il suo pezzo migliore dell’album, dura, tirata, corposa, un rock splendido di sicuro spessore e che lascia il segno e sonorità alla Mark Knopfler.
Bob Dylan è sicuramente un’altra grande influenza nella scrittura di alcuni brani. Mule Train con l’aggiunta dell’organo Rhodes di Adam Fisher, la chitarra distorta che crea atmosfera e i cori di Emily Ana Zeitlyn ha ritmi sincopati, frizzante e divertente con tanto di percussioni. Assai presenti per tutto il disco i timbri distorti della chitarra solista Ross Belenoit e il basso di Freddi Lubitz suonato con maestria assoluta. Madness è un blues sudista tribale che ricorda le sonorità alla Sonny Landreth e la chitarra in grande spolvero. Nerve (folk) un brano che lo riporta alla nostalgia della sua America. Joseph Parsons rivela le proprie radici folk, blues, country, influenzate dalla musica d’autore. Living With The Top Down è una sorta di flamenco influenzata dal periodo trascorso da Joseph Parsons nella California del Sud o i suoi avventurosi viaggi a Tijuana e Rosalita Beach in Messico ed ha i suoni della chitarra Twang mentre la finale Mercy’s Edge che dà il titolo album è una nostalgica ballata europea, irlandese. Un album diversificato ma coerente, variopinto, sonorità elettriche assai piacevoli, classe e raffinatezza nelle composizioni. Un disco dal giusto groove che cresce dopo ripetuti ascolti.
Tracklist:
- Greed on Fire
- Changes Everything
- Nerve
- Madness
- Trouble Zone
- Last One In
- One More
- Living With The Top Down
- Mule Train
- Mercy’s Edge
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