R E C E N S I O N E
Recensione di Andrea Notarangelo
Ritorna il Damon Albarn solista a sette anni di distanza da “Everyday Robots”, disco che stupì per l’ulteriore maturazione di un artista curioso ed eclettico. L’album si avvalse del contributo di Brian Eno, ma forse quest’influenza si è manifestata compiutamente sulla distanza. The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows, suona infatti molto Eno nell’approccio, seppur il disco sia un prodotto genuinamente Albarniano. L’omonima traccia di apertura, così come il titolo dell’intero album, è tratta da Love and Memory, una poesia di John Clare. Si citano fonti, purezza, lo scorrere del tempo, ma questo disco è tutt’altro che facile e il liquido presente è più simile all’acqua pesante, quella che per intenderci, viene utilizzata nei processi dei reattori nucleari. Più vicino alla fontana, più puro scorre il ruscello, canta Damon, in questa descrizione della vita che non fa sconti, che ti inganna e ti fa credere di essere immortale, presentando solo alla fine, un conto fin troppo salato (in the beautiful past left so desolate now when you’ve seemed immortal / Nel bellissimo passato che hai lasciato così desolato, proprio adesso che sembravi immortale).

The Cormorant è uscita direttamente dal repertorio dei Talk Talk, quelli sperimentali di album quali “Spirit of Eden” e “Laughing Stock” e, in questo senso, la canzone non ha nulla da invidiare al repertorio avanguardistico di fine Anni ’80 della band di Mark Hollis. Il pezzo successivo, Royal Morning Blue, rappresenta uno dei punti alti del disco, nel quale, sotto un tappeto sonoro decisamente elettronico, il cantante inglese sperimenta vocalizzi fino ad ora mai tentati. Forse è questa la vera novità di The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows, l’uso sapiente di una voce che sboccia in tutte le sue sfaccettature e si libera da un particolare timbro, talmente generazionale, da contraddistinguere l’epoca degli Anni ’90 e il Brit pop. Questa traccia si conclude con i versi Stay by my side at the end of the world / Resta dalla mia parte alla fine del mondo, una richiesta di amore e affetto definitivo in uno scenario apocalittico. La prima delle tre parti di questo disco si conclude attraverso Combustion, uno strumentale dall’incipit disarmonico che culmina con un piano che anticipa Daft Wader e Darkness To Light. Una menzione particolare è da riservare a queste due tracce centrali. Non è un caso siano state inserite nel corpo della nuova opera di Damon Albarn; trattasi infatti del culmine dell’esperienza che lo ha portato a realizzare un album di questa fattura. La prima è una canzone su uno stupido trampoliere e per il sottoscritto è la nuova End Of The Century di bluriana memoria, solo più matura e aggiornata al nuovo millennio. La seconda, è invece il trionfo della malinconia e della nuova poesia del prolifico musicista inglese: Dall’oscurità alla luce. Stelle satellitari frantumate in conga silenziose. Specchio rotto, carosello della mia vita, rifletti le particelle mentre cadono dall’oscurità alla luce.
Questo è probabilmente il nuovo corso per il quale ritengo necessario spendere alcune righe. I testi non sono più quelli adolescenziali e di sagace critica al perbenismo inglese, ora sono diventati molto più criptici e molto più in linea con uno dei miti di sempre di Damon Albarn, quel Syd Barrett che tanta influenza aveva avuto sulle prime composizioni dei Blur, quando ancora si facevano chiamare Seymour. Il Diamante dei Pink Floyd era un genio folle e come tale andava interpretato; forse Damon ha cercato proprio di ottenere questo effetto, scrivendo un album che rigetta l’easy listening. Il lavoro infatti, da orchestrale e ispirato ai paesaggi islandesi cari all’artista, si è trasformato in una riflessione sull’isolamento e le conseguenze del lockdown. Dopo Esja, uno strumentale che si conclude con onde del mare infrante su una spiaggia, ecco arrivare il primo singolo Polaris, una ricerca spasmodica di un punto di riferimento che possa guidare le vite stravolte di coloro che hanno perso la via maestra.
Tracklist:
01. The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows
02. The Cormorant
03. Royal Morning Blue
04. Combustion
05. Daft Wader
06. Darkness To Light
07. Esja
08. The Tower Of Montevideo
09. Giraffe Trumpet Sea
10. Polaris
11. Particles
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