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Alberto “Il Cala” Calandriello

Bruce Springsteen @ Circo Massimo, Roma – 21 maggio 2023

L I V E – R E P O R T


Articolo di Alberto Calandriello

Il concerto di Bruce Springsteen al Circo Massimo, dovessi e sapessi raccontarlo in pochissime parole, lo racconterei con la strofa di Letter to you: «Le cose che ho trovato attraverso i tempi difficili e i buoni, le ho scritte tutte con inchiostro e sangue. Ho scavato nel profondo della mia anima e ho firmato col mio nome vero e le ho inviate nella mia lettera a te».

Una sensazione, che accompagna da tempo le sue novità discografiche, è che sia il momento dei bilanci, dei rendiconti e, con calma e senza fretta, ma con la consapevolezza che siano inevitabili, degli arrivederci.

Non sarà un addio, perché, sempre citando un pezzo dal penultimo album, «Quando tutte le nostre estati saranno finite ti rivedrò nei miei sogni; ci incontreremo, vivremo e rideremo di nuovo», ma è innegabile che la Grande Storia Americana che Bruce più di ogni altro ha contribuito a cantare e raccontare stia arrivando alle pagine conclusive ed è giusto che nel farlo non si perda nemmeno una briciola di tutto il bello che c’è stato, nei precedenti capitoli.

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Bruce Springsteen – Only The Strong Survive (Columbia Records, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Alberto Calandriello

C’è un motivo principale per cui alle soglie dei 50 anni ho deciso di iscrivermi in palestra, 25 anni abbondanti dopo l’ultima volta in cui ci misi piede; un motivo che conta più del necessario dimagrimento e della volontà di rimettermi in forma. Il motivo è la doccia calda dopo l’allenamento. Non per motivi igienici eh, ho il vizio di lavarmi spesso, anche a casa, per carità. Il motivo è che quando entro in doccia dopo aver sudato l’impossibile, la sensazione che l’acqua mi lavi via sudore e soprattutto malumori assortiti è assolutamente impagabile; sto lì qualche minuto, che mi basta per spazzare via le tensioni e le preoccupazioni della giornata lavorativa ed esco dalla palestra stanco morto, ma sereno.

La musica soul mi fa lo stesso effetto. Ogni volta che ascolto uno qualunque dei tanti capolavori di questo genere musicale, arrivo al termine del disco che mi sento meglio, rilassato, a volte addirittura felice. Una sorta di allenamento dell’anima, che poi si conclude con un’onda positiva, che rende te stesso più pulito. Credo dipenda dalla massiccia presenza degli strumenti a fiato, che mi fanno pensare ad un soffio di vento, che con dolcezza e determinazione mi entri dentro e dia una rinfrescata al mio umore.

La notizia che Bruce Springsteen dedicasse un intero album (o è solo il volume 1?) alla sua riconosciuta passione per la musica soul è stata quindi per me una sorpresa emozionante, superata poi dalla scoperta che la scaletta fosse decisamente lontana dalle mie previsioni.

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Davide Pansolin – Veleno Sottile – La storia degli Screaming Trees (Tsunami Edizioni, 2022)

L E T T U R E / I N T E R V I S T A


Recensione di Alberto Calandriello

È uscito da qualche settimana, dopo una lunga gestazione, il libro Veleno Sottile – La storia degli Screaming Trees, volume unico, al momento, dedicato alla band di Ellensburg, scritto da Davide Pansolin ed edito da Tsunami Edizioni, “benemerita” casa editrice, da sempre attenta al mondo del rock in tutte le sue derivazioni, anche quelle più estreme.

L’autore è invece un sognatore vero, uno degli ultimi romantici, che crede alla diffusione e alla condivisione musicale e che da sempre si spende in prima linea in tal senso. Fanzinaro, speaker radiofonico e a capo di una piccola etichetta discografica per diversi anni (Vincebus Eruptum) Pansolin porta avanti ogni progetto con ostinato entusiasmo, finendo per coinvolgere chi lo segue. Della band in questione poi è sempre stato un fan e da appassionato musicale ha colto subito la sua importanza in quel panorama forse confuso e troppo affollato che si cela dietro il termine “Grunge”.

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Giancarlo Balduzzi – Il mondo visto da Disco Club (ilmiolibro – self publishing, 2021)

L E T T U R E


Recensione di Alberto Calandriello

C’è tutto un mondo qui, un mondo più bello, più sporco, più violento, più pacifico, più aereo, più colorato, più pericoloso, più amoroso del mondo in cui vivo. Qui ci sono la storia, la geografia e la poesia, e le innumerevoli cose che avrei dovuto studiare a scuola, musica compresa.” Sono parole di Rob Fleming, il protagonista dell’indimenticabile “Alta Fedeltà” di Nick Hornby, il proprietario di Championship Vinyl, negozio di dischi e centro di un mondo a parte, dove le vite, le storie, gli amori e le delusioni si intrecciano a base di rock e soul.

Impossibile non partire da qui, per parlare di un posto che a quel negozio assomiglia eccome, per quanto Genova non sia Londra, perché le vite, le storie e gli amori, se la musica è quella giusta, si assomigliano un po’ dappertutto. Disco Club è il negozio di dischi in attività più longevo di Genova, una vera e propria istituzione per locali e “foresti” (come i genovesi chiamano praticamente chiunque non sia ligure da almeno 3 generazioni), appassionati di tutte le età e soprattutto innamorati di musica.

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Counting Crows – Butter Miracle, Suite One (BMG, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Alberto Calandriello

La domanda che ogni fan dei Counting Crows si pone prima di ascoltare un loro nuovo album è sempre la stessa: Adam sarà riuscito a risolvere i suoi problemi di insonnia? Scherzi a parte, la tematica è frequente nei loro brani, al punto che lo stesso Duritz ci ha riso sopra nel concerto per i 20 anni di August And Everything After, durante Anna Begins (“fuck, I never sleep” esclama a metà canzone), ma soprattutto è segno di un costante conflitto interiore tra l’ambizione e la voglia di ritrovarsi. Se August nel 1993 era un esplicito tentativo di affermarsi ed avere successo (e le due cose non sempre vanno di pari passo), come cantavano nella hit Mr Jones (quando guardo la televisione voglio vedermi nello specchio che mi sorrido), tutta la loro carriera è stata un susseguirsi di questi due sentimenti, sognare di diventare famosi e temere che l’essere famosi peggiori noi stessi. Una carriera non certo prolifica, se si pensa che in 28 anni questo nuovo EP è solo l’ottavo album in studio e segna il ritorno della band californiana dopo Somewhere Under Wonderland del 2012. Quattro canzoni legate assieme in un’unica suite quindi, con un filo conduttore musicale che si trova nel pianoforte di Adam ed uno legato ai testi, che identificano i 20 minuti scarsi dell’EP come una lunga riflessione su sé stesso da parte di Adam, che ragiona sul suo essere uomo e rockstar, come spesso ha fatto.

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Roberta Finocchiaro – Save Lives With The Rhythm (Tillie Records, 2020)

R E C E N S I O N E


Recensione di Alberto Calandriello

Avevamo lasciato Roberta Finocchiaro, un anno e mezzo fa, mentre dalla copertina del suo Something True guardava lontano, nascondendo l’impazienza dietro lenti scure, ma abbozzando il sorriso di chi sa di avere le carte giuste da giocarsi ed il tempo dalla propria parte. L’artista catanese continua a stupire e a crescere, come dimostra Save Lives With The Rhythm pubblicato da poche settimane, per Tillie Records, l’etichetta di Simona Virlinzi. Un percorso di crescita e maturazione, che si accompagna al realizzarsi di tanti piccoli desideri che chi ama la musica come lei sicuramente ha coltivato dalla prima volta che ha preso in mano una chitarra.

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Re Jeremy, il malvagio – Riflessione sulla versione “uncensored” del video di Jeremy dei Pearl Jam

R E C E N S I O N E


Recensione di Alberto Calandriello

Dal 5 giugno sul canale youtube dei Pearl Jam è stato caricato il video “uncensored” di Jeremy, brano di Ten, album d’esordio della band di Seattle del 1991. Inizialmente non previsto come singolo, Jeremy divenne uno dei brani di maggior successo di Ten, dopo Alive e Even Flow che fecero da apripista, grazie alla prima versione del filmato e alla triste storia di cui tratta. Il video ufficiale venne pubblicato nel 1992, con la regia di Mark Pellington, ma alcune scene vennero tagliate e sono rimaste inedite fino alla scorsa settimana.

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Counting Crows – August And Everything After, finalmente pubblicata la registrazione ufficiale del brano inedito più famoso del gruppo

Articolo di Alberto “Il Cala” Calandriello

Pochi giorni fa, in esclusiva su Amazon Music, i Counting Crows hanno pubblicato una versione incisa di recente del loro brano inedito più famoso, specialmente tra i fan. Su questo pezzo, da anni si rincorrevano voci, teorie, bootleg introvabili e la registrazione dell’unica esibizione mai eseguita. August and everything after è il brano che avrebbe dato il titolo al loro disco d’esordio (uno dei migliori dischi di esordio degli ultimi 30 anni), che li avrebbe proiettati in un balzo ai vertici delle classifiche, grazie soprattutto al primo singolo Mr Jones.

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