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TOdays 2022, l’importanza di continuare a credere

L I V E – R E P O R T


Articolo di Claudia Losini, immagini sonore di Federico Cardamone

Anche quest’anno, a fine agosto, ci troviamo a fare i conti con l’estate finita, il rientro al lavoro, ma soprattutto a fare il resoconto del TOdays festival, che, da 8 anni a questa parte, ci accompagna verso settembre.
Cominciamo col dire che la line up di quest’anno è stata coraggiosa, con tanti nomi da scoprire durante il weekend, con Tash Sultana headliner il venerdì e FKJ il sabato, mentre il big di richiamo di questa edizione, i Primal Scream, sono saliti sul palco la domenica per un’unica data italiana celebrativa dei 30 anni di Screamadelica.
Ma, come è successo nel 2021, la scelta delle band non è casuale: nel rappresentare la contemporaneità e i suoni del futuro prossimo, anche questa volta Gianluca Gozzi ci sorprende e ci offre una selezione di musica di cui sentiremo parlare, e tanto, nei prossimi mesi.

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TOdays festival 2022 – Altro giro altra corsa (dal 26 al 28 agosto)

C O N F E R E N Z E


Articolo di Claudia Losini

Il video teaser presentato alla conferenza stampa parla chiaro: siamo pronti per un altro giro di giostra.
In un mondo che stava già vivendo una pesante crisi culturale, dove due anni di pandemia hanno quasi stroncato un settore, chi lavora per fare cultura non deve fermarsi, deve continuare a girare per creare una spinta positiva che non si limiti solo al puro intrattenimento commerciale.
Todays festival lavora da 7 anni per portare a Torino un’offerta musicale che non si limita alla moda del momento o al facile incasso, ma che ha l’obiettivo di educare il pubblico e far scoprire nuovi generi, nuove band, nuovi orizzonti. Anche quest’anno si cerca di superare i confini, con una celebrazione del presente che, affiancando nomi di livello internazionale come Primal Scream e Arab Strap a figure emergenti come Geese e Hurray for the Riff Raff, vuole dare spazio alla musica che verrà, spostare la centralità verso luoghi di confine, sperimentare opposti per generare nuovi equilibri.
E così per 3 giorni, dal 26 al 28 agosto, il palco di Spazio211 ospiterà artisti internazionali che rappresentano la diversità, la contemporaneità e il futuro.

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The Jesus And Mary Chain @ Alcatraz, Milano – 12 dicembre 2021

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Tra le band culto degli anni ’80, The Jesus And Mary Chain sono entrati nell’immaginario collettivo come i degni eredi dei Sex Pistols, per lo scompiglio che accompagnava i loro concerti, che spesso si concludevano tra risse, feriti e arresti. Nati nella periferia di Glascow da un’idea dei fratelli Jim e William Reid con Bobbie Gillespie, dei Primal Scream, alla batteria per un breve periodo, non hanno mai negato di ispirarsi a gruppi come Velvet Underground e The Stooges. Già con il primo album del ’84, Psychocandy, riuscirono ad attirare le attenzioni della critica, ma è con l’album Darklands del ’87 che si consacrano definitivamente come capostipite di un nuovo genere musicale, lo shoegaze, grazie alla capacità di fondere le melodie pop con le atmosfere decadenti, le chitarre distorte e i feedback.

La tappa milanese di dicembre ripropone proprio quello che è considerato il loro capolavoro assoluto, dieci canzoni che avrebbero ispirato nel decennio successivo altre band, come i My Bloody Valentine e gli Slowdive. La serata è di quelle fredde e il ritorno all’Alcatraz dopo quasi due anni scalda cuore e mani; la capienza, si sa, è ridotta, ma il pubblico sa come accogliere a dovere non solo gli headliners, ma anche chi li precede, il quartetto Rev Magnetic; i primi trenta minuti scorrono tra atmosfere sognanti e psichedelia.

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Bobby Gillespie and Jehnny Beth – Utopian Ashes (Sony Music, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Francesca Marchesini

Tell myself I can’t live without you
Am I really not that strong?

(Bobby Gillespie & Jehnny Beth, Remember We Were Lovers, 2021)

C’erano una volta Johnny Cash e June Carter, estremamente country e follemente innamorati; mezzo secolo più tardi, due europei dall’animo punk tentano – con successo – di riproporne stile e complicità attraverso un concept album sulla caducità della vita e dell’amore, sull’incomunicabilità e sulla lontananza. Stiamo parlando di Utopian Ashes, nuovo LP realizzato dallo scozzese Bobby Gillespie e la francese Jehnny Beth. Lui batterista dei The Jesus and Mary Chain ai tempi di Psychocandy e poi fondatore dei Primal Scream, lei attrice, scrittrice e cantante (solista e nella band Savages); i due formano la neonata coppia musicale che grazie all’aiuto di Johnny Hostile e alcuni screamers ha saputo dar vita a un album onesto, doloroso, spietato e al contempo consolatorio.

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