L E T T U R E


Articolo di Mario Grella

Non è facile scrivere di Anestesia di Fumettibrutti al secolo Josephine Yole Signorelli, come non lo sarebbe stato di una delle sue storie precedenti. Non lo è per la storia (molto facile ferire sensibilità diverse), poiché racconta una vicenda dolorosa ma anche liberatoria, l’intervento chirurgico che porta la protagonista Yole a “rientrare” nel suo vero sesso, quello femminile. Insomma una storia vissuta di transessualità e allo stesso tempo una tenera storia d’amore etero e omosessuale tra la protagonista e un uomo prima e una donna dopo. Ma paradossalmente non è questa la vera la difficoltà. La vera difficoltà consiste nel cercare di spiegare a chi legge, perché Fumettibrutti sia una delle più grandi fumettiste italiane e non solo. Il segno grafico di Yole è, per sua stessa ammissione (e anche con un po’ di compiacimento), apparentemente “brutto”. Le tavole, tutte in bicromia, più che essenziali sono scarne con una spiccata tendenza alla ricerca dell’effetto-squallore e non si tratta di un risultato facile da ottenere. 

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