L E T T U R E
Articolo di Simone Santi
INTRODUZIONE
Nella prima parte di questo articolo “a puntate” abbiamo iniziato col dare un primo sguardo al concetto di Europa, formatosi come concetto culturale dalla sensibilità e dall’opera di alcune generazioni di artisti che tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Settecento hanno dato forma ad un linguaggio fatto di valori estetici condivisi. Da queste premesse abbiamo visto come grazie a un italiano, il cardinale Mazzarino, e ad un balletto di corte concepito secondo i canoni dell’incipiente Barocco che si stava preparando nella nostra penisola, in Francia nasce l’immaginario che dominerà la corte di Luigi XIV e plasmerà l’assolutismo monarchico del giovane Re Sole – che sarà modello di ogni corte europea, informata sul Barocco trasversale italiano.
Se la nascita del melodramma viene generalmente fatta risalire alle opere di Claudio Monteverdi, il suo concepimento lo dobbiamo anticipare di qualche anno, nell’anno 1600, nella Firenze medicea. Qui un gruppo di umanisti, poeti e compositori stavano creando i canoni di una musica nuova: una musica in grado di dare risalto ai valori espressivi ed emotivi del testo poetico, un nuovo stile che, attingendo alla freschezza delle forme del canto popolare, sancisse l’abbandono della polifonia cinquecentesca in favore del canto a una sola voce, accompagnata da pochi strumenti. E’ proprio qui, a Firenze, in occasione del matrimonio di Maria de’ Medici col re di Francia Enrico IV, davanti allo sguardo della più alta aristocrazia europea, che per la prima volta va in scena il recitar cantando.
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