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Jeremiah Fraites @ OGR, Torino – 11.03.23 – La bellezza della musica senza tempo

L I V E – R E P O R T


Articolo di Claudia Losini, immagini sonore © Elisabetta Ghignone

Io, dei Lumineers, ricordo benissimo la loro prima hit assoluta, Ho Hey, con quel dolce ritornello che faceva “I belong with you, you belong with me/ You’re my sweetheart”. È stato quel periodo in cui il folk stava riscuotendo ampio successo: c’era Bon Iver, c’erano i Lumineers, i Mumford and Sons e gli Of Monsters and Men a riempire le nostre giornate con quell’indie folk, un po’ intimo, un po’ romantico, un po’ senza tempo.
Da quel periodo sono passati 10 anni e alcune di quelle band rimangono per me un bel ricordo di un passato recente ma ormai finito.
Quindi per me è stata una bella sorpresa scoprire che il co fondatore dei Lumineers Jeremiah Fraites ora vive a Torino, e che ha pubblicato un album solista, completamente differente da quel che mi sarei aspettata.

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Judith Owen – La Jessica Rabbit di New Orleans @ Salone Piazza Grande, Curio (Ticino, Svizzera) – 25 febbraio 2023

L I V E – R E P O R T


Articolo di Aldo Pedron

Judith Owen è nata il 2 gennaio 1969 a Londra. Cantautrice e pianista di origine gallese, la madre è di Kidwelly (sud del Galles) e il padre di Llanelli (Galles), un cantante nel coro del Covent Garden per 35 anni e cantante di musica operistica, lirica (si è esibito anche alla Scala di Milano). Judith esordisce con il suo primo album Emotions On A Postcard (Dog On The Bed Music) nel 1996. Famosa per il suo eclettismo e per la capacità di misurarsi con numerosi generi musicali, è stata avvicinata allo stile di Joni Mitchell, Carole King, Madelaine Peroux, Tori Amos. Con il marito e attore Harry Shearer (musicista, attore, regista, sceneggiatore, doppiatore, comico, nato a Santa Monica, da lei conosciuto a Londra e 26 anni più vecchio di lei) si trasferisce a Los Angeles, fondando l’etichetta Courgette Records nel 2005 con il suo manager Bambi Moe ed in seguito è co-fondatrice con il marito (sono sposati dal 1993) della Twanky Records. Dopo un album incentrato sulle sue sensazioni interiori, Ebb & Flow (2014) segue Somebody’s Child (2016) in cui Judith predilige temi legati alle sensazioni che accomunano tutti gli individui e fino al più recente Come On & Get It del 2022 (Twanky Records). Un’artista la cui gamma stilistica abbraccia rock, pop, classica, jazz, blues e teatro musicale, oltre ad essere anche un’attrice comica e una maestra narratrice. Nata in una famiglia gallese molto musicale, Judith Owen è cresciuta a Londra, circondata da musica classica, balletto, teatro e belle arti con le icone jazz e musical di Broadway che i suoi genitori amavano (la miscela sarebbe diventata il suo suono caratteristico). Con tredici album acclamati dalla critica, si è esibita in numerosi spettacoli dal vivo (mini-musical come li descrive lei) in luoghi iconici come il Ronnie Scott e la Royal Albert Hall di Londra e la Sydney Opera House, e le sue canzoni “cinematografiche” sono presenti in numerosi film e programmi TV. È spesso a Londra ma nel 2000 visita New Orleans e se ne innamora subito e ora ci vive in pianta stabile dal 2007 (spola Londra, New Orleans e mai più a Los Angeles).

photo © Vanni Slepoi
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L’arte della fuga – Spellbound Contemporary Ballet @ Teatro comunale di Vicenza – 25 febbraio 2023

L I V E – R E P O R T – D A N Z A


Articolo di Annalisa Fortin

Moving Souls, anime in movimento, sesta edizione del Festival Danza in Rete, promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio, si è aperto con una prima assoluta, andata in scena sabato 25 febbraio presso il Teatro Comunale di Vicenza, ovvero la nuova creazione di Spellbound Contemporary Ballet, firmata dal coreografo Mauro Astolfi: L’Arte della Fuga.

Chi ama il balletto, e in particolare il balletto contemporaneo, può approcciarsi alla visione di “L’arte della fuga” con un certo tipo di aspettativa. Mi sentirei di escludere che ne rimarrà deluso, a meno che quello spettatore non sia del tutto sordo alla sublime musica di Bach e all’originale proposta coreografica di Mauro Astolfi. Nel qual caso sconsiglierei anche la lettura di questa recensione. Il sold out registrato presso il maestoso Teatro Comunale di Vicenza mi dà ragione di ciò.

      

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Eagle-Eye Cherry @ Santeria Toscana 31, Milano – 21 febbraio 2023

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Se la musica ce l’hai nel DNA, non devi far altro che assecondarla: è stato così per suo padre Don, apprezzato trombettista jazz, per sua sorella Neneh, pioniera del hip hop al femminile e lo è anche per lui; Eagle-Eye Cherry, dopo una carriera nel cinema (per chi ha una certa età può ricordarlo nei film Nato il quattro luglio o The Doors e nei telefilm I Robinson e Miami Beach), era arrivato al successo con i singoli Save Tonight e Falling in Love Again, estratti dal primo album Desireless del 1997, prodotto interamente nella camera da letto, quasi in segreto fino al completamento. Un disco che lo aveva portato rapidamente al successo, conquistando un disco di platino e vendendo quattro milioni di copie in tutto il mondo, trampolino di lancio per il successivo tour con apparizioni anche al Festivalbar in Italia. Un esordio così dirompente da farlo notare anche a Carlos Santana, che lo aveva voluto come ospite nell’album Supernatural, zeppo di featuring di un certo calibro. Da allora lo avevo un po’ perso dal radar, gli album successivi non avevano avuto una grande risonanza come quello di debutto e, dal 1998 al 2022, il tempo sembra essere passato in un battibaleno, così quando ho visto che avrebbe suonato al Santeria mi sono detta:”perchè no?”, curiosa di vederlo di nuovo all’opera. In realtà, da quello che ho letto in giro, negli ultimi venticinque anni non è stato a girarsi i pollici, cinque album in studio, l’ultimo dei quali pubblicato lo scorso autunno, Back On Track, e uno dal vivo, più qualche apparizione in vari programmi e, soprattutto tanta musica dal vivo, fino al 2019 quando è stato costretto a fermarsi insieme al resto del mondo. Lo avevo già detto in precedenza, lo stop forzato poteva essere per tanti artisti la molla per tirare fuori nuova energia e così è capitato anche a lui, facendogli partorire le tracce del nuovo album e generando una voglia pazzesca di esibirsi di fronte al suo pubblico.

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Dawson / Duato / Kratz / Kylián @ Teatro Alla Scala, Milano, febbraio 2023

L I V E – R E P O R T – D A N Z A


Articolo di Annalisa Fortin

Se vi chiedessero che colore ha la purezza, cosa rispondereste? Probabilmente la maggior parte direbbe il bianco. Un candido e luminoso bianco.
È proprio una sensazione di purezza e di estasi quella che lascia Anima Animus, il balletto che apre lo spettacolo “Dawson/Duato/Kratz/Kylián” in scena in questi giorni al Teatro alla Scala.
Il sipario si alza su un palcoscenico colmo del fulgore di una luce bianca. Lo spettatore, inizialmente destabilizzato da una sorta di vertigine, si ridesta subito, percependo l’armonia e la raffinatezza che pervade l’intero teatro. E ne trae una sensazione benefica, ammaliante. Estasiante.
La musica è di Ezio Bosso, al cui concerto il coreografo David Dawson assistette a San Francisco, nel 2017, con un quaderno che riempì di idee. Ne emerse, dopo un lavoro intenso e frenetico di tre settimane, un capolavoro dall’ampio respiro e di estrema bellezza.
La conformazione della melodia, la complessità dei contrattempi, la frammentarietà della retrospezione immortalata in bellissimi effetti di controluce, mettono in risalto le esili forme di danzatrici che sembrano meravigliose libellule. Il quadro, dalla grande forza poetica, è arricchito dall’armonia degli interpreti maschili, splendidi e capaci partner nelle numerose prese previste dalla coreografia. Un lavoro delicato, virtuoso, umano e musicale. Quasi a ricalcare quanto scriveva lo stesso Bosso:“Mentre scrivo penso ancora e ancora a ciò che rimane e realizzo… che le registrazioni, i dischi, sono proprio una delle cose che restano. Spesso ciò che resta del suono, dell’idea, del tocco e soprattutto di un momento preciso della vita di un musicista, sono quelle fotografie.”

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Sigur Rós @ 3Arena, Dublino – 17 novembre 2022

L I V E – R E P O R T


Articolo di Sabrina Tolve

Nel febbraio di quest’anno, i Sigur Rós hanno prima celebrato sul loro sito i venti anni che ( ) avrebbe compiuto il 28 ottobre, e un paio di giorni dopo hanno annunciato il loro primo tour mondiale in quasi cinque anni, iniziato in Messico al Vaivén Festival, il 30 aprile.
Nello stesso comunicato, Jónsi, Georg e Kjartan hanno anche annunciato la scrittura e registrazione del loro prossimo album, dopo Kveikur del 2013.
I Sigur Rós ci hanno permesso di conoscerli ed ascoltarli tramite sette album acclamati e di grande successo, e hanno curato la colonna sonora di innumerevoli documentari e fiction.
La musica atmosferica ed eterea, la loro sensibilità sonora che si tende tra impalpabilità e post-rock ci rapisce ormai dal 1997, e fortunatamente non sembra voler arretrare d’un solo passo. Ho avuto l’opportunità di essere presente allo spettacolo del 17 novembre qui a Dublino, alla 3Arena, durante un concerto emozionante durato più di tre ore.

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Assalti Frontali @ Barrio’s Live, Milano – 7 dicembre 2022

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Gli Assalti Frontali rappresentano la storia della cultura hip hop italiana; sempre in prima linea da trent’anni, hanno pubblicato lo scorso luglio l’album Courage cui è seguito un tour promozionale, che il 7 dicembre ha fatto tappa anche a Milano. Per chi non lo conoscesse, il Barrio’s Live non è solo un locale per mangiare e ascoltare musica, ma un punto di riferimento per i ragazzi del quartiere Barona, periferia sudovest del capoluogo lombardo, che, come tante periferie delle grandi città è diventato crocevia di razze e culture. Fortunatamente però, laddove qualcuno scorge solo problemi e degrado, qualcun altro ha avuto la lungimiranza di andare oltre le apparenze e, a partire dal 1997, grazie a Don Gino Rigoldi e a Comunità Nuova, vede la luce il centro di aggregazione giovanile, una particolare costruzione in ferro a forma di fungo, che sovrasta piazza Donne Partigiane, impossibile non notarla per la bellezza dei murales. Poi, nel 2000, con il contributo di Fondazione Cariplo, Bpm e di 1500 volontari, è stato realizzato il Villaggio Barona, primo complesso di housing sociale che ospita persone in appartamenti con affitto calmierato: rifugiati politici, studenti, ex tossicodipendenti, ragazze madri e famiglie in difficoltà. Il fungo ospita non solo il Barrio’s Live, ma anche il Teatro Edi e il centro sociale, il tutto gestito dalla Onlus Gli Amici di Edoardo, che organizza laboratori teatrali, doposcuola, lezioni di musica, momenti di supporto psicologico e corsi per l’inserimento lavorativo dei ragazzi sotto i 19 anni. Per questo motivo non si poteva scegliere una location migliore per il gruppo di Militant A e Pol G, che dell’arteducazione hanno fatto la loro mission, promuovendo laboratori di rap nelle scuole delle periferie romane e a Bab et Tabbaneh, quartiere a 30 km dal confine siriano, per bambini rifugiati, in quello che è stato il progetto europeo Singing for Peace. Preceduti da una kermesse di giovani rappers, alcuni locali, altri venuti da fuori città a raccontare storie di droga, di facili cadute e difficili riscatti, come da copione nell’attuale scena rap milanese, con un linguaggio però un po’ troppo colorito per me che vengo dalla old school e vedo nella musica una occasione di inclusione e non di divisione; non vi nascondo che ho provato un certo ribrezzo nel sentire frasi del tipo “picchio quel frocio di Mamhood/lo riempio di lividi così lo lascio a terra nudo con i brividi“. La prima ora passa così, qualche spunto interessante di riflessione c’è, ma questa sera sono là per gli Assalti e, mentre dall’altra parte di Milano sfilano pellicce e abiti firmati per la prima della Scala, io aspetto con ansia di sentire cantare di grandi ideali e battaglie sociali.

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Daniele Silvestri @ Teatro Rendano – Cosenza, 5 novembre 2022

L I V E – R E P O R T


Articolo di Iolanda Raffaele

L’acrobata sul filo della cosa giusta.
Tra scenicità e musica, tra teatro e palco è apparso così Daniele Silvestri il 5 novembre scorso nella straordinaria location del Teatro Rendano di Cosenza per l’unica data in Calabria del tour “Teatri22”.
Ci ha abituato sempre a grandi sorprese, ma nei teatri ha portato sicuramente in scena l’idea della musica in costruzione, quella che immerge il pubblico in un’esperienza singolare, in cui le canzoni nascono in un istante e il concerto diventa l’occasione per far conoscere quelle già nate o per trovare nuovo materiale umano e nuova ispirazione.
Ci ritroviamo, perciò, a teatro in compagnia del cantante romano che, davanti ad uno scrittoio, immagina parole, butta giù testi, mette insieme frasi che sono già canzoni o lo diventeranno e si muove sulla scia del suo “immaginate che ci sia il pubblico davanti” tenendo vicino a sé una chitarra.
Ritorno artefice del mio destino e nel mio cuore non c‘è più nessuno, forse scrupoli” – queste sono le parole di una canzone nuova, “Scrupoli”, nella cornice di una vera e propria scenetta musicale perché come dice Silvestri “la scenetta è perché siamo a teatro, valeva la pena di fare, di ricreare l’ambiente in cui scriviamo le canzoni”.

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Rumba de Bodas @ Nidaba Theatre, Milano – 24 novembre 2022

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

La Milano Music Week si è conclusa da poco, tanti gli appuntamenti in giro per la città, ormai è una tappa fissa dei miei autunni meneghini nonché una ghiotta occasione per ascoltare e parlare di musica. Quest’anno ho scelto il Nidaba Theatre, un locale piccolino, ma che restituisce all’appassionato quella bella sensazione di vicinanza all’artista che negli anni, purtroppo, si è persa nella folle corsa a riempire gli stadi e nella ricerca ossessiva dei sold out. L’ho scelto perché volevo vedere dal vivo un gruppo bolognese che mi ha fulminato al primo impatto: i Rumba de Bodas, giunti al loro quattordicesimo anno di attività, nati da un incontro tra i banchi di scuola, come spesso accade. Da allora un’attività live quasi frenetica per non tradire il nome scelto, che in bolognese significa “fare casino”, portando, prima in strada e poi sui palchi in giro per il mondo, il loro mix esplosivo di generi musicali. Dopo l’attività di busking, in Italia e in altre piazze d’Europa, iniziano a fare le prime apparizioni in vari festival, il Boomtown Festival in Inghilterra, il Fusion Festival in Germania, il Cous Cous Festival in Sicilia, il Montreaux Jazz Festival in Svizzera fino al 2018, quando volano in Corea del Sud e in Russia.

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