L I V E – R E P O R T


Articolo di Arianna Mancini, immagini sonore di Antonio Viscido

Mi ero promessa di ritornare al Glue Alternative Concept Space di Firenze e l’ho fatto per una data del tour degli …A Toys Orchestra. A sei anni di distanza da Lub Dub sono tornati sui palchi per presentare il nuovo disco d’inediti: Midnight Again (recensione qui, intervista qui). Il loro ritorno è stato accolto con l’entusiasmo e l’affetto che meritano: quattro date tutte sold out, ed un locale nuovamente gremito chiude questa quinta tappa, palese dimostrazione di quanto siano mancati al proprio pubblico.
La serata è stata aperta dai fiorentini o:odal, progetto artistico dream pop elettronico, con alcuni brani del loro album d’esordio: Due Punti

Nel momento ideale in cui l’orologio segna la mezzanotte gli …A Toys Orchestra fanno il loro ingresso, zigzagando fra la marea di strumenti disposti sul palco e l’ondata di applausi. L’incipit ci stringe in un abbraccio nostalgico, portandoci a ritroso ai tempi di Butterfly Effect (2014) e Midnight Revolution (2011) e così Wake Me Up e Welcome to Babylon si palesano azzerando il tempo, come se questo non fosse mai trascorso. È una duplice accoglienza (“perché i concerti si fanno in due”) che riaccende una connessione che non si era, in realtà, mai spenta. È un saluto di riconoscimento e d’amore verso il proprio pubblico, prima di presentare i nuovi brani. Con Goodbye Day iniziamo l’immersione nel nuovo album, l’aria si elettrizza e fra Johnny Cash e Nick Cave che fanno la loro comparsa nel testo, “le gocce di pioggia che si trasformano in Talisker” e i palloncini colorati che vengono lanciati dal palco, entriamo nel vivo di questa mezzanotte. Le note virano poi su Miss U, che incarna uno struggimento difficile da definire, ma che sul palco si fa forma palpabile di malinconica mancanza, scandita da ogni singolo strumento, dai cori e dalla voce di Enzo Moretto che è ipnotica nell’esprimere il suo struggimento.

Sul palco con Enzo Moretto, carico di energia, emozione e talento, c’è come da sempre, il nucleo originario degli …A Toys Orchestra: Ilaria D’Angelis, che si snoda con classe e grinta fra tastiere, piano, chitarra, basso, cori e Raffaele Benevento, sempre impeccabile nel suo piglio da rocker, al basso, chitarra, tamburo e cori. Con loro, dopo il recente cambio di formazione, ci sono due nuovi membri polistrumentisti: Mariagiulia Degli Amori che vediamo muoversi con disinvoltura fra piano, tastiere, basso, batteria, cori e Alessandro Baris alla batteria, tastiere, chitarra e cori. Sulle note di Midnight Gospel sale sul palco Bruno Germano, il proprietario del Vacuum Studio di Bologna dove è stato registrato l’album (una preziosità analogica), che oltre ad aver registrato, mixato, prodotto, e suonato nell’album, per queste date live è pure il fonico e uno dei chitarristi della band. Resterà sul palco per questo primo set dedicato al presente, con i nuovi brani. Il senso di coralità e di pienezza strumentale si fa denso, nonostante manchino molti dei musicisti che hanno partecipato alla registrazione dell’album. Un concerto degli …A Toys Orchestra è un intenso rituale. Le loro esibizioni sono sempre molto articolate, dinamiche, imprevedibili. I musicisti, in un fluire creativo, si scambiano di ruolo, tutti suonano tutto senza tralasciare di coinvolgere il pubblico. Our Souls, dal vivo, è sangue distorto che pulsa e si espande nell’aria come una bomba, ballare è un imperativo imprescindibile.

Enzo Moretto, visibilmente emozionato, si prende poi del tempo per ringraziare il proprio pubblico, lo staff del Glue, tutti coloro che hanno reso possibile l’evento, come se fosse incredulo per l’accoglienza dell’album e che fossimo ancora lì ad aspettarli dopo tutti questi anni. Poi, Ilaria e Mariagiulia indossano gli occhiali da “So(u)l” ed è il momento di Life Starts Tomorrow, primo singolo con cui i Toys hanno annunciato il proprio ritorno. Altro tuffo nel passato con una doppietta micidiale: My Heroes Are all Dead e Invisible. Sì! Sono due brani simbolo, tratti rispettivamente da Butterfly Effect (2014) e Technicolor Dreams (2007). Riceverli così, dal vivo, dopo tanto tempo, uno dopo l’altro è un’emozione molto forte. Classico immancabile rituale con Invisible: una leggera base musicale, Enzo che ci guarda, tende le braccia verso di noi, che iniziamo a cantare: “I can’t believe! I can’t believe! I can’t believe!”, più volte. È passata la mezzanotte, ed è come se fossimo a casa. Di nuovo a casa. Torniamo poi a Midnight Again con un’altra doppietta scioglicuore: Hallelujah e Take me Home, ebbene sì gli …A Toys Orchestra hanno proprio deciso di farci finire sull’alta tensione delle emozioni, e non abbiamo nemmeno il paracadute! Siamo alla fine e planiamo così, in caduta libera su Look in Your Eyes, che come ogni chiusura da ricordare lo fa coinvolgendoci nel suo crescendo, che sembra non finire mai, e che culmina in un’esplosione di magma sonoro e cori.

Gli applausi continuano finché i musicisti non tornano sul palco per il bis: un viaggio a ritroso di quattro brani, è il tempo della nostalgia. Si inizia con Midnight (R)Evolution che ad un certo punto ospita un lungo assolo di Alessandro Baris alla batteria supportato da Raffaele Benevento alla grancassa posta fronte palco, ed il finale cantato a ripetizione dal pubblico. L’immancabile Celentano, Powder on the Words ed sempre un momento speciale cantarla “the powder hides the final of the words…”. Siamo davvero giunti al termine e sulle note di Lub Dub raccogliamo i nostri battiti e assaporiamo questa canzone fino all’ultima nota. Il brano sorge come una timida alba a due, le voci di Ilaria ed Enzo (al piano, incappucciato con aria assorta) si cingono in un abbraccio lunare. Il pezzo poi acquisisce corposità, e nel suo procedere circolare cresce sempre di più fino ad inglobare, uno ad uno, ogni singolo componente della band, per poi culminare ed esplodere in una sinfonia post-rock.

“You could cry or you could smile
You could get the world tonight”

Grazie agli …A Toys Orchestra per quello che sono, per questa serata colma di emozioni e per tutte quelle che ci hanno regalato nel corso degli anni con la loro musica. Bentornati, siete una certezza. Grazie allo staff del Glue per l’accoglienza. Continuate a resistere con la vostra atmosfera underground, siete una salvezza per noi, animali notturni malati di rock e buona musica. Un grazie di vero cuore ad Antonio Viscido, le sue fotografie pulsano di vita, colgono attimi preziosi ed è per me un onore averle nel mio scritto.

Scaletta:
Wake Me Up
Welcome to Babylon
Goodbye Day
Miss U
Midnight Gospel
Our Souls
Life Starts Tomorrow
My Heroes Are All Dead
Invisible
Hallelujah
Take me Home
Look in Your Eyes
Bis:
Midnight Revolution
Celentano
Powder on the Words
Lub Dub