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Claudia Losini

Maria Chiara Argirò – Closer (Innovative Leisure, 2024)

R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

Bisogna iniziare con una premessa: il panorama italiano è ricco di artiste talentuose, che in qualche modo ottengono numerosi riconoscimenti all’estero, e in Italia trovano un terreno più difficoltoso. Ho avuto modo di parlare di questo con Invernoo, Yoniro, che trovano le loro sonorità nelle influenze della scena UK, di impronta femminile. Ultimamente sotto i riflettori sono arrivate Marta Del Grandi, Daniela Pes, Caterina Barbieri, facendosi portavoci di un genere, più sperimentale, che per quanto rimane di nicchia può e deve rivolgersi a un pubblico più ampio. Il tema delle donne nella musica sperimentale ed elettronica sta acquistando sempre più importanza, ed è giusto che venga dato loro lo spazio che le compete. Nella stessa categoria rientra Maria Chiara Argirò, musicista romana di adozione londinese, che da quando si trova all’estero ha avuto modo di collaborare con numerosi artisti, dai These New Puritans a Jono McCleery e Jamie Leeming, oltre a ricevere il supporto di Gilles Peterson e Four Tet.

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Seeyousound International Music Film Festival compie 10 anni e festeggia con 10 giorni di musica e cinema

A N T E P R I M A


Articolo di Claudia Losini

Torino si prepara ad accogliere la decima edizione del Seeyousound International Music Film Festival, l’evento cinematografico unico in Italia completamente dedicato al connubio tra musica e cinema. Dal 23 febbraio al 3 marzo, il Cinema Massimo diventerà il cuore pulsante di questa celebrazione che abbraccia 10 giorni di festival e 10 anni di storia, esplorando il legame intrinseco tra suoni e visioni attraverso una selezione di 90 film, inclusi lungometraggi, cortometraggi, documentari e videoclip.
La X edizione del Seeyousound propone una vasta gamma di film, con 30 anteprime italiane e una proiezione in anteprima assoluta. Le sezioni competitive includono Long Play Doc (documentari), Long Play Feature (lunghi di finzione), 7Inch (cortometraggi), Soundies (videoclip) e Frequencies (sonorizzazioni). Inoltre, ci saranno rassegne fuori concorso come Rising Sound, che esplora la musica come catalizzatore per le trasformazioni politiche e culturali, e Into the Groove, una sezione dallo spirito pop.

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Explosions In The Sky – End (Bella Union / [Pias], 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

La mia canzone preferita in assoluto, che può rientrare tra le mie dieci canzone preferite di tutti i tempi, è Your Hand In Mine degli Explosions in the Sky.
Post-rocker di Austin, mi hanno sempre dato delle vibrazioni molto diverse dai colleghi di genere: là dove i Mogwai sono dei tamarri, gli Explosions sono delicati, mentre i Godsped You Black Emperor ti portano nell’oscurità, gli Explosions ti fanno innamorare.
End esce ben 7 anni dopo The Wilderness, che era un disco di cambiamento, al cui interno erano presenti molte sperimentazioni che spaziavano verso una direzione elettronica, sintetica così come d’altronde stavano facendo i Mogwai nello stesso periodo. Non si può dire fosse un brutto disco, ma non al pari dei loro capolavori.

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TOdays 2023 – Un report con il cuore aperto

L I V E – R E P O R T


Articolo di Claudia Losini, immagini sonore di Nat Cole

Il lunedì dopo il TOdays è il lunedì dell’anno. TOdays, non dovrebbe finire mai.

È sempre con quel pizzico di malinconia, che salutiamo la chiusura del festival che segna, inevitabilmente, la fine della stagione estiva e delle relative riflessioni, quest’anno ancor di più, sui “grandi eventi” e sui “festival italiani”. Sarà perché questo è il primo, vero anno di rientro dalla chiusura e dal covid, o forse perché le persone sono state più attente e hanno sviluppato una maggiore coscienza di esperienza rispetto al denaro investito per concerti, ma il 2023 è l’anno in cui tanti, tantissimi, si sono resi conto di quanto sia importante vivere bene l’esperienza di un live.
Anche io mi sono chiesta svariate volte perché ritorno, perché attendo trepidante tutto l’anno che arrivi la fine dell’estate, esattamente come attendo trepidante il suo inizio con il Primavera Sound. E quest’anno l’ho chiesto anche alle persone che erano presenti sotto palco: perché sei qui? A volte non ho dovuto chiedere, molto più spesso erano le persone stesse a esclamare il loro entusiasmo.
In un momento storico dove noi più che persone veniamo trattare come “atm da cui prelevare il più possibile” (come aveva commentato una persona), trovare un luogo dove ancora al primo posto si mette la persona e il benessere non è cosa facile.
E in questo il TOdays Festival, con i suoi pregi e i suoi, seppur piccoli, difetti, è da considerare come una eccellenza italiana.

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Placebo @ Sonic Park Stupinigi, 11.07.23

L I V E – R E P O R T


Articolo di Claudia Losini,

Un artista, o una band, ha tre possibilità, quando si approccia a un live avendo una carriera trentennale alle spalle: può scegliere di fare i nuovi successi, se ha un disco pubblicato da poco, e qualche chicca dal passato; può decidere di amalgamare vecchie hit e novità in un equilibrato bilanciamento; può decidere di andare in modalità full Amarcord e suonare le canzoni che il pubblico si aspetta, e qualche nuova hit. I Placebo al Sonic Park, nella cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi, hanno optato per l’opzione 1.

Bisogna innanzitutto dire che se eri un fan dei Placebo agli inizi del 2000, dovevi incrociare le dita e sperare che Brian Molko e soci terminassero quantomeno il live, e non se ne andassero dopo 15 minuti dal palco (come successe a Milano) o che riuscissero a suonare decentemente. La stessa cosa che succedeva anche coi Red Hot Chili Peppers, per fare un paragone. Gli inizi ’00 sono stati un periodo arduo, per i fan della musica. Fortunatamente sono passati 20 anni, siamo tutti diventati adulti, e le possibilità che un live dei Placebo sia anche bello da sentire sono diventate altissime. Difatti così è stato.

photo credits Matteo Bosonetto per Fondazione Reverse

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Interpol @ OGR, Torino – 26.06.23 – emozione imperfetta

L I V E – R E P O R T


Articolo di Claudia Losini, immagini sonore © Elisabetta Ghignone

Nella scena di New York, nel 2002, o eri fan degli Strokes e indossavi giubbotto di pelle e skinny, o eri fan di un nuovo gruppo, meno rock’n’roll, un po’ più intimo, forse meno “cool”, che sul palco indossava completi di Armani, fregandosene del nuovo codice di abbigliamento che si andava creando: gli Interpol. La musica di Paul Banks e colleghi era diversa dalle influenze punk e garage, era più intellettuale, ma non di meno aggressiva e toccava le corde più emotive di un popolo introverso. Il loro complesso debutto viene raccontato anche in “Meet me in the bathroom”, proprio da loro stessi, ma, appena pubblicato, “Turn on the bright lights” diventa uno dei capisaldi musicali degli inizi del 2000.

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Andrea Poggio – Il Futuro (La Tempesta, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

Andrea Poggio, insieme a Lucio Corsi, era il disco che più attendevo quest’anno. Intelligente e ricercata, la musica di Andrea Poggio, unita a una scrittura vivace ed evocativa, è uno dei migliori esempi di cantautorato italiano. Il futuro è il suo terzo disco, uscito a inizio maggio per La Tempesta. Iniziamo a spezzare lo stereotipo del cantautore con chitarra che canta di politica o di amore, come la grande tradizione italiana ci insegna. Andrea Poggio guarda a Paolo Conte e a Battiato, ma lo fa a modo suo, circodandosi, come sempre, dei migliori musicisti del momento: insieme ad alcuni membri degli Esecutori di Metallo su Carta (che lo avevano già accompagnato in tour), troviamo nel disco Adele Altro, Francesco Bianconi, Federico Altamura, Luca Galizia (Generic Animal) e Caterina Sforza, oltre alla partecipazione e produzione di Ali Chant, che tra gli altri ha collaborato con PJ Harvey, Perfume Genius e Yard Act (questi ultimi due, tra le migliori proposte contemporanee).

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Lucio Corsi – La gente che sogna (Piccica Dischi/ Sugar, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

Lucio Corsi riesce sempre a superare se stesso e a stupire il suo pubblico. È un cantautore ingegnoso, un paroliere arguto, un musicista attento e originale. Già coi precedenti Bestiario musicale e Cosa faremo da grandi si era affermato come una personalità di spicco, ma con la pubblicazione di La gente che sogna, il suo terzo album, Lucio Corsi si guadagna un posto tra i grandi nomi del cantautorato italiano. Nel disco Lucio Corsi dosa sapientemente le parti orchestrali, con arrangiamenti che sorridono al glam rock, al musical, al pop giapponese (ascoltate La bocca della verità) e a Lou Reed.

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Dente – Hotel Souvenir (INRI/ Virgin Music Las, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

Tre anni dopo l’omonimo disco, Dente torna a parlarci al cuore con Hotel Souvenir.
L’hotel, non luogo per eccellenza dedicato alla malinconia, all’amore e ai ricordi, diventa l’immaginario metaforico in cui Dente ci accoglie, facendoci entrare nelle sue stanze usurate, vuote, ricolme di pensieri stagnanti, illuminate dal tramonto, con la luce rotta, alcune con la moquette e altre con letti ancora disfatti.
Ogni canzone si affaccia a una di queste stanze, belle o brutte che siano, malandate o tenute bene, per illuminarle con un affettuoso ricordo, per pulirle dalla bruttura e darle una nuova vita. Mentre stavo scrivendo questa recensione, mi sono accorta che avevo digitato erroneamente il titolo del disco come “Hotel Solitudine”, perché di questo, anche, si parla.

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