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Paolo Benvegnù

Paolo Benvegnù @ Glue Alternative Concept Space, Firenze – 20 gennaio 2024

L I V E – R E P O R T


Articolo di Arianna Mancini, immagini sonore di Antonio Viscido

È una gelida serata di gennaio e gran parte d’Italia è presa d’assalto da un’inconsueta bora triestina. È una di quelle sere che staresti volentieri in casa in compagnia di un buon libro, scelta impossibile da compiere se altrove c’è una sorgente vitale con cui risvegliarsi e placare la sete. Gli indugi cadono così al suolo, come vampiri trafitti dalla luce. La rotta è tracciata, e anche se le stelle non sono apparse in cielo per indicarmi il cammino, mi metto in strada per raggiungere il Glue Alternative Concept Space di Firenze. Questa sera qui, per tutti noi “benvegnuisti”, si celebra un sacro rituale d’iniziazione: la prima data del tour di È Inutile Parlare d’Amore, il nuovo album d’inediti di Paolo Benvegnù.
Paolo definisce il nuovo capitolo di vita come un romanzo di formazione. È stato preceduto da dei “racconti anticipatori”: l’EP Solo Fiori  uscito lo scorso aprile. Noi di Off Topic, seguendo le sue orme, abbiamo redatto una pièce teatrale in tre atti, con tre sguardi diversi attraverso i quali abbiamo intercettato ed esplorato questa nuova creazione. Il primo atto, ”Le Parole non Taciute”, è stato affidato a Joshin Elisabetta Galani che ha raccolto il suo scambio di idee con Benvegnù in un’intervista. Il secondo atto, “Le Parole Vive”, porta la firma di Monica Gullini che ha scritto le sue visioni d’ascolto nella recensione

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Andrea Satta – Niente di nuovo tranne te (Santeria / Audioglobe, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Sabrina Tolve

Nel vasto panorama musicale italiano, emerge con una luce intensa e singolare il primo album da solista di Andrea Satta, intitolato Niente di nuovo tranne te. Una gemma musicale che, tramite dodici tracce intense e commoventi, offre un viaggio attraverso la lunga vita artistica e professionale di Satta, già noto come il carismatico cantante dei Têtes De Bois.
Il primo singolo estratto, Bellissima, ci introduce in una storia d’amore irrazionale e passionale – forse una trama già vista che però mantiene la sua unicità, avvolta da una melodia avvincente. Ma è nell’intero album che emerge la complessità e la ricchezza delle composizioni di Satta.
L’inclusione di ospiti d’eccezione come Giovanni Truppi, Daniele Silvestri e Paolo Benvegnù aggiunge ulteriore profondità al progetto. Abbi pazienza con Truppi, Maddalena con Silvestri e Suonano le sirene con Benvegnù sono collaborazioni che sottolineano la capacità di Satta di connettersi con altri artisti di talento e che rendono la sua identità davvero singolare.

Paolo Benvegnù – È inutile parlare d’amore (Woodworm Music, 2024)

R E C E N S I O N E


Recensione di Monica Gullini

Quando nel 2009 Paolo Benvegnú diede alle stampe 500, il ritornello del brano che dava il titolo all’Ep recitava così: «la madre inventa / suo figlio costruisce femmine di carri armati». Quindici anni più tardi, il collettivo racchiuso nel nome dell’artista gardesano commenta È inutile parlare d’amore, nuovo album in uscita il 12 gennaio per Woodworm Music: «C’è una strana Dispersione, tra il modello della Società tecnologica e funzionale e l’intreccio delle mani di due amanti. Come la discrepanza tra un mondo patriarcale ed una visione delle cose legata al femminile. Questo è un disco che privilegia la Creazione. E non lo sfruttamento e l’ammaestramento della Creatura. Perché per Creare, bisogna sporgersi nell’Irrazionale, e l’Irrazionale è solo di chi Crea naturalmente. Perciò questo è un racconto al femminile».

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Paolo Benvegnù – sogno un’umanità di fuorilegge, di rivoluzionari

I N T E R V I S T A

Intervista di E. Joshin Galani

In questo inizio 2024, apriamo, slacciamo il fiocco dorato di questo bellissimo dono da parte del Collettivo Paolo Benvegnù: È inutile parlare d’amore è il nuovo album in uscita il 12 gennaio ed in forma fisica cd e vinile il 19 Gennaio per Woodworm Label. Dodici brani in cui ho toccato la magia, percepito cellule felici. Non si tratta di favole, ma della realtà che prende il volo, la sua possibilità di elevarsi. Alzare lo sguardo in alto e percepire tutto lo spazio che possiamo occupare, senza limiti, vestirsi di una forma silenziosa, esplorare, vedere, contemplare. L’animo umano reclama magia, coi sensi aperti alla meraviglia. Paolo Benvegnù trasforma il suo radicamento verso l’immaginifico. La componente terra che lo anima – il suo senso del pensiero, l’arguzia, l’accoglienza ed il radicamento – fanno da centro stabile e manifestano completamente la caratteristica arcaica dell’elemento terra di “celeste fruttifera”. Ci accompagna in un viaggio dove riconosce lucidamente la realtà ma non ci si attacca, l’esplora con dovizia di particolari: riflessioni, emozioni, sensazioni, ma senza seduzioni, sondando spazi infiniti e accoglienti per l’anima.
Ho incontrato il fantastico mondo di Paolo Benvegnù a Milano, per parlare dopo quattro EP, un album dal vivo, otto in studio, di questo nuovo nono lavoro. Sempre bello e interessante discorrere con Paolo, per l’incredibile disponibilità, cultura e la sua naturale estensione dalla riflessione alla comicità, buona lettura.

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Paolo Benvegnù – Come una foresta di bambù, in crescita e nell’ordine delle cose.

I N T E R V I S T A

Intervista di E. Joshin Galani

È uscito il 28 aprile Solo Fiori di Paolo Benvegnù, EP di 5 tracce, qui trovate la recensione. Brani che da una parte non ci danno vie di fuga dall’altra ci ricordano che possiamo accedere all’incanto, attivando i sensi e lasciandoci andare. Solo Fiori sembra riassumere anche la rivoluzione di un gesto, l’apertura del porgere, come fiori, il meglio del mondo e di sé. Mi accingo a questa intervista con aria spavalda, per non pensare all’immensa cultura di Paolo. L’ho incontrato in un caldo pomeriggio milanese, come sempre accogliente, gentile, delicato, a dispiegare la sua magia in quel mix di parole serie e divertenti. Tra riflessioni, battute e mille risate, ne è uscita questa intervista.

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Paolo Benvegnù – Solo Fiori (Woodworm Label, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Arianna Mancini

L’apocalisse dei semi che sanno diventare un fiore”. Partiamo da questa strofa del brano La Soluzione, tratta dall’album Dell’Odio Dell’Innocenza (2020) per esplorare il nuovo lavoro del collettivo Paolo Benvegnù, Solo Fiori, in uscita il 28 aprile per Woodworm Label. Fare qualche passo indietro per ricollegarsi alla poetica del reale, della metamorfosi e dell’ineffabile, tipica di Paolo, e celata nelle apparenti piccolezze del quotidiano; un microcosmo che contiene una visone più ampia e profonda. Dietro ad ogni minimo atto di creazione, anche se piccolo non è, perché la creazione è già di per sé miracolo, si celano tutti i misteri del mondo. Una “letteratura quotidiana” del pensiero che si ripresenta vivida nel bene e nel male.
Si parte da elementi essenziali per scrutare la Natura, la Vita e l’Essere Umano in ogni sua sfumatura, un atto poetico quello di Paolo che crea ed osserva senza la presunzione di voler dominare e possedere con lo sguardo visionario dell’artista, lucido dello storico, lirico del poeta e sognante tipico dei bambini.

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In memoria di Mark Lanegan: un eterno e bruciante ricordo del Poeta Lupo.

R O C K M E M O R I E S


Articolo di Arianna Mancini

“I am the wolf, without a pack/ Banished so long ago/ I’ve survived on another skill/ And on my shadow on/ All I’ve learned is that poison stings…/I am the wolf, calming the beast…/I am the wolf, out wild and free”. (Sono il lupo, senza branco/ Bandito tanto tempo fa/ Sono sopravvissuto grazie a un’altra abilità/ E alla mia ombra/ Tutto ciò che ho imparato è che il veleno punge…/Io sono il lupo, che calma la bestia…/Sono il lupo, libero e selvaggio”).

25 novembre 1964, Ellensburg (USA) – 22 febbraio 2022, Killarney (IRL). Ogni inizio ha la sua fine, due date e nel centro, per chi lo ha amato e lo ha fatto incondizionatamente, infinite emozioni, fascinazione, oscurità e calore che scavano dentro la parte più nascosta. Spazi che si dilatano, viaggi: sia quelli che percorri stando fermo in rapimento d’ascolto che quelli fatti solcando le autostrade con l’adrenalina che pulsa in corpo per l’imminente attesa di un suo concerto.

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Paolo Benvegnù – Metafisica della parola

I N T E R V I S T A


Articolo di Arianna Mancini

Siamo il collettivo Paolo Benvegnù e trasmettiamo l’invisibile”.
Si annunciava così la campagna di crowdfunding che ha preceduto l’uscita del nuovo album del collettivo Paolo Benvegnù: Delle Inutili Premonizioni. Venti Anni di Misconosciuto Tascabile Vol.2 (A Collection of Oldies), pubblicato lo scorso 27 maggio. Un percorso a ritroso in cui Paolo Benvegnù ed i suoi compagni di viaggio (Daniele Berioli- batteria, Gabriele Berioli- chitarra, Luca Baldini- basso, Saverio Zacchei- trombone) hanno reso omaggio con un’attenta ed amorevole riscrittura e rivisitazione a brani del passato che hanno segnato la cultura new wave. In questo percorso di riscoperta, intessuto su dodici canzoni iconiche, tornano alla luce nuove riletture di: Echo & the Bunnymen, Faust’O, Jim Carroll Band, Joy Division, New Order, Peter Murphy, Psychedelic Furs, Roxy Music, Spandau Ballet, Tears for Fears, Venus e Wall of Voodoo.

L’iniziativa di crowdfunding, lanciata sulla piattaforma Produzioni dal Basso, sotto la direzione e produzione di Officine della Cultura prevedeva varie ricompense, fra cui il secret concert di presentazione al Teatro Verdi di Monte San Savino, i concerti in barca a vela sul Lago Trasimeno ed i concerti con registrazione del documentario sulla new wave di Roma, Firenze e Milano.

Le correnti che hanno condotto nel tempo presente Paolo Benvegnù, venti anni dopo gli Scisma, sono traiettorie in cui si è consumata una continua formazione, non solo volta alla ricerca stilistica musicale ma anche immersa a sondare spasmodicamente la parola, nella sua pura accezione di logos, così come veniva intesa dalla cultura greca classica, pensiero e sua concreta manifestazione. L’ampio spettro di ricerca non può che inevitabilmente portare verso l’alto, la poetica di Benvegnù è una poetica verticale, come il suo mare, ma Benvegnù è anche altro, è il cantore degli abissi, della parte più terrestre, della polvere, della carne e del sangue. Con il suo sguardo seziona le vibrazioni impalpabili del non detto ma sa altresì immergere le mani nel fango, dando consistenza a visioni da una duplice prospettiva: metafisica e viscerale.

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Collettivo Paolo Benvegnù @ Teatro Verdi, Monte San Savino (AR) – 27 maggio 2022

L I V E – R E P O R T


Articolo di Arianna Mancini, immagini sonore di Stefano Fristachi

Accoglienza, visioni e cabaret. Sono i primi pensieri che fulmineamente sorgono nella mia mente ogni qualvolta mi accingo a partecipare ad un concerto di Paolo Benvegnù. Accoglienza: ti ritrovi in uno spazio eletto, vibrante di conforto e certezze in cui fluire libero. Naturalmente abbassi le difese e apri il cuore. Gli animi presenti si sintonizzano sulla frequenza dell’empatia, desti come canali di ricezione, che hanno trovato il loro giusto posto Nello Spazio Profondo. Visioni: la musica e le liriche suscitano lampi di percezione, trascinandoti in uno stato di profonda connessione con te stesso e senti “oltre”, in quell’oltre si apre un nuovo mondo, la visione. Cabaret: chiude la triade l’intelligente e acuta autoironia di Paolo che con i suoi soliloqui uniti a momenti teatrali, riesce sempre a strapparti una risata.
27 maggio 2022, una data colma di significato. La mattina di questo giorno è uscito il nuovo lavoro discografico del collettivo Benvegnù: A Collection of Oldies, Delle Inutili Premonizioni. Venti Anni di Misconosciuto Tascabile Vol.2. Un disco di cover riarrangiate e interpretate, percorso e viaggio musicale a ritroso nel tempo nella cultura new wave, intessuto su 12 brani che hanno segnato questo periodo. La sera stessa c’è stata la presentazione ufficiale con un secret concert al Teatro Verdi di monte San Savino (AR). L’evento, organizzato da Officine della Cultura è stato preceduto da una campagna di crowdfunding supportata da Produzioni dal Basso, e tale sinergia ha reso possibile tutto questo.

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