I N T E R V I S T A
Articolo di Sabrina Tolve
A quasi sette anni da L’Ammazzasette, Il Muro del Canto ha pubblicato a ottobre dell’anno scorso L’amore mio non more, album vibrante e bellissimo di cui trovate la recensione QUI. Nonostante io viva ormai in Irlanda, Il Muro del Canto è uno dei ricordi più cari che abbia della mia vita a Roma, e uno dei legami più forti che abbia con la città eterna: le descrizioni della metropoli, le sue dinamiche, le sue storie di amore e coltello, la sua immensa mitologia fatta di piccole storie di miseria umana, sono puntuali e poetiche, ed esprimono quanto di più grande, fragile e complicato questa città abbia da offrire. Ma come detto altrove, queste storie non appartengono solo a Roma, sono storie che in un modo o nell’altro ci riguardano tutti.
Nei testi, Il Muro del Canto racchiude tutta questa bellezza e delicatezza, con tenerezza e sprezzante ironia. Questi sono i motivi principali per cui, quando ho saputo di poterli intervistare, non ho indugiato un secondo. Questo è quel che è venuto fuori, tra distanza, amore, tempo e ricordi, con il frontman Daniele Coccia.
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