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Emanuele Meschini

NovaraJazz Weekender – Spring Edition @ Spazio Nòva, Novara – 09.03.24

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Articolo di Mario Grella, immagini sonore © Emanuele Meschini

Sabato scorso presso Nòva appuntamento primaverile di Novara Jazz con l’ormai tradizionale NJ Weekender Spring Edition e, visto il “sold out”, bisogna ammettere che questa formula funziona piuttosto bene, anche se Nòva incontra solo in parte il mio favore, per i dubbi più volte esposti, dovuti alla necessità di assistere ai concerti in piedi (o riuscendo miracolosamente a sedersi, sottraendo a qualcuno qualche sparuta seggiola), ambiente piacevolmente informale ma a volte poco attento ai musicisti, se vogliamo un po’ déjà vu almeno  per chi il Leoncavallo, Macondo o la Palazzina Liberty li ha frequentati a suo tempo. Ma veniamo alla musica e che musica! Il primo dei due concerti vede l’incontro di due eccellenti musicisti come Zoe Pia e Mats Gustafsson, che imbastiscono una specie di rito sonoro intriso di un aspetto sacrale, senza la necessità di alcuna divinità da invocare.

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NovaraJazz Weekender – Fall Edition @ Spazio Nòva, Novara – 12.11.23

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Articolo e immagini di Mario Grella, immagini sonore © Emanuele Meschini

Come si scrive nelle lettere di risposta ad importanti inviti ufficiali “per impegni istituzionali precedentemente fissati, non potrò intervenire…” ecc. ecc.  Mi era finora capitato raramente di non assistere ad un concerto di NovaraJazz. È capitato però, sabato scorso, per la coincidenza con un concerto della Scala (ne ho parlato qui), con biglietto acquistato tempo fa. E così, dopo averlo tanto ascoltato su disco mi sono perso James Brandon Lewis Quartet che, a detta dei molti presenti, ha dato, com’era prevedibile, il meglio di sé o meglio “hanno” dato il meglio di sé, insieme a Lewis, Aruàn Ortiz al pianoforte, Brad Jones al basso e il grande Chad Taylor alla batteria. Subito dopo (mi sono perso anche) Cheickh Tidiane Seck Mandugue Quartet, con il particolarissimo pianoforte del malese Cheikh Tidiane Seck ed è vero un peccato perché la musica africana è quella che, negli ultimi anni, mi ha maggiormente emozionato e stupito. Quello che non mi sono perso (o almeno solo in parte), è la seconda serata di NJ Weekender Fall Edition, appuntamento ormai tradizionale con l’edizione primaverile e quella autunnale, appunto.

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NovaraJazz – Edizione XX – Rob Mazurek, Gabriele Mitelli, Exploding Star Orchestra, Veyran Weston, Adam Pultz-Melby, Joe McPhee e BCUC

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Articolo di Mario Grella

Rob Mazurek è una vecchia conoscenza di Novara Jazz ed è stato un gran bel colpo averlo nuovamente in città per due concerti, di cui il primo questa mattina nel bel giardino di Palazzo Natta con Damon Locks per il progetto New Future City Radio. Le spurie sonorità urbane, ormai non solo delle metropoli statunitensi, Chicago in testa, ma anche della banlieu parigina o delle periferie londinesi, che passano attraverso i suoni mutanti trasmessi dalle boombox, ma anche dal rap che fa da sottofondo musicale di molte realtà giovanili, fanno parte del materiale di questo breve ma intenso set di Rob Mazurek, materiale sul quale egli interviene con la sua tromba o con la cornetta, spesso acida e quasi stridula, galatticamente solitaria, ma che perfettamente si amalgama con i suoni elettronici elaborati da Damon Locks. Insieme agli strumenti tradizionali ed elettronici, un ingrediente importante di questo progetto è certamente la voce di Rob, salmodiante come può esserla quella di uno sciamano (urbano) e intensa ed emozionante come quella di un officiante che chiama il suo popolo alla preghiera. Qui forse la preghiera è laica, ma si tratta pur sempre di una spiritualità pura; lo risentiremo questa sera con la Exploding Star Orchestra.

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NovaraJazz – Edizione XX – Chet Baker, EABS meets Jaubi, Francesco Simeti, Pasquale Mirra, Flat Earth Society e TUN

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Articolo di Mario Grella

Inizia con un incontro presso il Circolo dei Lettori, nel castello di Novara, il secondo weekend di Novara Jazz – XX edizione, con la presentazione del libro di Jeroen De Valk dedicato a Chet Baker (Ed. EDT). Il volume curato da Francesco Martinelli, presente all’incontro/dialogo con Gianni Lucini, sembra dire parole definitive su una figura del jazz molto nota e molto amata anche in Italia, anche per il suo prolungato soggiorno nel nostro paese e non privo di qualche disavventura (come i 18 mesi passati in carcere per uso di sostanze stupefacenti). Ma, come ricordato da Martinelli, la figura di Chet come prototipo dell’artista maledetto è piuttosto lontana dalla realtà. Un festival anche fatto, quindi, non solo di “jazz suonato” e tuttavia la musica incombe e sul “main stage” del cortile del Broletto irrompe la Erios Junior Jazz Orchestra-Act 1, con i Boogiesti Anonimi.

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NovaraJazz – Edizione XX – Michele Dal Lago, Antonello Salis e Sandro Satta, Insulae Songs, Terre Ballerine, Alina Bzhezhinska

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Articolo di Mario Grella

Una volta arrivato sul palco del piccolo teatro di Tornaco, un paesino in mezzo al mare delle risaie della bassa novarese, Michele Dal Lago rifila una bella battuta al numeroso pubblico che sabato ha seguito anche qui la carovana di NovaraJazz: “Dopo un bel po’ di jazz di ricerca, sentire qualche canzone fa sempre bene…” La battuta (ma non troppo), suscita risate tra il pubblico. In realtà, battute a parte, NovaraJazz ha riservato in questo primo lungo weekend concerti e assoli di ottima qualità, anche se è evidente che il jazz di ricerca, per usare quello che è poco più che un modo di dire, necessita di concentrazione e di un appassionato desiderio di mettersi in gioco, cosa che, in questi tempi “asfaltati” dalle più insulse e omologate sonorità, è raro trovare in chi ascolta. Il miracolo però sembra riuscire ogni anno agli organizzatori del festival e per questo non finiremo mai di ringraziarli. Tuttavia la parentesi del concerto-lezione di Michele Dal Lago alla chitarra, accompagnato da Igor Gatti al basso e mandolino, è tonificante oltre che di assoluto valore. Molto singolare l’approccio col pubblico: ogni brano segna un tratto della storia della musica americana, della cosiddetta Hillibilly music, del ragtime, del blues, del bluegrass fino alle radici del rock n’roll. Insomma un excursus breve, ma completo che dimostra che la musica è un grande sistema di vasi comunicanti. Si finisce con la magnifica All you fascists bound to lose cantata anche un po’ come auspicio… Nel pomeriggio il Festival propone il duo Viterbini-Pietropaoli e in serata al Teatro Civico di Oleggio, Lydian Sound Orchestra con la partecipazione dell’attrice Lucilla Giagnoni.

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NovaraJazz – Edizione XX – Valentina Fin ‘Cohors’, Michele Bonifati ‘Emong’, Sebi Tramontana e Frank Gratkowski

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Articolo di Mario Grella

Inizia con Valentina Fin la seconda giornata del primo lungo weekend di Novara Jazz 2023. Cohors è un progetto nato per la Fondazione Palazzo Te di Mantova partendo da brani rinascimentali di Monteverdi, Purcell, Gesualdo e Orlando di Lasso, rivissuti attraverso le sonorità del jazz contemporaneo. La performance si è svolta nella chiesa di San Pietro (XI secolo), all’interno del ricetto di Carpignano Sesia, un’ambientazione perfetta per far rivivere composizioni di qualche secolo fa, nelle splendide versioni attualizzate dal sestetto guidato dalla cantante e compositrice vicentina.

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NovaraJazz – Edizione XX – Luciano Rossetti, Satoyama, Sudoku Killer

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Articolo di Mario Grella

È noto che il jazz sia un genere musicale molto visivo e che il binomio jazz-fotografia sia quasi un’associazione mentale automatica e, non credo sia un caso, che la XX edizione di NovaraJazz si apra con una mostra fotografica, quella di Luciano Rossetti, storico commentatore per immagini del festival novarese, che si intitola “Vent’anni di Novara Jazz” e che è ospitata, sino al termine del festival, presso il Broletto Food & Drink, nel cortile dell’omonimo complesso monumentale. Le immagini, naturalmente in b/n come si conviene a quasi tutta la fotografia del jazz, e non chiedete il perché tanto nessuno vi saprà dare una risposta convincente, sono di quelle che non passano inosservate come quella di Alexander Hawkins gioiosamente ritratto davanti al pianoforte in Casa Bossi a Novara o quella del memorabile solo di Peter Evans nella Basilica di San Gaudenzio: non per nulla Rossetti vinse nel 2021 il Jazz Journalism Association Award.

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Kahil El’Zabar and Ethnic Heritage Ensemble – Spirit Gatherer • Tribute to Don Cherry (Spiritmuse Records, 2023)

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Recensione di Riccardo Talamazzi

Mi piacerebbe poter convincere anche i più scettici che gli Ethnic Heritage Ensemble di Kahil El’Zabar sono qualcosa di più di un gruppo che sembra dilettarsi in una sorta di bricolage esoterico. L’idea di essere guaritori dell’anima, sia che provenga dalla permeabile città di Chicago – come in questo caso – che direttamente dall’Africa come accade per Nduduzo Makhathini – vedi recensioni qui e quiè un concetto affascinante di per sé, anche se mi rendo perfettamente conto che possa innescare inevitabili scetticismi. L’aspetto primitivo di questa musica, contenuta in Spirit Gatherer • Tribute to Don Cherry, la sua forma così insolita, piena di incavi misteriosi, profilata con elementi di tribalismo, alle volte sgraziata ed oscura, trova tuttavia la sua ragion d’essere nel radicarsi in profondità nell’humus del jazz. Naturalmente riconoscendo a questo termine la sua essenza primordiale nera, prima di diventare sinonimo più universalizzato di una certa parte della musica contemporanea. Non ci sono frivolezze tra queste note né tanto meno una ricerca estetica conformista. Con un potere di seduzione commerciale vicino allo zero, un minutaggio complessivo di poco sotto il limite delle possibilità contenitive di un Cd, quello che luccica nel cavernoso spleen di El’Zabar, è una potenza arcana, capace di minacciose esuberanze e di occulti sortilegi, affascinanti come la danza di una fiamma notturna. Il titolo dell’album fa riferimento ad una sorta di connessione tra spiriti ancestrali in grado di trasmettere influssi benefici ad altre entità, anch’esse spirituali, che siano in grado di raccoglierli. Le architravi ritmiche, lente ed ipnotiche, disvelano non solo l’originale vena compositiva dell’Autore ma anche la volontà di rivisitare i fiori selvatici di Don Cherry – a cui questo album è dedicato – di Ornette Coleman, di Thelonious Monk, di John Coltrane e Pharoah Sanders, non per caso degli autentici numi tutelari del jazz più autenticamente black.

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NovaraJazz Festival – Edizione XX – 01-11.06.23

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Articolo di Mario Grella

Cominciamo dalla fine: quando Riccardo Cigolotti, nella Sala della musica di palazzo Bellini a Novara, elenca i più di cinquanta sponsor della XX Edizione di NovaraJazz Festival, si ha proprio l’impressione che al di là dei ringraziamenti di rito, il festival ora abbia davvero un posto importante nel panorama dell’offerta culturale della città e che la sua fama vada oltre i confini cittadini. Lo ha detto bene il Presidente della Fondazione BPN per il territorio, Avv. Franco Zanetta, quando ha ricordato come al Festival vada riconosciuta una doppia valenza, una di micro-dimensione per aver messo in risalto, attraverso musica di grande qualità, le bellezze e le realtà economiche del territorio novarese, e l’altra di macro-dimensione ossia quella di aver saputo portare in città musicisti e band di rilievo internazionale. Del resto anche i numeri parlano chiaro: a Novara dal prossimo primo giugno, per due lunghi weekend, fino all’11 giugno saranno ospiti più di 150 artisti italiani e più di 50 stranieri per oltre 50 eventi.

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