R E C E N S I O N E
Recensione di Riccardo Talamazzi
Forse As Time Passes, creazione liquida del trio Andersen-Sommer-Luft, potrebbe non essere per tutti l’album da portarsi sull’isola deserta. Ma per quello che mi riguarda ce lo porterei comunque, non solo per la seducente bellezza della musica ma anche per quelle due importanti citazioni riportate sul retro di copertina. Si fa riferimento allo scorrere del Tempo, come s’intuisce dal titolo dell’opera. Da una parte la saggezza del filosofo Eraclito di Efeso, “non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, perché l’acqua in cui ti sei immerso è già fluita via” e che suggerisce il continuo divenire della vita. D’altro canto, nell’esergo di T.S.Eliot tratto dai suoi Four Quartets, si dichiara che “il tempo presente e il tempo passato sono forse entrambi presenti nel futuro e il tempo futuro è contenuto nel passato…”. annullando con un semplice paradosso il significato dell’inevitabile decorso temporale. Comunque sia, questa di As Time Passes è musica che sembra voler travalicare tutte le categorie kantiane, tempo e spazio prima d’ogni cosa. Il fatto che i musicisti di questo trio provengano dall’Europa del Nord – Norvegia, Danimarca, Inghilterra – non è indicativo per definire nello specifico il loro lavoro. Prima di tutto perché il genere melodico e riflessivo in cui questi artisti s’impegnano non segue certo degli assoluti riferimenti geografici. Secondariamente per via del fatto che l’album è colmo di risonanze emotive e sentimentali che provano a tracciare un percorso originale, sfruttando le personalità espressive dei singoli e cercando di svincolarsi con naturalezza da influenze esterne di natura ambientale o sociale per seguire un’onda di pensieri per lo più pacatamente introvertita.
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