R E C E N S I O N E


Recensione di Simone Catena

Il giovane trio danese Little North, lascia un’impronta sensazionale sulla scena jazz americana, unendo le due culture musicali, sopra mondi differenti e espansivi. Ad un anno dall’uscita del precedente Finding Seagulls, che li ha lanciati nel sound contemporaneo, si confermano con questo nuovo percorso Familiar Places prodotto dalla sofisticata etichetta April Records, con base a Copenaghen. I paesaggi visionari si espandono nell’aria, con un’energia grezza e corposa, innalzando le composizioni in un vortice delicato e da pelle d’oca. All’interno dell’album danno un forte contributo sonoro, anche alcuni ospiti illustri, come il chitarrista svedese Viktor Spasov e il trombettista Kasper Tranberg. Oltre a questo livello musicale più tecnico e di spessore, rimane l’essenza personale del trio, che disegna paradisi profondi e tematiche struggenti da tenere d’occhio.

Il pianoforte malinconico di Running Down the Park, apre questo disco in maniera sussurrata e dormiente. La ritmica accende una fiamma sottile e spensierata, sopra le note tecniche del basso, si agita un solo virtuoso di chitarra, che colora l’atmosfera alla perfezione e chiude il brano su un tempo sostenuto. Segue la dolcezza di It’s Beginning to Rain Again, un brano sensibile che trasmette quel senso di abbandono e a piccoli passi incontra uno spiraglio di luce, che completa una sinfonia eccellente. Con Calystegia invece, ci sono i primi accenni sperimentali, dove il groove ipnotico quasi fusion, si spalma su tutta la parte geniale del pianoforte e l’aggiunta della tromba, che come una scheggia impazzita, danza nel suo ambiente mistico. Push è una suite monumentale, dove nei sui lunghi sette minuti, si evolve dentro un intenso e martellante universo cosmico, di suoni e sinfonie complesse da brividi.

Nelle seguenti Spotting Salamanders e Einar, troviamo tutto il livello carismatico del trio, che si lascia andare a un miscuglio di sonorità uniche e fuori da ogni schema, Il principale strumento messo al centro delle composizioni e il piano, che si cimenta su intervalli irregolari.
Poi con Tide ci avviciniamo alla fine di quest’opera. Uno dei brani più riusciti, dove le emozioni infinite, accelerano all’improvviso nel tiro emblematico delle percussioni e il feedback ripetuto dei pad in sottofondo. Huntress è uno dei primi singoli rilasciati, dove si ritrae lo studio attento, in fase di registrazione. Nel brano ci sono accenni di bossanova, per un tappeto energico e meticoloso.

L’album chiude il suo viaggio sulle melodie di Ind I Det Blà Azurblà, un titolo suggestivo che abbraccia i sentimenti, per ritrovare qualcosa di misterioso e unico, perso nel passato. Una conclusione silenziosa e matura.

I Little North, dimostrano di essere una delle realtà migliori nel minimalismo moderno del momento, scavando a fondo su un nuovo capitolo importante della scena musicale scandinava.

Tracklist:
01. Running Down the Park
02. It’s Beginning to Rain Again
03. Calystegia
04. Push
05. Spotting Salamanders
06. Einar
07. Tide
08. Huntress
09. Ind i det Azurblå