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CINEMA

Anselm – di Win Wenders (Germania, 2023)

C I N E M A


Articolo di Mario Grella

Non so se Anselm (titolo originale Anselm – Das Rauschen der Zeit) sia un capolavoro, perché girato da un geniaccio del cinema come Wim Wenders, oppure se lo sia perché infarcito dei capolavori di uno dei più grandi artisti contemporanei, Anselm Kiefer. Non so dare, e non voglio, un giudizio obbiettivo, per il semplice fatto che sono un estimatore assoluto ed assolutista dei due grandi artisti, ma se avrete la pazienza di leggere questa poche righe cercherò di dirvi perché Anselm, uscito nelle sale lo scorso 30 aprile, non è un film che si possa perdere; girato in 3D, non è un documentario sull’opera di Kiefer, ma un film a tutti gli effetti. Anzi è una poesia filmica che la tecnologia, per una volta usata “cum grano salis”, e non per stupire o per frastornare lo spettatore, permette una esperienza immersiva, come si usa dire oggi, nell’opera di Anselm Kiefer, anzi regala allo spettatore il fantasma della consistenza materica della sua opera. Se non conoscete Kiefer, potrebbe essere una buona occasione per farlo, ma ricordando che questo è il Kiefer di Wenders e che inevitabilmente in questo film, la somma è più dell’insieme delle parti.

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Aftersun – di Charlotte Wells (Regno Unito, 2022)

C I N E M A


Articolo di Alessia Palermo

Un padre troppo giovane e una figlia costretta a crescere troppo in fretta. Aftersun è un film che si prende il suo tempo, con una trama appena accennata, eppure ricco e profondo come non ne avevo visti da tempo. Ci troviamo in Turchia, Calum, in prossimità del compimento dei suoi trentuno anni, e l’undicenne Sophie, sono in vacanza insieme. C’è fermento da parte di Sophie per il compleanno di questo tanto giovane e da lei amato padre: ciò la porta a documentare il momento con una telecamera. Riprendere per ricordare, per rivivere, successivamente per analizzare e riscoprire, o magari vedere per la prima volta ciò che si pensava di conoscere.

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Led Zeppelin – The Song Remains The Same – di Peter Clifton, Joe Massot (USA, 1976)

C I N E M A


Articolo di Riccardo Provasi

Il martello degli Dèi è tornato a tuonare, il cielo a squarciarsi, i lampi a illuminare la notte: la furia dei Led Zeppelin è tornata. Il 25, 26 e 27 marzo ritorna al cinema il film – concerto Led Zeppelin: The song remains the same, diretto da Peter Clifton e Joe Massog, storico video delle folgoranti e celeberrime esibizioni al Madison Square Garden di New York del 1973 in versione totalmente rimasterizzata grazie allo splendido lavoro di Nexo Digital. Personalmente, adoro questo tipo di proposte, dal momento che oltre agli artisti è possibile avere uno sguardo sulla società occidentale dell’epoca.

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La Zona di Interesse – di Jonathan Glazer (Gran Bretagna/ Polonia/ USA, 2023)

C I N E M A


Articolo di Mario Grella

La Zona di Interesse di Jonathan Glazer è un film raccapricciante e, anche se può sembrare paradossale, un raccapricciante capolavoro. La famiglia di Rudolf Höss vive in una algida villetta appiccicata al muro perimetrale del campo di concentramento di Auschwitz e Höss è lo spietato direttore del campo di concentramento. Forse spietato non è l’aggettivo esatto, Rudolf Höss è un esecutore del male pianificato, messo in campo dal nazismo per far scomparire il popolo ebraico della faccia della terra. È una storia raccontata mille volte (per fortuna), ma mai o quasi mai in modo così persuasivamente e sottilmente inquietante. Non si tratta di una ricostruzione storica, ma di uno psicodramma che vive di allusioni, di segni, di dialoghi e di suoni, a cominciare da quello schermo buio iniziale, popolato da sussurri e grida e dalle tonalità della composizione di Mica Levi, possente come lo “Shemà Israel“ che prorompe da “Un sopravvissuto di Varsavia” di Arnold Schönberg.

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Past Lives – di Celine Song (USA, 2023)

C I N E M A


Articolo di Alessia Palermo

 «È una storia bellissima. Due fidanzatini che si ritrovano dopo vent’anni e scoprono di essere fatti l’uno per l’altra. Mentre io sarei il malvagio marito americano bianco che ostacola il destino».
«Finiscila!»”

Past Lives, esordio alla regia di Celine Song, apparentemente può sembrare una storia d’amore ostacolata dal destino e nient’altro. Non penso che i film abbiano per forza un significato preciso, ufficiale, né tantomeno unico: tuttavia, con il supporto imprescindibile di vari elementi nelle opere di ogni autore, ogni occhio può trovare soddisfazione attraverso la propria personale interpretazione.

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Seeyousound International Music Film Festival compie 10 anni e festeggia con 10 giorni di musica e cinema

A N T E P R I M A


Articolo di Claudia Losini

Torino si prepara ad accogliere la decima edizione del Seeyousound International Music Film Festival, l’evento cinematografico unico in Italia completamente dedicato al connubio tra musica e cinema. Dal 23 febbraio al 3 marzo, il Cinema Massimo diventerà il cuore pulsante di questa celebrazione che abbraccia 10 giorni di festival e 10 anni di storia, esplorando il legame intrinseco tra suoni e visioni attraverso una selezione di 90 film, inclusi lungometraggi, cortometraggi, documentari e videoclip.
La X edizione del Seeyousound propone una vasta gamma di film, con 30 anteprime italiane e una proiezione in anteprima assoluta. Le sezioni competitive includono Long Play Doc (documentari), Long Play Feature (lunghi di finzione), 7Inch (cortometraggi), Soundies (videoclip) e Frequencies (sonorizzazioni). Inoltre, ci saranno rassegne fuori concorso come Rising Sound, che esplora la musica come catalizzatore per le trasformazioni politiche e culturali, e Into the Groove, una sezione dallo spirito pop.

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Anatomia di una caduta – di Justine Triet (Francia, 2023)

C I N E M A


Articolo di Mario Grella

Preambolo: non amo particolarmente il cinema di parola, piuttosto preferisco il teatro dove la parola riveste un altro ruolo, oppure la letteratura dove la parola, con la sua infinita combinatoria, risulta essere l’essenza stessa della sostanza artistica. Il cinema racconta eminentemente per immagini e, ove queste siano sacrificate massicciamente a favore dei dialoghi sembra, a mio parere, tradire la sua stessa essenza. Ma naturalmente, ogni regola ha la sua eccezione: è il caso, per esempio del cinema di Rohmer o di Resnais, ma anche di tanti altri registi francesi e non solo. Forse non è un caso che Justine Triet, regista di Anatomia di una caduta, in questi giorni nelle sale, sia una giovane regista e sceneggiatrice francese (è nata nel 1978), con alle spalle una discreta carriera tutta centrata su un cinema di forte impegno sociale.

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Povere Creature! – di Yorgos Lanthimos (Usa, 2023)

C I N E M A


Articolo di Mario Grella

In una Londra da “futuro anteriore” (probabilmente vittoriana), il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe), un Frankestein con ambizioni fantascientifiche restituisce la vita all’aspirante suicida Bella (una credibilissima Emma Stone) che da aspirante diventa poi effettivamente suicida nelle torbide acque del Tamigi; in realtà il suicidio riesce a metà, poiché questo Dottor Calligari alla rovescia, invece di farsi i fatti suoi, raccoglie il cadavere della sventurata che è pure incinta e la porta nel suo laboratorio dove, con una operazione in day-hospital, preleva il cervello del nascituro e lo inserisce nella scatola cranica della giovane donna. Il risultato finale è un corpo di donna con il cervello di un neonato. Del resto anche Goldwin Baxter non dovrebbe aver avuto un’infanzia tranquilla, in considerazione del suo aspetto a dir poco inquietante. A sorvegliare i progressi della donna-bambina vien chiamato Max McCandles, giovane studente di medicina che la aiuterà a districarsi nel mondo, compreso quello dell’eros, tanto che il dottor Baxter decide di darla in moglie al giovane studente.

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Perfect Days – di Win Wenders (Giappone, Germania, 2023)

C I N E M A


Articolo di Mario Grella

“Sospendere il divenire è l’unico modo per rimanere eterni”. Lo disse Carmelo Bene, molti anni fa, in una intervista. Ecco, se volessimo partire da un punto fermo dell’ultimo ed attesissimo film di Wim Wenders, potremmo partire da questa affermazione del grande uomo di teatro italiano. Hirayama, il protagonista silente di Perfect Days, vive “in” e “di” una continua ripetizione degli atti quotidiani della sua umile vita: si sveglia, si rade, si lava, si veste, va al lavoro ascoltando cassette di classici rock, blues, soul (pulisce i bagni pubblici in diversi punti di Tokyo), pranza al parco con un panino e fotografa i rami degli alberi, prima di tornare a casa passa dai bagni pubblici per una doccia, poi esce a cena sempre presso lo  stesso localino di ramen, (tranne la domenica); poi torna a casa e legge (Faulkner) prima di coricarsi sul futon dell’umilissima dimora. E al mattino dopo il ciclo ricomincia da capo. La ripetizione è la forza della storia di Wenders e “La ripetizione”, detto per inciso, è anche il titolo di un libro di Peter Handke che con Wenders ha più di una similitudine.

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