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Red Hot Chili Peppers – Unlimited Love (Warner Records, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Il 1 aprile è uscito il dodicesimo album in studio dei RHCP, a distanza di sei anni dal precedente The Gateway, registrato a Malibù con il ritorno alla chitarra di John Frusciante, al posto di Josh Klinghoffer, e del produttore Rick Rubin, con cui avevano firmato i più grandi successi della loro discografia. L’album è stato preceduto, tra febbraio e marzo, dall’uscita di quattro singoli (Black Summer, accompagnato anche da un bel video diretto da Deborah Chow, Poster Child, Not The One e These Are The Ways). Il rientro nel gruppo di Frusciante ha reso tutto più semplice, a detta di Flea, con la musica che scorreva da sola in studio e la ritrovata alchimia dei primi tempi. Unlimited Love è bello lungo, ma poteva andare anche peggio visto che quando i quattro si sono ritrovati a jammare, alla fine della pandemia, le tracce su cui lavorare erano addirittura cento, ridotte poi a cinquanta canzoni, il che fa pensare all’uscita imminente di altri lavori; ben diciassette pezzi (nell’edizione giapponese uno in più), di cui alcuni oltre i cinque minuti, frutto di un’intenso e accurato lavoro di arrangiamento, come raccontato da Kiedis in persona. Ogni brano è una sfaccettatura dei quattro musicisti, che riflette la loro visione dell’universo e il loro desiderio di essere una luce nel mondo, che unisca le persone; un titolo che conferma la ritrovata armonia tra i componenti della band, che si sono lasciati alle spalle le incomprensioni del passato, legate ad un eccesso di competitività, che li portava spesso a discutere tra di loro.

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Silk Sonic – An Evening with Silk Sonic (Atlantic Records, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Di Bruno Mars si sa pressoché tutto, essendo tra gli artisti più acclamati dell’ultimo decennio, una macchina sforna hits, meno conosciuto, invece, il compagno d’avventura Anderson .Paak, cantante, rapper, batterista e produttore discografico, che in passato si faceva chiamare Breeze Lovejoy. In realtà nel corso della sua carriera ha vinto ben tre Grammy Awards, ma in Italia non ce ne siamo quasi accorti, e ha partecipato a diversi progetti, con Knxwledge, con The Free Nationals e Dr. Dree. Quello che non immaginavo è che i due, pur essendo entrambi nati negli anni ’80, avessero una passione per un genere, la musica soul, che ha espresso il meglio di sé nel ventennio ’60-’70. Paak incontra Mars durante il 24K Magic World Tour del 2017 e tra i due nasce una speciale alchimia che li porta, nello stesso anno, a lavorare negli Abbey Road Studios di Londra assieme a Nile Rodgers (un’altra leggenda vivente) e Guy Lawrence degli Chic. I due si divertono come vecchi amici che strimpellano in un garage e nel 2021 annunciano la nascita del duo, attraverso i canali social, trovando nel bassista Bootsy Collins una specie di padre spirituale, oltre che uno special guest per l’album nascente, e sarà proprio lui a scegliere il nome del gruppo. Diversi tra loro, Mars quasi maniacale nella produzione dei brani, Paak più istintivo, i due sembrano completarsi a vicenda, accomunati da un passato poco semplice, che li ha visti dormire per strada agli esordi e con un background familiare non proprio idilliaco. An Evening with Silk Sonic è la loro risposta alla pandemia, un modo per esorcizzare la tragedia e diffondere buoni sentimenti e vibrazioni positive, un album, a detta loro, per “far star bene le donne e far ballare”.

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