R E C E N S I O N E
Recensione di Riccardo Talamazzi
Ci troviamo a festeggiare, in questa occasione, il compleanno di un gigante del jazz che ha stigmatizzato i suoi anni sulla copertina dell’ultimo lavoro con l’acronimo MP85, cioè Michel Portal, accanto al numero delle sue primavere… È un dato di fatto che ultimamente ci troviamo di fronte ad una riscossa di grandi vecchi nel campo del jazz, coraggiosamente guidata da musicisti come Archie Shepp, Pharoah Sanders, Joe Chambers ed ora Michel Portal. La cosa più importante è che i lavori di questi artisti non sono banali obblighi contrattuali o zoppicanti riempitivi di fine carriera ma si tratta di musica cresciuta dal cuore, un profluvio di fantasia e di potente, sorprendente senso creativo. Un’arte che se la ride della decadenza fisica e che rivela un’anima giovanile, arricchita dall’esperienza di chi ha veramente assorbito tutti gli umori possibili di questi ultimi cinquant’anni di musica. Per chi non conoscesse il clarinettista e sassofonista francese dobbiamo ricordare che ha alle spalle una sterminata serie di tracce discografiche, sia a titolo personale che in ambito collaborativo con artisti di area jazz, leggera e “colta” contemporanea, e, in quest’ultima dimensione, annotiamo le sue partecipazioni come esecutore a musiche di Poulenc, Berio e Boulez, tra gli altri.
