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CousteaX – Stray Gods (Salamander Records, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Francesca Marchesini

Let me kneel at your altar/let me slake your thirst
a little holy water/then some chapter then some verse

(CousteauX, Love The Sinner, 2021)

Nel 2017, l’irlandese Liam McKahey e l’australiano Davey Ray Moor si ricongiungevano per dare vita a una versione più oscura del loro originale gruppo d’appartenenza: i Cousteau. A distanza di dieci anni da un ipotetico scioglimento, le due voci del gruppo d’origine hanno pubblicato l’album omonimo della (ri)formazione, CousteauX; dopo un’altra pausa di quattro anni, McKahey e Moor donano al pubblico un nuovo lavoro noir-pop, Stray Gods.
Tra le dodici tracce contenute in questo nuovo lavoro in studio, spiccano due cover: Karen Don’t Be Sad di Miley Cirus e So Long, Marianne di Leonard Cohen. Se questo secondo titolo non sorprende, sulla scelta del primo brano potrebbe sorgere qualche dubbio. Moor ha dichiarato di essere rimasto colpito da una versione live del brano eseguita dalla Cirus durante un episodio del Saturday Night Live del 2015; la performance sincera e la dolcezza del brano hanno spinto il duo a realizzarne una loro interpretazione.

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Gli Scordati di Joe – Vol. 21

Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.

Articolo di Giovanni Carfì

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