R E C E N S I O N E
Recensione di Mario Grella
Non so che di voi si ricordi di Otto & Barnelli. Probabilmente pochi e tutti della mia età, poco meno o poco più. Otto & Barnelli erano due musicisti di strada, due “buskers” in termine tecnico, erano dei tutto fare che suonavano più o meno una decina di strumenti contemporaneamente e in Italia li fece conoscere la mente geniale ed in perenne ebollizione di Renzo Arbore. Anche se il paragone può apparire irriverente (ma poi è tutto da dimostrare poiché Otto & Barnelli erano assolutamente geniali nel loro genere), è la prima cosa che ho pensato leggendo il comunicato stampa che accompagna Suitable Benchmarks of Reform, disco dell’ecclettico Collin Sherman, uscito nello scorso mese di gennaio. Il giovane jazzista statunitense con questo lavoro giunge alla sua tredicesima pubblicazione utilizzando sempre lo stesso metodo: suonare tutti gli strumenti da solo, ovvero: sax contralto, sax soprano; clarinetto, clarinetto basso, oboe, tastiere, sintetizzatore, chitarra elettrica, batteria e, naturalmente, elettronica. Collin Sherman è un artista molto “tecnico” e metodico e anche le note che accompagnano il disco sono un piccolo trattato di tecnica musicale che, a ben vedere, sembra non lasciare spazio a sbavature di sorta. È tutto molto ben descritto, organizzato, programmato e, di conseguenza, eseguito.
