L I V E – R E P O R T


Articolo di Luca Franceschini, immagini sonore di Lino Brunetti

Forever, oltre ad essere stato uno dei dischi più belli dell’anno passato, almeno per il sottoscritto, ha rappresentato per Francesco Bianconi il capitolo del definitivo raggiungimento della maturità. Che, lo capisco, è un giudizio un po’ strano da dare, per un artista che è in giro da oltre vent’anni e che con i Baustelle ha scritto un pezzo non secondario della musica italiana.
Eppure, quando ai tempi de I mistici dell’occidente e di Fantasma aveva provato a virare verso un cantautorato in qualche modo più sofisticato, i risultati non erano stati del tutto convincenti.
La sua prima prova da solista, arrivata dopo i due volumi de L’amore e la violenza, che avevano riportato la sua band madre sul terreno Pop a lei più congeniale, è invece di tutt’altra pasta. Le orchestrazioni, il linguaggio della musica classica contemporanea, una scrittura di livello altissimo che trascende qualunque tipo di etichetta o dimensione precostituita, per abbracciare il piano di una bellezza assoluta e senza tempo, sono tutti dati che rendono la parola “capolavoro” niente affatto esagerata.
È un disco che meritava di essere portato dal vivo ed è per questo che i continui rinvii a causa della situazione pandemica, dopo che già la pubblicazione era stata rinviata, facevano male.
Oggi finalmente si riesce a recuperare e la data milanese, nell’elegante cornice del Castello Sforzesco, è indubbiamente un’occasione privilegiata per ascoltare queste canzoni, approfittando anche della fortunata congiuntura metereologica che ha tenuto i violenti temporali previsti, confinati a poche ore prima dall’inizio.

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