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Alternative Rock

Zugabe – Lowland (RE_verb, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Nadia Cornetti

È fresco d’uscita – fuori il 19 maggio 2023 per l’etichetta RE_verb – l’EP Lowland, nuovo lavoro della band Zugabe. Appena iniziato l’ascolto, prima di documentarmi sui musicisti che compongono questo progetto – e sui generi musicali che abbracciano, sui quali c’è da scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora – ho subito pensato che nessun titolo sarebbe stato più azzeccato: la pianura, una vasta distesa che ti fa intravedere solo lontano l’orizzonte, una calma e immensa landa desolata e infinita, questo è ciò che mi hanno evocato i primi secondi di ascolto. Gli Zugabe sono quattro ragazzi italiani, veronesi per la precisione: Alberto Brignoli (alla chitarra, alla voce e ai rumori), Alberto Gaio (alla chitarra solista), Antongiulio Ceruti (alla batteria, alla voce e al pad), Michele Pedrollo (al basso); il gruppo esiste dal 2013, e questi 10 anni di attività, evoluzione e presa di coscienza della direzione da seguire si sentono tutti nel loro sound.

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Semisonic – Feeling Strangely Fine (MCA Records, 1998)

R E C E N S I O N E


Recensione di Andrea Notarangelo

I compleanni vanno celebrati. I festeggiamenti sono importanti non solo perché servono a definire ciò che siamo, ma anche perché ci rammentano quello che siamo stati e cosa siamo riusciti a creare. C’era una volta una band chiamata Semisonic. Perché si chiama(va) così? Nessuno lo sa, nemmeno loro. Una volta ho letto su una rivista che dopo aver fatto successo indirono un concorso sul loro sito ufficiale per chiedere ai propri fan quale secondo loro potesse essere il significato di tale ragione sociale. In questo modo, durante le interviste, anziché rispondere “non lo sappiamo”, avrebbero potuto dare la miglior definizione possibile. Chissà se è vero, ma ho sempre trovato questa storia molto carina. Questa premessa solo per inquadrare i soggetti, un trio che fece centro con il loro secondo disco, un album pop in grado di mandare in frantumi le classifiche degli album e dei singoli più venduti di tutto il mondo. Il 24 marzo Feeling Strangely Fine ha spento venticinque candeline e colgo la palla al balzo per parlarvene. La band di Minneapolis, nata dallo scioglimento dei Trip Shakespeare, un gruppo che raggiunse una certa notorietà anche fuori dal Minnesota, dopo la consueta trafila dei primi demo, riuscì a debuttare sulla lunga distanza con Great Divide. Il disco, un alternative rock acerbo con piccole sfumature grunge, come andava per la maggiore in quel periodo, tra i suoi punti forti non aveva l’originalità, ma una semplicità disarmante nel riuscire a creare melodie sempreverdi che mantenevano alta l’attenzione dall’inizio alla fine (un esempio su tutti è la canzone Delicious, presente anche nella colonna sonora di Friends). Ci riprovarono poco dopo mettendo a frutto l’esperienza maturata e trovando così la chiave per accedere al Sacro Graal e creare il disco definitivo.

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