Articolo di Luca Franceschini.

Bisogna solo ringraziare di avere tra le mani un altro disco dei Cheap Wine. Coi tempi che corrono, col mercato discografico sempre più affossato, il pubblico sempre più disinteressato, soprattutto nei confronti di certe sonorità, il mainstream radiofonico e i mega eventi come unica realtà che possa ritagliarsi dello spazio sui mezzi di comunicazione, che un gruppo come il loro sia sempre qui, ogni due anni o giù di lì, ad offrirci qualcosa da ascoltare, è una notizia al limite del commovente.
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