R E C E N S I O N E
Recensione di Andrea Notarangelo
Il terzo album solista di Eddie Vedder, se non si considera Flag Day, colonna sonora dell’omonimo film, in comproprietà con Cat Power e Glen Hansard, porta con sé qualche novità e molte conferme. Earthling è un disco solo di inediti, a differenza dei suoi predecessori e, per la prima volta, non si tratta di un lavoro a tema, ma una semplice ed immediata raccolta di canzoni. Ukulele Songs, uscito nel 2011, era infatti un album interamente suonato con l’ukulele, vera e propria passione del nostro reduce di Seattle che incontrò lo strumento ai tempi di Binaural (album dei Pearl Jam del 2000) e del quale se ne innamorò perdutamente. L’esordio solista del 2007 fu invece un fulmine a ciel sereno; quel Into the Wild, colonna sonora dell’omonimo film oltre che gioiellino discografico. Fatte le dovute premesse, si può affermare che Earthling è un buon album che conferma ma non osa. Occorre dirlo subito, Long Way, il singolo apripista, sarà anche una traccia molto tradizionale, ma che sa colpire nel profondo l’ascoltatore. Difficile non riuscire a smettere di cantare tra sé e sé “He took the long way on the freeway”.
