R E C E N S I O N E
Recensione di Claudia Losini
Il produttore di elettronica neoclassica Nils Frahm e l’icona tedesca F.S. Blumm tornano a collaborare con il quarto disco 2×1=4, titolo che a primo acchito potrebbe ricordare un orwelliano 2+2=5.
Qual è il recondito senso di questa moltiplicazione? Due compositori producono insieme il quarto disco, molto banalmente, oppure la creatività di due teste insieme può creare un’opera che oltrepassa addirittura ciò che avevano pensato immaginabile.
E in effetti questo disco è molto diverso dalle produzioni precedenti: fin dall’inizio Music for lovers, music versus time e in seguito Music for wobbling, music versus gravity, una sorta di doppio concept album, se così vogliamo vederlo, dove la musica esplora il concetto di tempo e gravità, sezionando il suono fino a scomporre ogni singola nota, indugiando nelle chitarre e nel piano, per sublimare la fragilità e le emozioni e congelarle in un istante. Anche Tag Eins Tag zwei, che a sua volta è un concept album a sé stante, non si allontana da questi binari, ma traccia con maggiore forza la sinergia emotiva di Blumm e Frahm.

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