R E C E N S I O N E
Recensione di Claudia Losini
Il produttore di elettronica neoclassica Nils Frahm e l’icona tedesca F.S. Blumm tornano a collaborare con il quarto disco 2×1=4, titolo che a primo acchito potrebbe ricordare un orwelliano 2+2=5.
Qual è il recondito senso di questa moltiplicazione? Due compositori producono insieme il quarto disco, molto banalmente, oppure la creatività di due teste insieme può creare un’opera che oltrepassa addirittura ciò che avevano pensato immaginabile.
E in effetti questo disco è molto diverso dalle produzioni precedenti: fin dall’inizio Music for lovers, music versus time e in seguito Music for wobbling, music versus gravity, una sorta di doppio concept album, se così vogliamo vederlo, dove la musica esplora il concetto di tempo e gravità, sezionando il suono fino a scomporre ogni singola nota, indugiando nelle chitarre e nel piano, per sublimare la fragilità e le emozioni e congelarle in un istante. Anche Tag Eins Tag zwei, che a sua volta è un concept album a sé stante, non si allontana da questi binari, ma traccia con maggiore forza la sinergia emotiva di Blumm e Frahm.

Ora dimenticate tutto ciò che è scritto sopra, perché 2×1=4 va oltre ogni indugio: permane la dissezione quasi scientifica dei singoli strumenti, ma ogni suono viene adagiato su un tappeto dub, che non risulta mai troppo invasivo. Alcuni brani sono più sbilanciati verso questo genere, come Raw Chef e Neckrub, ma in generale quello che si percepisce è un equilibrio tra ambient e dub, ben rappresentato da Sarah & Eve, che, nonostante cominci con un ritmo da dancehall, rallenta fino a diventare un viaggio quasi psicotico nelle menti dei due produttori che tirano i suoni fino quasi a spezzarli, e scavano a fondo tra improvvisazioni e casse.
Un divertimento improvvisativo quindi, quello di 2X1=4, che nasce per l’appunto in una session nel 2016, appena concluso il loro terzo lavoro, da una passione comune, quella per la dub (anche se Frahm ci tiene sempre a sottolineare in modo ironico come lui abbia un approccio molto più “tedesco” alle sue influenze), e che si trasforma in un’opera altra, un disco ambient-quasi dub, o un disco dub quasi ambient. Non si può dire con certezza, così come allo stesso modo non si può affermare che i loro dischi precedenti fossero jazz, l’importante in questo caso è seguire il flow dei 7 brani e godersi il momento di sorpresa, indugiando, come loro stessi ci insegnano, in ogni piccola sonorità e influenza.
Consigliato anche ai non esperti di suoni giamaicani, vi delizierete nello scoprire quanto “Brahms is nice, but King Tubby is nice as well”, come dice Frahm.
Tracklist:
01. Desert Mule
02. Presidential Tub
03. Puddle Drop
04. Buddy Hop
05. Sarah & Eve
06. Raw Chef
07. Neckrub
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