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Voci fuori dal coro

Ghost @ Milano Summer Festival, Milano – 29 maggio 2023

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Il lunedì è uno di quei giorni che vorrei starmene rinchiusa in casa perchè, dopo una pesantissima giornata di lavoro, non c’è nulla di peggio che fare harakiri nel girone infernale del traffico milanese, ma il 29 maggio non è un lunedì qualsiasi: ci sono i Ghost all’Ippodromo Snai per la serata che, di fatto, apre la stagione musicale meneghina, promettendo fulmini e saette perchè, oltre al gruppo svedese, ci sono in apertura i Lucifer e i Death SS, di cui ho sempre sentito parlare in termini entusiastici. Mi faccio coraggio e mi rimetto in auto fiduciosa, pensando di fare la furbata del secolo, passo per le stradine di campagna che circondano Chiaravalle, sperando così di risparmiarmi le code in tangenziale, ma ecco che arrivata all’incrocio di viale Tibaldi, in perfetto stile fantozziano, mi becco un bel rallentamento, restando inchiodata allo stesso semaforo per oltre venti minuti.

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Sick Tamburo @ District 272, Milano – 03 maggio 2023

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Dopo venti anni Milano è ancora in grado di sorprendermi: certo non ha la grandeur di Parigi o il fascino immortale di Roma, ma ha sempre in serbo qualche piacevole sorpresa. È una città che pulsa di vitalità con i suoi mille locali, le sfilate di moda, le manifestazioni sportive e, soprattutto, i live club dove ascoltare musica per tutti i palati: uno di questi è il District 272 di via Padova, periferia nordest, nel cuore di un quartiere multietnico, che in passato ha destato non poca preoccupazione nelle amministrazioni locali, ma che ora sta vivendo un periodo di riqualificazione grazie alle attività dei comitati di zona. Location non esageratamente grande, ma con un’ottima visuale data anche dal piano rialzato, perfetta per gruppi come i Sick Tamburo, che rappresentano al meglio la scena alternative rock nostrana, con un pubblico di nicchia, amante del punkrock, ma anche attento ai testi, vicini per certi versi al migliore cantautorato. Non solo canzonette, tanto per parafrasare quel celebre brano di Bennato, ma canzoni che stimolano le celluline grigie, non è un caso pertanto che, tra i seguaci di Accusani e soci ci siano i diversamente giovani, che avevano assistito all’exploit dei Prozac+ sul finire degli anni ’90, ma anche i millennials più gagliardi, quelli che ieri sera mostravano fieri le loro creste, i jeans strappati e gli anfibi.

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Sick Tamburo – Non credere a nessuno (La Tempesta Dischi, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Non credere a nessuno è il sesto disco dei Sick Tamburo, uscito lo scorso 21 aprile per La Tempesta Dischi e distribuito da Believe. Per chi non li conoscesse la band nasce da un’idea di Elisabetta Imelio e Gian Maria Accusani, già accomunati da quello splendido progetto chiamato Prozac+ che con Acida del 1998 diede un bello scossone al panorama musicale nostrano. Ben riconoscibili dall’estetica, legata all’uso di passamontagna, camicia rossa e gilet nero, si affidano da subito a La Tempesta Dischi, collettivo di artisti indipendenti capitanato dai Tre Allegri Ragazzi Morti, anche loro di Pordenone.

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Metallica – 72 Seasons (Blackened Recording, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

L’uscita dell’undicesimo album dei Metallica è stata preceduta da un’attesa spasmodica, visto che se ne parlava ormai dal 2019 e che avrebbe segnato il ritorno della band metal più importante al mondo (insieme agli Iron Maiden naturalmente) ed è normale che sia così, nonostante le tante critiche, ricevute dagli anni ’90 in poi; certo non dev’essere facile replicare il successo commerciale di capolavori entrati nella storia della musica, specie quando tutti si aspettano che ne sforni uno all’anno né si può essere sempre al top senza cadere nella trappola dell’autoplagio, vale per tutti i gruppi, ma cos’altro si può chiedere a quattro musicisti che, alla soglia dei sessant’anni, continuano a mettersi in gioco, nonostante le vicissitudini della vita privata, ben note ai fans, e che passano da un palco all’altro senza sosta? Le seghe mentali le lasciamo a chi critica a priori gli artisti: i Metallica sono una delle poche certezze che ci sono rimaste in un’epoca di grande confusione e di fumo negli occhi, band come loro dovrebbero essere nominate patrimonio dell’Unesco, le chiacchiere stanno a zero. Ma veniamo al disco: il secondo pubblicato con la loro etichetta discografica, ancora una volta con Greg Fidelman (lo stesso di Slipknot e Black Sabbath) nel ruolo di deus ex machina, come in Hardwired…to Self-Destruct del 2016, poi sette anni passati in tour, che hanno permesso loro di festeggiare i quarantadue anni di carriera e di farsi conoscere dalle nuove generazioni, grazie anche alla spinta data dalla partecipazione alla O.S.T. di Stranger Things con la sempreverde Master of Puppets del 1986.

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Marrano – Carne Ossa (LostDog Records/ ADA Music, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Ultimamente la musica indipendente italiana offre parecchi spunti di riflessione e anche qualche bella sorpresa in un periodo in cui, invece, da oltremanica non sembra più arrivare nulla di nuovo: oggi, ad esempio, voglio parlarvi dei Marrano: nati a Rimini nel 2015 dall’incontro tra Andrea Fantini (basso e voce), Daniele Paglialonga (voce, chitarra e piano, nonché ideatore dei testi) e Nicola Abati (batteria e synth), dopo pochi mesi pubblicano già il primo omonimo EP, presentato poi in tour in Italia. Nel settembre del 2017 sfornano il primo album, Gioventù Spaccata, che dà loro l’occasione di condividere i palchi con artisti del calibro de I Ministri, Andrea Laszlo De Simone, Gazebo Penguins, Havah, ecc… Nel 2020 danno alla luce il secondo album, Perdere, e, nell’estate dello stesso anno pubblicano la cover di Sabotage, brano cult dei Beastie Boys. Nel 2022 si dividono tra scrittura ed esibizioni live con i singoli Poveri Diavoli, Ekomostro e Bruciare, che anticipano l’uscita della terza fatica in studio, Carne Ossa, edito il 17 febbraio per LostDog Records e distribuito da ADA Music Italy.

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Eagle-Eye Cherry @ Santeria Toscana 31, Milano – 21 febbraio 2023

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Se la musica ce l’hai nel DNA, non devi far altro che assecondarla: è stato così per suo padre Don, apprezzato trombettista jazz, per sua sorella Neneh, pioniera del hip hop al femminile e lo è anche per lui; Eagle-Eye Cherry, dopo una carriera nel cinema (per chi ha una certa età può ricordarlo nei film Nato il quattro luglio o The Doors e nei telefilm I Robinson e Miami Beach), era arrivato al successo con i singoli Save Tonight e Falling in Love Again, estratti dal primo album Desireless del 1997, prodotto interamente nella camera da letto, quasi in segreto fino al completamento. Un disco che lo aveva portato rapidamente al successo, conquistando un disco di platino e vendendo quattro milioni di copie in tutto il mondo, trampolino di lancio per il successivo tour con apparizioni anche al Festivalbar in Italia. Un esordio così dirompente da farlo notare anche a Carlos Santana, che lo aveva voluto come ospite nell’album Supernatural, zeppo di featuring di un certo calibro. Da allora lo avevo un po’ perso dal radar, gli album successivi non avevano avuto una grande risonanza come quello di debutto e, dal 1998 al 2022, il tempo sembra essere passato in un battibaleno, così quando ho visto che avrebbe suonato al Santeria mi sono detta:”perchè no?”, curiosa di vederlo di nuovo all’opera. In realtà, da quello che ho letto in giro, negli ultimi venticinque anni non è stato a girarsi i pollici, cinque album in studio, l’ultimo dei quali pubblicato lo scorso autunno, Back On Track, e uno dal vivo, più qualche apparizione in vari programmi e, soprattutto tanta musica dal vivo, fino al 2019 quando è stato costretto a fermarsi insieme al resto del mondo. Lo avevo già detto in precedenza, lo stop forzato poteva essere per tanti artisti la molla per tirare fuori nuova energia e così è capitato anche a lui, facendogli partorire le tracce del nuovo album e generando una voglia pazzesca di esibirsi di fronte al suo pubblico.

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Måneskin – Rush! (Sony Music/ RCA, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Ogni loro uscita è destinata a far discutere: il popolino, si sa, ama dividersi in fazioni e dibattere di tutto, quasi non avesse nulla di meglio a cui pensare; questo i Måneskin lo hanno imparato presto e, come tanti artisti prima di loro, ne hanno fatto un punto di forza. Ad ogni polemica, infatti, seguono milioni di visualizzazioni, servizi televisivi, articoli di giornale e il tutto si trasforma magicamente in soldini: questo è il business, basta vedere il clamore suscitato dal matrimonio organizzato in pompa magna per il lancio di Rush!, a cui certo non potevano mancare i vip del momento, da Fedez a Machine Gun Kelly, officiato niente di meno che da Alessandro Michele, ex direttore creativo di Gucci. All’insegna del glamour, nella splendida cornice di Palazzo Brancaccio, una cerimonia esagerata, come solo loro sanno fare, ed “esagerazione” sembra essere ormai la parola d’ordine perché, da Sanremo in poi, sono stati onnipresenti sui principali mezzi di comunicazione, consentendo loro di spiccare il volo verso traguardi internazionali, l’Eurovision Song Contest prima e le trionfali date negli States poi, culminate con l’apertura per i Rolling Stones, fino alla partecipazione alla colonna sonora del biopic su Elvis. A chi li rimprovera di essere un prodotto di laboratorio, rispondo che il risultato è andato ben oltre le aspettative perché si è messa in moto una macchina macina soldi senza precedenti per un gruppo italiano. Fatte queste prime considerazioni, ho aspettato una settimana a recensire l’album, volevo far attenuare il “rumore dei nemici”, come direbbe lo Special One Mourinho, per non lasciarmi influenzare e concentrarmi solo sul prodotto musicale.

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Jet Set Roger and The Reindeers – In The Bleak Midwinter (Snowdonia dischi/Audioglobe, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Siete stanchi di ascoltare le solite canzoni natalizie di Mariah Carey e George Michael? Volete stupire parenti e amici con qualcosa di diverso? Ebbene, questo è l’album che cercavate! La Snowdonia dischi ormai ci ha abituato a vere e proprie chicche e non poteva essere diversamente anche per questo lavoro di Jet Set Roger and The Reindeers, In The Bleak Midwinter, uscito lo scorso 9 dicembre e distribuito da Audioglobe. A 14 anni dal primo volume Roger Rossini torna con la sua band natalizia e un nuovo disco composto per metà da brani inediti e per metà da canzoni già pubblicate in passato, ma con un arrangiamento del tutto diverso dal precedente. Rispetto al primo capitolo, la band si è impreziosita di nuovi elementi, che ampliano la tavolozza di colori aggiungendo un tocco swing e folk, senza tradire però l’originario approccio scanzonato che ci riporta in un luogo senza tempo e indefinito, sia esso una taverna inglese del 1600, come nella ballata dal sapore celtico Greensleeves, o un piccolo club americano degli anni cinquanta, come nella scatenata Santa Claus is comin’ to town.

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Assalti Frontali @ Barrio’s Live, Milano – 7 dicembre 2022

L I V E – R E P O R T


Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio

Gli Assalti Frontali rappresentano la storia della cultura hip hop italiana; sempre in prima linea da trent’anni, hanno pubblicato lo scorso luglio l’album Courage cui è seguito un tour promozionale, che il 7 dicembre ha fatto tappa anche a Milano. Per chi non lo conoscesse, il Barrio’s Live non è solo un locale per mangiare e ascoltare musica, ma un punto di riferimento per i ragazzi del quartiere Barona, periferia sudovest del capoluogo lombardo, che, come tante periferie delle grandi città è diventato crocevia di razze e culture. Fortunatamente però, laddove qualcuno scorge solo problemi e degrado, qualcun altro ha avuto la lungimiranza di andare oltre le apparenze e, a partire dal 1997, grazie a Don Gino Rigoldi e a Comunità Nuova, vede la luce il centro di aggregazione giovanile, una particolare costruzione in ferro a forma di fungo, che sovrasta piazza Donne Partigiane, impossibile non notarla per la bellezza dei murales. Poi, nel 2000, con il contributo di Fondazione Cariplo, Bpm e di 1500 volontari, è stato realizzato il Villaggio Barona, primo complesso di housing sociale che ospita persone in appartamenti con affitto calmierato: rifugiati politici, studenti, ex tossicodipendenti, ragazze madri e famiglie in difficoltà. Il fungo ospita non solo il Barrio’s Live, ma anche il Teatro Edi e il centro sociale, il tutto gestito dalla Onlus Gli Amici di Edoardo, che organizza laboratori teatrali, doposcuola, lezioni di musica, momenti di supporto psicologico e corsi per l’inserimento lavorativo dei ragazzi sotto i 19 anni. Per questo motivo non si poteva scegliere una location migliore per il gruppo di Militant A e Pol G, che dell’arteducazione hanno fatto la loro mission, promuovendo laboratori di rap nelle scuole delle periferie romane e a Bab et Tabbaneh, quartiere a 30 km dal confine siriano, per bambini rifugiati, in quello che è stato il progetto europeo Singing for Peace. Preceduti da una kermesse di giovani rappers, alcuni locali, altri venuti da fuori città a raccontare storie di droga, di facili cadute e difficili riscatti, come da copione nell’attuale scena rap milanese, con un linguaggio però un po’ troppo colorito per me che vengo dalla old school e vedo nella musica una occasione di inclusione e non di divisione; non vi nascondo che ho provato un certo ribrezzo nel sentire frasi del tipo “picchio quel frocio di Mamhood/lo riempio di lividi così lo lascio a terra nudo con i brividi“. La prima ora passa così, qualche spunto interessante di riflessione c’è, ma questa sera sono là per gli Assalti e, mentre dall’altra parte di Milano sfilano pellicce e abiti firmati per la prima della Scala, io aspetto con ansia di sentire cantare di grandi ideali e battaglie sociali.

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