R E C E N S I O N E
And they thought me broken, that my tongue was coated lead
But I just couldn’t make my words make sense to them
(Radical Face, The Mute, 2013)
Recensione di Francesca Marchesini
Hype è un termine inglese traducibile con “grosso lancio pubblicitario”; l’espressione si riferisce a tutte quelle campagne di marketing basate sul sensazionalismo e lo scalpore. Pensando all’utilizzo di questa strategia di vendita, in campo musicale, non esiste artista più lontano dal concetto di hype come lo statunitense Ben Cooper. Lo scorso 2 febbraio, il musicista indie-folk ha rotto il silenzio mediatico, durato diversi mesi, per annunciare con un semplice post Instagram l’uscita di un nuovo EP. Cooper non è mai stato particolarmente avvezzo ai social, per mantenersi in contatto coi fan predilige l’uso di blog ed e-mail.; nel 2020, dopo l’uscita a gennaio del singolo Reveries, il musicista ha attivato la newsletter Hidden Hollow, attraverso la quale ha inviato ai suoi fan materiale artistico e anche alcuni dei brani che sono poi entrati nella tracklist di questo nuovo lavoro in studio.
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