A P P U N T I D A N O V A R A J A Z Z
Articolo di Mario Grella
Nella luce dorata del tardo pomeriggio John Edwards, davanti alle icone del rito Cristiano-Bizantino della Chiesa del Carmine a Novara, sembra anche lui un’icona: concentrato sul suo contrabbasso o forse concentrati uno sull’altro. Solo chi non ha mai assistito ad un concerto di “contrabbasso solo” può essere sfiorato dal dubbio che il contrabbasso sia uno strumento di secondo piano, del resto aveva già fugato ogni dubbio nel 1980 lo scrittore e drammaturgo Patrick Suskind nel monologo ad esso dedicato. Ricordiamo che NovaraJazz allo strumento ha dedicato più di un concerto nel corso degli anni. Anche per John Edwards il contrabbasso diventa il centro di un mondo acustico e sonoro di grande suggestione. Accenti molto nordici, come si addice allo strumento che, nella luce mediterranea della Chiesa del Carmine, assumono connotazioni meno fredde. Il resto lo fa la bravura e l’estro di Edwards in una improvvisazione senza confini che va dalla percussione al pizzicato, ai due archetti infilati tra le corde, alle impugnature non ortodosse dello strumento, in una strabiliante varietà di suoni.
