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NU Arts and Community: Elisabetta Consonni e Mario Mariotti, Sofia Donato, Jonas Mekas @ Novara – 02.10.22

A P P U N T I  D A  N O V A R A J A Z Z


Articolo e immagini di Mario Grella

Comincia al mattino la giornata finale del festival Nu Arts and Community con la performance singolare e suggestiva, di Elisabetta Consonni (coreografia) e Mario Mariotti (tromba), Il secondo paradosso di Zenone (che tutti ricorderanno dai tempi della scuola). Un astronauta e un trombettista, camminano (e suonano) con esasperante lentezza nel centro della città, tra passanti incuriositi e divertiti, come se esplorare e “sondare” il mondo fosse cosa ridicola. Mentre Elisabetta scruta da presso panchine, segnali stradali, muri, porte, la tromba di Mario Mariotti si cimenta non solo con lo spazio-tempo, comune per un musicista, ma anche con lo spazio urbano fatto di barriere, passaggi, percorsi. La performance si conclude nel giardino del Museo Faraggiana dove ad aspettarli, per il secondo appuntamento della giornata, ci sono grandi pagine di Hayden, Chopin, Liszt, interpretati da una ultra-talentuosa diciassettenne bolognese, Sofia Donato che letteralmente incanta l’attento pubblico di Nu.

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Francesco Chiapperini – On the Bare Rocks and Glaciers @ Opificio, Novara – 24 marzo 2022

A P P U N T I  D A  N O V A R A J A Z Z


Articolo di Mario Grella

L’associazione tra jazz e musica popolare non è né nuova, né cervellotica. Il jazz delle origini nasce fortemente connotato da una vena popolare ed oggi, sempre più, sembra voler rivendicare quelle origini, benché felicemente mescolate allo spirito dell’innovazione e della ricerca. Francesco Chiapperini e il suo gruppo: Virginia Sutera (violino), Vito Emanuele Galante (tromba), Mario Mariotti (cornetta), Roger Rota (fagotto) e Andrea Ferrari (sax baritono), giovedì sera all’Opificio di Novara per Taste of Jazz 2022, hanno riportato in città un progetto oltremodo interessante, On the Bare Rocks and Glaciers, (già presentato nell’agosto del 2020, al Castello di Novara nella difficilile stagione post-pandemica), che affonda le radici in un filone della musica popolare, italiana in particolare, di grande tradizione e di tenace memoria: i canti alpini.

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Mario Mariotti – Blues Pour Boris (Amirani Records, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Blues pour Boris, l’ultimo lavoro di Mario Mariotti, è un magnifico “pastiche” concettuale, prima che musicale, e a spiegarcelo è lo stesso Mariotti, nelle note di copertina che accompagnano l’uscita del disco. Dedicato a La schiuma dei giorni, romanzo-choc di Boris Vian, il lavoro musicale trae ispirazione da un fitto intreccio di rimandi: imbattutosi casualmente in un ritaglio di giornale, Mariotti legge che la madre di Boris, Yvonne Vian, grande melomane, decide di chiamare il figlio Boris, avendo ascoltando il Boris Godunov di Modest Mussorsgky. E fino a qui la cosa è abbastanza lineare. Ma Mario Mariotti lascia libera di vagare la sua mente, che decide di prendere spunto per questo lavoro dal sistema compositivo di Olivier Messian e in particolare dal suo metodo detto “modi a trasposizione limitata”. Oltre a questo, vi è nel disco un preciso riferimento alla melodia Mood Indigo di Duke Ellington, molto amato da Vian. Ma non basta perché, oltre al materiale musicale, Mariotti correda il disco con ampie citazioni dal romanzo di Boris Vian. Diciamo che questa è sinteticamente la mappa concettuale del disco e scusate se è poco. Aggiungiamo che il disco è stato pubblicato in occasione del quarantesimo anno di attività della piccola, ma preziosa casa editrice milanese Marcos Y Marcos e ricordato tutto ciò, possiamo passare all’ascolto.

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Un concerto al giorno. Giorno03. A night for Chet Baker.

Diario quotidiano di Domenica D’Agosto #unconcertoalgiorno

Tutti quanti voglion fare il Jazz

Siamo al terzo della lunga serie di concerti e già mi trovo afona e sovraeccitata per aver cantato e saltato senza ritegno tra la folla. Decido di darmi una calmata e concedere tregua alle corde vocali assistendo ad un tributo strumentale, un po’ vintage e molto cool, per la precisione cool jazz: “My Funny Valentine: a Night for Chet Baker”.

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