I N T E R V I S T A


Articolo di Luca Franceschini

Dai tempi de Il primo viaggio Mattia Delmoro ne ha fatta di strada. Se quel disco aveva incantato per un immaginario a tratti psichedelico, per una ricerca sonora costante, unita ad un approccio “battistiano” al songwriting, la svolta Pop, più propriamente Italo Disco, intrapresa con l’Ep Balìa ha sorpreso un po’ tutti ma ha anche evidenziato una certa continuità con un lavoro fatto di scrittura ad alto livello e arrangiamenti curati al dettaglio. Con il successivo singolo Complesso, che aveva come Lato B una riuscita cover di Le parlerò di te dei Righeira, l’artista friulano ormai stabilmente trapiantato a Milano, aveva intrapreso un discorso live che aveva mostrato come innanzitutto il suo fosse un progetto da assaporare nella dimensione del palco. Il Covid ha ovviamente interrotto tutto e chissà quando si riprenderà, ma nel frattempo la musica non si è fermata: Rendez-Vous, secondo disco e prima prova sulla lunga distanza di questa nuova declinazione sonora, conferma tutto quanto fatto di buono da Delmoro ed alza notevolmente l’asticella qualitativa. È un disco estivo ma non del tutto spensierato: come tante delle cose uscite in quest’ultimo periodo, è figlio del lockdown, dell’incertezza e dei disagi che la pandemia ha portato con sé, di un clima di sospensione che, nel momento in cui scriviamo, non sembra affatto prossimo alla fine.
È probabile che non sentiremo queste canzoni dal vivo ancora per un bel po’. Detto questo, il disco è fuori ed è un gran bel disco, vale la pena impararselo a memoria per quando potremo finalmente cantarlo a squarciagola. Nel frattempo abbiamo raggiunto Mattia al telefono per una piacevole chiacchierata, dove si è cercato di parlare il più possibile di presente e poco di futuro…

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