R E C E N S I O N E
Recensione di Mario Grella
Cos’è il destino? Una prospettiva? Una concatenazione di eventi a cui solo successivamente si può attribuire un senso? Un groviglio di fatti? È un tema sul quale ho spesso riflettuto senza mai trovare nella filosofia o nella letteratura, una risposta, non dico esaustiva, ma nemmeno lontanamente soddisfacente. Ho scoperto poi che la cercavo in ambiti, per così dire “sbagliati”. Mi sono invece imbattuto, non del tutto casualmente, in una risposta molto più stimolante quando ho incominciato ad ascoltare Les douze cordes du destin, pezzo di apertura dell’eclettica formazione L’effet Vapeur, dal loro ultimo lavoro intitolato Ring. E così mi si è rivelato cos’è il destino: un insieme di armonie e disarmonie, stridore e ritmo, alti e bassi, un movimento disomogeneo come il corso delle nostre vite, che magari vorremmo diverse, ma che in fondo, ascoltando con attenzione (sia le vite che il pezzo), possono rivelarci tante sfaccettature e tanti momenti diversi.
