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Brian Wilson – At My Piano – His Classic Hits Reimagined For Solo Piano (Decca, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Pedron

Brian Wilson è quel genio che per oltre tre decenni (o tra i venti e i quarant’anni) di grande ispirazione (naturalmente non per tutta la carriera) ha contribuito più di ogni altro a conferire nuova linfa al canzoniere popolare americano rompendo e stravolgendo le più semplici convenzioni appartenenti al linguaggio musicale moderno esercitando una profonda influenza sui musicisti della propria generazione e di quelle successive.

Brian Wilson nel suo singolare microcosmo ha saputo coniugare con disinvoltura George Gershwin (Rhapsodie In Blue), il rock and roll di Chuck Berry, il jazz vocale dei Four Freshmen, The Penguins (Doo-Wop), Burt Bacharach, Paul McCartney, Randy Newman, The Ronettes, il Wall Of Sound di Phil Spector mettendoci del suo senza paragoni e senza precedenti. Nella sua brillante carriera anche da solista non è mai stato riluttante a rivisitare il passato. Ha inciso e rispolverato pochi anni fa l’inedito Smile, ha scritto due autobiografie ed è stato soggetto di due documentari ai quali ha contribuito.

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Melvins – Working with God (Ipecac Recordings, 2021)

R E C E N S I O N E


Articolo di Stefania D’Egidio

Band di difficile inquadramento i Melvins, nati nel 1983 ad Aberdeen, come gruppo hardcore punk, evoluto poi in sludge metal; la loro continua voglia di sperimentazione e il marcato senso dell’umorismo ne ha fatto un punto di riferimento negli anni ’90 per gruppi grunge come i Nirvana e i Soundgarden, soprattutto per l’accordatura in Drop D della chitarra di cui Osborne è stato un pioniere. Leggenda narra che sia stato proprio lui a presentare Dave Grohl a Cobain dopo lo scioglimento degli Scream. Mai entrati nell’Olimpo mainstream, sono considerati quasi una band di nicchia, sebbene tra le più prolifiche della storia con tantissimi live alle spalle e oltre quaranta album, tra quelli dal vivo, in studio e compilation varie. Nel mezzo continui cambi di line up e progetti paralleli. Working with God, pubblicato lo scorso febbraio con la casa discografica del compagno di merende Patton, ci riporta alla formazione del 1983 con King Buzzo Osborne alla voce e chitarra, Dale Crover al basso e Mike Dillard alla batteria: tredici tracce in tutto che confermano la vena dissacrante del gruppo statunitense, noto per i testi coloriti (per non dire farciti di volgarità varie). Con la delicatezza e la grazia di un ippopotamo aprono l’album alla loro maniera, fregandosene di tutto, con una versione rimaneggiata di un vecchio classico dei Beach Boys, I Get Around, che, per l’occasione, diventa I Fuck Around e proseguono in quella direzione per il resto dei minuti, anche con l’irriverente glamrock di Fuck You, non proprio da Accademia della Crusca…

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