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Cypress Hill – Back in Black (BMG, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Le leggende del hip pop latino, i Cypress Hill, tra i più rappresentativi e premiati gruppi degli anni ’90, sono tornate lo scorso 18 marzo con il decimo album in studio, Back in Black. Molti di noi li ricordano per il famoso singolo Insane In The Brain, in cui B-Real e Sen Dog si alternano sopra un break beat incalzante e ballabile, ma è con il successivo arrivo di Eric Bobo alle percussioni e grazie alla partecipazione ad eventi live, come il Lollapalooza Tour, che cominciano a scalare le classifiche R&B e pop. Considerati tra i pionieri del crossover, per le contaminazioni rock, reggae e punk dei loro brani, hanno finito per conquistare una più larga fetta di pubblico, apprezzati non solo dagli amanti del hip pop, ma anche dai metallari (celebri le collaborazioni con Tim Armstrong dei Rancid e gruppi quali Prodigy, Mobb Deep e The Alchemist). Dopo essersi presi una pausa tra il 2005 e il 2009, in cui i vari componenti si sono dedicati a progetti solisti, nel 2009 hanno di nuovo incrociato le loro strade, sfornando nel 2010 Rise Up, nel 2018 l’acclamato Elephant On Acid e, finalmente, Back in Black.

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AC/DC – Power Up (Sony Music, 2020)

R E C E N S I O N E


Articolo di Stefania D’Egidio

Sono passati 40 anni da quel 29 giugno in cui Brian Johnson si esibì per la prima volta in Belgio con gli AC/DC. Quella sera era tesissimo, aveva sulle spalle un’eredità pesante, quella lasciata pochi mesi prima dal compianto Bon Scott, e probabilmente si chiedette quanto sarebbe durata. Quasi mezzo secolo dopo, invece, sono ancora qua, nonostante gli sfortunati eventi degli ultimi anni: li avevamo lasciati trionfanti sul palco di Imola, poi la morte di Malcolm Young, la perdita di udito di Brian, che lo ha allontanato dalle scene per un pò, i guai giudiziari di Phil Rudd, ma si sa che quando sono ad un passo dalla fine, risorgono dalle ceneri e pubblicano un nuovo album con gli attributi. Back in Black è tuttora uno dei migliori lavori rock’n’roll di sempre, con oltre cinquanta milioni di copie vendute in tutto il mondo, difficile, se non impossibile, sfornarne uno altrettanto leggendario, ma anche Power Up non scherza mica. Prodotto da Brendan O’Brien, tra il 2018 e il 2019, nel Warehouse Studio di Vancouver è la diciassettesima fatica del gruppo australiano, la prima dopo la perdita di Malcolm, sostituito da Stevie Young; se Back in Black si presentava con una cover nera per rendere omaggio all’iconico Scott e iniziava, non a caso, con il suono di una campana, per Power Up è stata scelta una copertina rossa con il logo della band al centro e il palco sullo sfondo, con una fila di amplificatori schierati a dichiarazione di intenti. L’album uscirà il 13 novembre in diversi formati, digitale, CD standard, Deluxe Limited Edition e vinile in cinque versioni di colore; la versione Deluxe prevede una special box in cui, premendo un bottone laterale, si illuminerà il logo e si attiveranno gli altoparlanti integrati, all’interno del cofanetto, oltre al CD, ci saranno un booklet di venti pagine, con foto esclusive, e un cavo usb per la ricarica della scatola.

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