I N T E R V I S T A


Articolo di Riccardo Provasi

Non c’è niente di meglio di andare ad un concerto e tornare con una nuova band da voler seguire. E coi Dweet è andata esattamente così. Chitarre melodiche e gotiche, basso cavernoso e inarrestabile, batteria precisa come un metronomo e voce malinconica, gli ingredienti perfetti per un sound degno di band come Slowdie, Joy Division e qualunque altro artista sia in grado di connettersi col vostro lato oscuro.
Poco più di quaranta minuti di musica al C.I.Q. di Milano (se non lo conoscete, avete un compito per la prossima settimana!) sono bastati a farmi venir voglia di fare quattro chiacchiere con questi ragazzi: ecco cosa ne è uscito!

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