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Marta Tenaglia

Marta Tenaglia – Guarda Dove Vai (Costello’s Records, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Elena Di Tommaso

Ci sono molti modi per esprimersi e dire le cose così come stanno. E il modo, molto spesso, fa la differenza.
È quello a cui ho pensato ascoltando il disco d’esordio di Marta Tenaglia, uscito lo scorso maggio per Costello’s Records. L’album è frutto di un percorso lungo, tormentato da due anni di pandemia, in cui si percepisce una chiara evoluzione sia dal punto di vista personale, in grado di portare la giovane cantautrice ad una più ampia consapevolezza di sé (che si riflette benissimo nei testi ricchi di personalità), sia dal punto di vista musicale, per un disco che coniuga -senza sforzi- elettronica, r’n‘b, soul e pop contemporaneo grazie anche all’ottimo lavoro del produttore Federico Carillo (Canova e Ermal Meta). Ciò che davvero colpisce, in mezzo a questi arrangiamenti nu soul è la voce sussurrata ma incisiva e quasi ipnotizzante dell’artista. Senza alcun virtuosismo e senza urlare le sue debolezze o la sua rabbia è capace di affrontare con delicatezza e sincerità i temi più impegnativi, personali e dolorosi.
Sin dal titolo dell’album Guarda dove vai (che è la frase che la madre di Marta le ripeteva sin da piccola per ricordarle di guardare sempre ciò che stava facendo, in ogni ricerca e in ogni tentativo) si percepisce l’attenzione e la cura con cui la cantautrice si tuffa in questo lavoro, fatto di scelte ben precise, col coraggio di chi sa mettersi in discussione affrontando temi rilevanti partendo dalla propria esperienza.
Una esigenza quest’ultima già evidente prima dell’esordio musicale della cantautrice. Marta infatti aveva già pubblicato tre cover (Giovanni di Jamila Woods, Rapide di Mahmood e Fuck it di Eamon) in cui lo stile era già ben definito e riconoscibile. Con il podcast Cuore di vetro si spoglia di ogni velo e indaga anche sé stessa dialogando con quattro ospiti, uno per puntata.

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Qualunque – Shonen (Costello’s Records, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Giovanni Tamburino

Il contrasto tra la voce rauca e il primo verso di Bacino potrebbe già riassumere il concept di Shonen, il nuovo disco di Luca Milani aka Qualunque, uscito per Costello’s il 24 maggio scorso. Dopo l’esordio col botto di Mafalda, il meteo e tutto il resto.
A cavallo tra romanzo di formazione e confessione diaristica, si svolgono episodi, ricordi, pensieri di un novello Holden Caulfield che attinge a piene mani dalla cultura della provincia, tra Umbreon e Attack on Titan. Ad essere imprigionato in un immaginario da cameretta, di sere solitarie sotto il cielo di Legnano, di cuori spezzati, di maratone di anime – per i non addetti ai lavori, lo shonen è un genere di manga destinato ad un pubblico di giovani ragazzi – non rimane più semplicemente lo stereotipato adolescente brufoloso e solipsistico. A parlare è una generazione che ormai sfiora i trent’anni senza che lei, o chi per essa, se ne sia reso conto.

“E dimmi qual è il nostro posto,
che ho quasi trent’anni e non lo trovo”

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Marta Tenaglia: Donne dagli occhi grandi – Intervista

I N T E R V I S T A


Articolo di Luca Franceschini

È passato un bel po’ di tempo da quando ho visto Marta Tenaglia esibirsi al Tambourine di Seregno, in occasione dell’ultima edizione del Pending Lips a cui ho avuto il piacere di presenziare come membro della giuria speciale (in realtà è stata anche l’ultima edizione in assoluto, visto che quella dopo è stata interrotta per i motivi che conosciamo fin troppo bene). Non ricordo più nulla di quel breve set, se non che mi aveva favorevolmente impressionato, sia per la vocalità sia per la qualità delle canzoni. Non mi sono dunque meravigliato più di tanto di ritrovarla pronta all’esordio discografico, tra i nuovi ingressi del roster di Costello’s, ero certo che i numeri li avesse e che fosse solo questione di tempo. Lo stupore, piuttosto, è stato quello di constatarne una quasi totale mutazione nel vestito musicale: non più chitarra e voce, col rischio di farsi rubricare troppo velocemente sotto l’etichetta della folksinger, bensì ora in possesso di una ben più ampia varietà di mezzi, in un mix efficace di RnB e New Soul, con un’attitudine in parte presa a prestito dal mondo Hip Pop. Bonsai è il suo primo singolo inedito, arrivato dopo una manciata di cover di ottima fattura, che hanno svolto la funzione di introdurne il talento. Abbiamo fatto una chiacchierata in video per capire meglio che cosa si celi dietro questo brano, per conoscerla meglio e per sapere se a breve potremo ascoltare qualcos’altro. Comunque vada, vi consiglio di segnarvi questo nome…

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