Ricerca

Off Topic

Solo contenuti originali

Tag

Metallica

Metallica – 72 Seasons (Blackened Recording, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

L’uscita dell’undicesimo album dei Metallica è stata preceduta da un’attesa spasmodica, visto che se ne parlava ormai dal 2019 e che avrebbe segnato il ritorno della band metal più importante al mondo (insieme agli Iron Maiden naturalmente) ed è normale che sia così, nonostante le tante critiche, ricevute dagli anni ’90 in poi; certo non dev’essere facile replicare il successo commerciale di capolavori entrati nella storia della musica, specie quando tutti si aspettano che ne sforni uno all’anno né si può essere sempre al top senza cadere nella trappola dell’autoplagio, vale per tutti i gruppi, ma cos’altro si può chiedere a quattro musicisti che, alla soglia dei sessant’anni, continuano a mettersi in gioco, nonostante le vicissitudini della vita privata, ben note ai fans, e che passano da un palco all’altro senza sosta? Le seghe mentali le lasciamo a chi critica a priori gli artisti: i Metallica sono una delle poche certezze che ci sono rimaste in un’epoca di grande confusione e di fumo negli occhi, band come loro dovrebbero essere nominate patrimonio dell’Unesco, le chiacchiere stanno a zero. Ma veniamo al disco: il secondo pubblicato con la loro etichetta discografica, ancora una volta con Greg Fidelman (lo stesso di Slipknot e Black Sabbath) nel ruolo di deus ex machina, come in Hardwired…to Self-Destruct del 2016, poi sette anni passati in tour, che hanno permesso loro di festeggiare i quarantadue anni di carriera e di farsi conoscere dalle nuove generazioni, grazie anche alla spinta data dalla partecipazione alla O.S.T. di Stranger Things con la sempreverde Master of Puppets del 1986.

Continua a leggere “Metallica – 72 Seasons (Blackened Recording, 2023)”

Ozzy Osbourne – Patient n.9 (Epic/Sony Music, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Nel giorno in cui il mondo intero piangeva la morte di una leggenda, ecco che un’altra bussa alla porta per ricordarci che c’è ancora e che venderà cara la pelle prima di passare a miglior vita. Lo fa nel migliore dei modi, forse l’unico che conosca, Ozzy Osbourne, tornando con il suo tredicesimo album in studio, considerato anche Under Cover del 2005. Se la grandezza di un personaggio si misura dall’importanza dei nomi che hanno partecipato alla realizzazione del disco, allora Madman non ha pari in questo, avendo chiamato a raccolta per quest’ultima fatica alcuni dei migliori chitarristi al mondo: dall’amico di lunga data Tony Iommi, riff master ineguagliabile, a Zakk Wylde, Jeff Beck, Mike McCready ed Eric Clapton, insomma gente che non ha bisogno di tante presentazioni. A completare la rosa Robert Trujillo dei Metallica al basso, già collaboratore di Ozzy in passato, Chad Smith dei RHCP e il compianto Taylor Hawkins dei Foo Fighters, che si alternano alla batteria; se stessimo parlando di basket sicuramente sarebbe un dream team! Del resto come poter rifiutare una chiamata del Principe delle Tenebre? Nonostante i continui problemi di salute, che lo hanno afflitto negli ultimi anni, e che altro non fanno che alimentare le fantasie su un ipotetico patto con il diavolo per avere l’immortalità, Ozzy non sembra avere nessuna voglia di mollare il microfono.

Continua a leggere “Ozzy Osbourne – Patient n.9 (Epic/Sony Music, 2022)”

Iron Maiden – Senjutsu (Emi Music, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

C’è ben poco da aggiungere quando si parla di un gruppo come gli Iron Maiden, che è entrato di diritto nella storia della musica e che ha contribuito a scriverla la storia, essendo una delle colonne portanti di un intero genere, la New Wave of British Heavy Metal. Centinaia i gruppi che a loro si sono ispirati nel corso degli anni e di cui poi avremmo sentito parlare, ad esempio Metallica e Slayer, tanto per citarne due.
In principio erano visti come un manipolo di capelloni sfigati, con giacca di pelle e jeans attillati, in una Londra dove sintetizzatori e suoni elettronici imperavano, snobbati dalle radio e dalle masse, eccezion fatta per i frequentatori del Ruskin Arms, unica isola felice della capitale inglese per gli amanti del metallo. Impiegano qualche annetto a farsi notare dall’industria discografica, cercando di distinguersi dalle band punk del momento, da cui, tuttavia, attingono per i primi album, ed è solo dopo l’allontanamento del cantante Paul Di’ Anno, divenuto un fardello troppo pesante per i suoi vizi, e l’arrivo del più duttile Bruce Dickinson, che spiccano davvero il volo.

Continua a leggere “Iron Maiden – Senjutsu (Emi Music, 2021)”

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑