Spesso, nel nostro parlare, ci troviamo a fare i conti con parole che difficilmente pronunciamo senza avvertirne il peso specifico. Parole originarie, con un trascorso e un vissuto intensi ma che nel tempo sono state violentate e trasfigurate – spesso per esigenze di propaganda – tanto da non riuscire più ad afferarne, esattamente, il significato reale. Nasce quindi la curiosità di esplorarne il valore, contestualizzandolo al presente, analizzandone tutte le sfaccettature, le luci, le ombre, per cercare finalmente di riscoprirlo e comprenderlo fino in fondo. Ed è proprio questo l’approccio verso il concetto di “Patria”, al centro del nuovo disco di Massimo Zamboni intitolato La mia Patria attuale e pubblicato per Universal Music Italia, il 21 gennaio scorso. L’album – prodotto da Alessandro “Asso” Stefana, storico chitarrista di Vinicio Capossela e a cui è affidata la maggior parte degli strumenti – arriva dopo dieci anni dall’ultimo progetto solista dell’ex Cccp-Csi. Per l’occasione il musicista e scrittore emiliano ha coinvolto alcune vecchie conoscenze (con cui aveva già collaborato negli ultimi anni in progetti musicali speciali) come Gigi Cavalli Cocchi, Simone Beneventi, Cristiano Roversi e Erik Montinari.
Le sincronie della vita… non poteva che chiamarsi Bellezza, il luogo in cui si è tenuto il primo concerto ufficiale del nuovo lavoro di Andrea Chimenti, uscito lo scorso 5 novembre. Il Deserto La Notte Il Mare (qui la recensione), ha concepito questo titolo visionario il suo carismatico creatore, e l’opera è uno di quei manufatti che una volta posto nel giradischi a fatica lo si riesce a togliere dal piatto.
Prima dell’esibizione incontriamo Andrea per un’intervista, che ci accoglie con la sua umile gentilezza di sempre, tipica delle anime elette. Ci sarà a breve l’occasione per un successivo articolo di approfondimento dedicato a questo, ora è tempo di partecipare al concerto e sentire questo disco assumere nuova vita.
Il 5 novembre, in pieno autunno che esplode in tutto il suo splendore, esce il nuovo lavoro di Andrea Chimenti: Il Deserto La Notte Il Mare. Un titolo che evoca uno scrigno denso di visioni. Ci si avvicina sempre in punta di piedi e con timore reverenziale ad artisti di tale calibro e ad un’opera così intensa, per apprensione di usurparne la bellezza ed il valore.
Il percorso creativo di Andrea Chimenti è scolpito di devota coerenza artistica, spessore e ricerca. Non ha mai cercato di seguire le tendenze, mantenendo intatta la sua autenticità ed espandendo la sua arte ben oltre la musica, cimentandosi in più discipline. Gli albori musicali si collocano nella Firenze degli anni Ottanta con i Moda, formazione che ha rappresentato la colonna della new wave italiana, con cui pubblicò tre dischi. Gli anni Novanta lo vedono abbracciare la carriera solista che lo ha condotto fino ai nostri giorni con nove album in studio, una raccolta ed un live. Ha collaborato con svariati artisti come David Sylvian, Mick Karn, Mick Ronson, Steve Jansen, Gianni Maroccolo, Federico Fiumani, Piero Pelù, Sycamore Age, Nosound, Moongarden, Patrizia Laquidara, Rita Marcotulli, Anita Laurenzi, Corde Oblique, Stefano Panunzi, Nicola Alesini, Giancarlo Onorato, Yo Yo Mundi. Andrea oltrepassa i confini del cantautorato d’autore, espandendo la sua creatività ad altre espressioni artistiche. Ha lavorato nel teatro e nel cinema come attore e scrittore di colonne sonore, da progetti sperimentali con Fernando Maraghini a Carlo Verdone e Riccardo Sottili, per citarne alcuni. Si dedica inoltre alla direzione artistica come curatore di installazioni e sonorizzazioni di mostre e filmati d’arte. Il suo amore per la letteratura lo vede esprimersi in una duplice incarnazione, sia come creatore di musica che come autore. Adorna di ulteriore melodia i testi di Ungaretti, Pessoa, estratti della Bibbia del Qoèlet e del Cantico dei Cantici. Nel 2005 esce il suo racconto Il Fiume Perduto, parte della raccolta Voci di Fiumi; nel 2014 il suo primo romanzo Yuri che si è poi sviluppato l’anno successivo nel disco omonimo. Nel 2020 vede la luce L’organista di Mainz, raccolta di cinque racconti. Un’edizione preziosa a tiratura limitata, accompagnata da una scatoletta di metallo in cui sono riposti piccoli oggetti simbolici, che profumano di ricordi d’infanzia, fra cui una chiavetta usb che contiene la lettura di due racconti. Il 2 ottobre al M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, poco prima dell’uscita del suo ultimo lavoro, riceve il premio alla carriera.