R E C E N S I O N E
Articolo di Cinzia D’Agostino
Come molti di voi, ho visto negli anni l’evoluzione di questo artista che si è guadagnato, un po’ per mano di Appino e un po’ per la sua attitudine polistrumentista e la sua formazione al conservatorio, l’appellativo di Maestro, oramai divenuto meritatamente un vero e proprio nome d’arte. Lo ricordo una sera d’estate del 2013 a suonare nei suoi Criminal Jokers che, nonostante la preponderante presenza del carismatico frontman batterista Francesco Motta, si faceva comunque notare nella penombra. Ho ancora in mente la sua esile figura sul grande palco di Nada a suonare chitarra e fagotto e la sua squisita educazione nel dopo concerto salutando i fan. Rammento lo stupore nel vederlo all’Ariston durante l’esibizione degli Zen Circus, gruppo del quale ormai fa parte in pianta stabile dal 2016. E poi, come forse era naturale, eccolo eseguire da solo le sue canzoni una manciata di mesi fa alla Latteria Molloy a Brescia, la sua semplicità che incanta, il suo inchino grato quando gli abbiamo detto che in Siamo noi ci ricordava un po’ Brunori.
Ed ecco che finalmente questa sua espressione intima e solitaria trova la sua realizzazione e forma in Fragile in uscita il 30 ottobre per Blackcandy Produzioni, diviso inizialmente in due ep, Vol 1 e vol 2.
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