R E C E N S I O N E
Recensione di Stefania D’Egidio
Il giorno di San Patrizio è passato da un po’, eppure sento ancora quella nostalgia canaglia che mi fa desiderare di ballare e alzare una pinta con gli amici, sarà perché ho passato la Pasqua a ficcare tamponi nel naso delle persone, perché nell’ultimo anno abbiamo visto andar via troppi, senza neanche il tempo di salutarli, o perché ogni santo giorno si è tempestati di brutte notizie e non se ne può più: a volte ci vuole una sana dissociazione dalla realtà per poter sopravvivere.
Mi scollego per un’ora dal mondo e mi ascolto Hestia l’ultimo album dei The Rumjacks, un quintetto folk punk multietnico, seppur originario di Sydney: basta scorrere i nomi dei componenti per capire che i loro nonni non sono nati tra canguri e koala, sarà per questo che la loro musica, come quella dei più famosi Pogues, dei Dropkick Murphys e dei Flogging Molly, ricorda più i suoni tradizionali irlandesi o scozzesi che il rock australiano. Un tripudio di note che affondano le loro radici nelle melodie celtiche, fatte di strumenti non convenzionali come mandolino, banjo, fisarmonica e cornamusa, dalla grande vitalità e che denota un autentico e orgoglioso attaccamento alle proprie origini.
