L I V E – R E P O R T
Articolo di Arianna Mancini
Mi Sono Perso nel Bosco, un titolo che suona come una confessione, uno svelarsi… togliersi la maschera mettendosi a nudo. Si presenta così il quinto lavoro in studio del cantautore, poeta, polistrumentista Alessandro Fiori, pubblicato lo scorso 22 aprile. L’artwork surreale, un’immagine di Hannes Wallrafen De Schimmel, ritrae un cavallo bianco nell’atto di saltare un tavolo e due sedie. Un cavallo in un salotto, lo straordinario che irrompe nel quotidiano o che ne è sempre stato parte? Sicuramente una voce che si fa moltitudine. In questo lavoro la poetica del quotidiano si palesa in tutta la sua disarmante schiettezza, l’uno che si rifrange nella moltitudine sino a creare specchi contro riflessi in cui scrutarsi, smarrirsi, fino a ritrovarsi. Un disco che ci parla di amore declinato in ogni sua sfumatura, ma anche dei timori che vivono dentro di noi, abbandono, morte, senso di ritrovamento, meraviglia, il tempo che fluisce con le sue incrinature e punti di luce e tutto diviene un eterno presente.
Il disco, che segna l’esordio del cantautore aretino con l’etichetta indipendente 42 Records,si avvale di una fitta miriade di collaborazioni, sia con vecchi compagni di viaggio musicale che con artisti del circuito indipendente italiano. In questo bosco sonoro con Alessandro troviamo: Alessandro “Asso” Stefana, Brunori Sas, Colapesce, Dente, Emanuele Maniscalco, Enrico Gabrielli, Giovanni Ferrario, Iosonouncane, Lea Mencaroni, Levante, Lorenzo Maffucci, Marco Parente, Massimo Martellotta, Niccolò Fornabaio, Stefano Amerigo Santoni.
