R E C E N S I O N E
Recensione di Arianna Mancini
Inusuali allineamenti planetari nel cielo musicale. Alla voce: Nell Smith, una ragazza di 14 anni, alla sonorizzazione: The Flaming Lips; sul set siderale: nove brani di Nick Cave. L’inconsueto e particolare lavoro scaturito da questa collisione, uscito lo scorso 26 novembre per Bella Union, prende il nome di Where the Viaduct Looms.
Come può compiersi una simile sinergia astrale? Questa è un’ulteriore conferma delle magiche coincidenze della musica, di come un semplice concerto possa sancire l’inizio di qualcosa di straordinario ed inaspettato. Il punto d’incontro si palesò allo Sled Island Music and Arts Festival di Calgary nel 2018, nel cui programma presenziavano anche The Flaming Lips. Nell Smith, originaria di Leeds (Regno Unito), dopo essersi trasferita in Canada con la famiglia, partecipò al concerto dei Lips proprio in quell’occasione. Non era una novizia dei loro spettacoli, a cui aveva più volte partecipato con i suoi genitori, fra le prime file e sempre vestita con lo stesso costume da pappagallo. È qui doveroso fare una precisazione, per chi non fosse familiare con i live di Wayne Coyne e soci. Le esibizioni dal vivo dei ragazzi psichedelici di Oklahoma City sono un piccolo viaggio nel Wonderland. I seguaci spesso si travestono con costumi da animali o con altri tipi di maschere, i settaggi delle luci sono sempre surreali e corredati da video sullo sfondo, coriandoli e palloncini si librano nell’aria… e, non ultimo, l’immancabile bolla di plastica a grandezza d’uomo dentro la quale Coyne attraversa il pubblico.
