R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Pedron

Ron LaSalle è nato a Niagara Falls, quindi è di origini newyorkesi, ma in seguito trasferitosi a Toronto, Canada e poi nel sud di Nashville. A livello discografico, Ron ci ha abituato a lunghi silenzi.

Un periodo in realtà in cui lo si è visto in America on the road, con la band, ma spesso più da solo suonando dal vivo in ogni situazione possibile. Una necessità artistica e di sopravvivenza, per far conoscere la sua musica, ma anche per scacciare le delusioni personali, passando attraverso un divorzio davvero molto difficile, che lo hanno lasciato solo e perduto agli incroci di Nashville.

Ron Lasalle appartiene di diritto alla migliore specie di outsiders del rock’n’roll: la sua voce black e il suo impasto di southern soul, blues e roots rock sono un piatto da non lasciarsi sfuggire.

Spesso definito o chiamato The Bohemian Blues Man per il suo eclettico modo di scrivere ballate poetiche e di grande cuore, una onestà musicale e una voce resa ruvida dal tabacco alla Tom Waits.

Nel 1995 è tra i fondatori della D’Ville Records con Garry Tallent e Tim Coats. Il trio minato si definisce “The other side of Nashville” e aiuta la carriera di alcuni notabili musicisti come Greg Trooper, Steve Conn e The Floating Men.

In 10 anni di continue tournée Ron LaSalle and The East Side Rockers hanno la media di 300 concerti in 300 città diverse ogni anno in lungo e in largo per gli Usa e il Canada dopodiché si trasferisce a Toronto, Canada.

Negli anni lavora, collabora e suona con musicisti di importanti e di talento come Garry Tallent e Max Weinberg della E. Street Band di Bruce Springsteen, con Alto Reed (sassofonista con la Bob Seger & The Silver Bullet Band), Bucky Baxter (Steve Earle, Bob Dylan) e George Marinelli (Bonnie Raitt, Bruce Hornsby).

Scrive alcune canzoni poi usate in alcuni film come in “Super Sucker” di Jeff Daniels del 2002.

La voce roca di Ron Lasalle lo ha spesso fatto accostare a John Hiatt e Bob Seger in termini di stile, e da un rock’n’soul che mette insieme il suono vivace di Memphis con l’Americana di oggi, il suo amore per la soul music e le radici blues bianche.

La sua scarna discografia (incompleta) è riassunta in un singolo Ridin’& Rockin / Believe In Somebody per la Legend Records poi si lega alla SBK Songs Canada con un secondo singolo nel 1987 Only The Strong / Double Our Love inciso con la sua band Ron LaSalle & The East Side Rockers ed in seguito si trasferisce a Nashville dove lavora e scrive anche per la Emi Publishing ed è con la nuova moglie Allison.

Un album Too Angry To Pray per la Passion Heart Quality Records (compact-disc dell’anno 2000), Nobody Rides For Free per la PH-Q Records nel 2007 e When Hellhounds Meets Angels: And Other Sordid Love Stories (PH-Q Records del 2012).

Le sue canzoni hanno quel magico feeling “blue collar” che rende rock’n’roll e ballate figlie della stessa passione.

Slow romantici, melodie trasparenti, il country rurale tipicamente sudista e lunghe solitarie ballate sono nel suo repertorio e nei suoi dischi.

Il suo credo sta nel voler registrare il digitale per le demo, ma l’analogico per i dischi.

Il nuovo album Roads Taken per l’italiana Appaloosa è stato inciso ai suoi Cream Puff Studios a Nashville ma anche in alcuni studi di registrazione di Chicago, Buffalo e Detroit. 

Si tratta di un nuovo disco di pezzi già collaudati, sebbene mai incisi prima. Sono infatti brani eseguiti dal vivo svariate volte negli anni sia con che senza la band che di solito affianca LaSalle, gli East Side Rockers.

Sono con lui in questo album avventuroso il fido Brent Little (suo partner musicale e produttore, alla chitarra in 7 brani e alla batteria in 6 pezzi), Dave Martin (organo) e Bobby Jones (organo hammond B3), Bill Gaff al piano soltanto in Somewhere After Goodbye mentre alla tromba c’è Mitch “The Lip” Goldman in 3 canzoni e ai sax si alternano Alto Reed, Jim Chapman e Robby Calabro (quest’ultimo in Without A Sound).  Altri musicisti si avvicendano nei vari brani alle chitarre e al basso. L’album è prodotto dai Manhattan Brothers (Ron LaSalle, Brent Little, Dave Martin).

10 brani in totale tutti composti da Ron LaSalle di cui 4 soltanto co-firmati.

Gìà con l’iniziale Gypsy Road (scritta da Ron LaSalle e Bernie Nelson) un ballata stradaiola alla John Hiatt con il piano di Dave Martin in evidenza e i cori di Donna Frost e Lois Hess, vengono confermate le tendenze ed influenze dell’intero disco con suoni e atmosfere southern, racconti di vita, ritratti di personaggi forti come (la madre single di Ginny che vive in un paesino lungo la Highway 59), rock trascinanti e vivaci blues in stile Chicago come in The Spice con tutta la potenza dei fiati.

Then I Loved You è un rock /soul accattivante con la voce di Ron davvero espressiva. Without A Sound è R& B con tanto di fiati (Memphis Sound).

Look alla Bob Seger, Ron LaSalle canta The Rest Of Our Lives come una spettacolare ballata strappa cuori con lo scat a impreziosire il cantato.

Somewhere After Goodbye è uno splendido e commovente tributo all’amico scomparso Alto Reed (R.I.P.), una meravigliosa vecchia registrazione realizzata da LaSalle (voce), Bill Gaff (piano) e Alto Reed (sax) nel salotto di quest’ultimo a Detroit.

Un rocker raffinato dall’ugola al catrame e una passione smodata per quei luoghi musicali dove rock’n’roll bianco e nero, radici country e pulsioni rhythm’n’blues si incontrano. Un disco riuscito che ti prende e si ascolta molto piacevolmente.

Tracklist:

  1. Gypsy Road
  2. Then I Loved You 
  3. We Swore We’d Fly
  4. Ginny
  5. Without A Sound 
  6. The Rest Of Our Life
  7. That Was Then
  8. Somewher After Goodbye
  9. The Spice
  10. Still Got Someday