Esce oggi, 10 marzo 2023, Kulbars, disco d’esordio di Lorenzo Cantini, in arte Gaube, prodotto da Francesco Cerasi. L’album assorbe fin dalla prima nota: i testi sono limpidi, toccanti e disillusi, con una visione dettagliata degli avvenimenti degli ultimi anni, che mostrano una reale comprensione delle dinamiche di potere che ci circondano. Gaube si porta dietro tutta una certa tradizione cantautorale italiana, ma non c’è senso di duplicazione; c’è piuttosto una modalità visionaria e severa che abbraccia con delicata nostalgia gli anni ‘70, li fa propri, e li reinterpreta alla luce dei cambiamenti sociali, delle sue contraddizioni.
Siete stanchi di ascoltare le solite canzoni natalizie di Mariah Carey e George Michael? Volete stupire parenti e amici con qualcosa di diverso? Ebbene, questo è l’album che cercavate! La Snowdonia dischi ormai ci ha abituato a vere e proprie chicche e non poteva essere diversamente anche per questo lavoro di Jet Set Roger and The Reindeers, In The Bleak Midwinter, uscito lo scorso 9 dicembre e distribuito da Audioglobe. A 14 anni dal primo volume Roger Rossini torna con la sua band natalizia e un nuovo disco composto per metà da brani inediti e per metà da canzoni già pubblicate in passato, ma con un arrangiamento del tutto diverso dal precedente. Rispetto al primo capitolo, la band si è impreziosita di nuovi elementi, che ampliano la tavolozza di colori aggiungendo un tocco swing e folk, senza tradire però l’originario approccio scanzonato che ci riporta in un luogo senza tempo e indefinito, sia esso una taverna inglese del 1600, come nella ballata dal sapore celtico Greensleeves, o un piccolo club americano degli anni cinquanta, come nella scatenata Santa Claus is comin’ to town.
Tra i miei peggiori difetti sicuramente la testardaggine, se mi convinco di una cosa non c’è verso di togliermela dalla testa: una di queste l’avversità per le piattaforme di musica digitale, sia per lo sfruttamento economico ai danni dell’artista, che per la smaterializzazione dell’opera, perché, per quanto di facile fruizione, nulla può eguagliare il piacere di tenere in mano un cd o, meglio ancora, un vinile. Per questo oggi voglio parlarvi di un lavoro in uscita il 9 settembre: il nuovo progetto di Vittorio Nistri e Simone Tilli, un album che va ascoltato, ma soprattutto sfogliato,letto, guardato e riguardato, per il suo artwork, che è un omaggio a quel fumetto underground che fu, negli anni passati, fiore all’occhiello di quella controcultura di cui ci sarebbe tantobisogno ancora oggi. La copertina stessa dovrebbe essere esposta in una galleria d’arte, riunendo due firme storiche della rivista Frigidaire: in front cover l’indomabile scheletrino del compianto Andrea Pazienza , la back cover, il booklet e il logo affidato a Ugo Delucchi, che di Pazienza stesso fu allievo. Le dimensioni atipiche del booklet (25.4 x 17.4) richiamano quelle del fumetto underground americano degli anni ’70, la spirale psych e i colori sono del disegnatore Lido Contemori e il progetto grafico di Gabriele Menconi (Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio). Insomma, come potrebbe tutto ciò essere sostituito da un frigido click?
È arrivato il momento anche di Niente demoni e Dei in uscita il 29 ottobre per Le Siepi Dischi, un album che i due singoli Conto i tuoi passi e Non credo in Dio, trasmessi in anteprima tra aprile e giugno, ci hanno fatto da subito presagire, senza aprire lentamente il sipario. Il terzo disco di Giorgio Ciccarelli infatti, lancia da subito l’ascoltatore senza alcun freno, in caduta libera, verso quel vuoto che fa paura per il timore dell’imminente impatto con la terraferma. Brano dopo brano, passati gli attacchi di panico, l’angoscia si tramuta, per sopravvivenza, prima in euforia e poi in lucidità, quella lucidità che ti fa ora distinguere ogni particolare con estrema chiarezza, fino a che un paracadute non ti conduce dolcemente a contatto col suolo, con rassicuranti note di Piano finale.
Antonio Gramentieri è un apprezzato chitarrista, oltre che giornalista, scrittore, produttore e compositore. È stato il fulcro dei Sacri Cuori, gruppo prevalentemente strumentale con influenze blues, folk e psichedeliche. Ha collaborato con moltissimi artisti di valore come Dan Stuart, Alejandro Escovedo, Hugo Race, Robyn Hitchcock, Richard Buckner, Marc Ribot, Steve Wynn, Nada, Massimiliano Larocca, Giulio Casale e i Pan Del Diavolo. Con il nome d’arte Don Antonio nel 2017 ha completato il suo primo disco solista, miscelando la musica mediterranea con sonorità magrebine e ritmi caraibici; ha poi rafforzato il sodalizio con il musicista texano Alejandro Escovedo pubblicando l’ottimo The Crossing. Dopo tre anni di apparente calma il camaleontico Artista ci sorprende con La Bella Stagione, un disco di canzoni, farcite di belle parole e suoni inaspettati. Questa volta Don Antonio è tornato nella sua Romagna, descrivendoci il suo mondo, le proprie radici: ci ha messo la faccia, e anche la voce! Se questo non bastasse Don Antonio ha scritto in contemporanea un libro omonimo di brevi racconti; due operazioni non cumulative ma legate da un sottile filo conduttore: il legame con il passato, che segna il nostro cammino e inevitabilmente ritorna, quando meno te lo aspetti. L’interessante libro merita un dedicato approfondimento, che potrete leggere a breve sulle nostre pagine.
l’Albero nasce dal progetto solista di Andrea Mastropietro, in precedenza già componente del gruppo The Vickers con il quale aveva solcato i palchi di mezza Europa, compreso quello del Primavera Sound Festival di Barcellona nel 2014. Dopo l’album di debutto Oltre quello che c’è, accolto favorevolmente dalla critica, e l’EP Allegria del marzo scorso, è uscito in novembre Solo al Sole, edito da Santeria Records, registrato da agosto a dicembre 2019 tra Lari, Bologna e Firenze.
A sette anni da La Fisica delle Nuvole, il prossimo 20 novembre uscirà il nuovo album di Deadburger Factory, La Chiamata, edito da Snowdonia/Audioglobe; una pausa lunga, ma ricca di collaborazioni che hanno dato vita a diversi progetti paralleli. Da quel lontano 1996 in cui la band esordì, vincendo, Arezzo Wave, la Deadburger è sempre stata un work in progress, capace di passare da una formazione a due ad un vero e proprio open ensemble, a seconda delle esigenze artistiche, alternando periodi di intensa produzione in studio a numerose esibizioni live. Questa bipolarità ha reso possibile mantenere fede alla loro missione: quella di sperimentare e reinventarsi continuamente senza cedere alla tentazione di ripetersi a solo scopo commerciale.
Quando al proprio esordio un musicista ci propone nove canzoni cariche di energia pura, rock, blues e funk con tale e tanta forza comunicativa, tale musicista merita la nostra attenzione. Pasquale Aprile, classe 1980 di Nola (Na), fin da giovane si appassiona di musica: “mi sono avvicinato alla musica alle scuole medie, notando subito una forte passione per gli strumenti a fiato, per poi a quattordici anni passare al sax tenore affascinato dal suo suono”.
Amerigo Verardi, da Brindisi, è un esponente storico della psichedelia rock italiana. Nella seconda metà degli anni ottanta fondò gli Allison Run, che furono un fulmine a ciel sereno: due Ep e un album stellare, testi in inglese e composizioni di grande qualità. Le recensioni furono ottime sia in Italia sia all’estero, così come il successo commerciale. Con lui suonavano Alessandro Saviozzi a chitarra, voce e tastiere, Mimo Rash a batteria, percussioni e voce, Umberto Palazzo al basso e Sabo Sabbetta alle tastiere.
Una piccola parentesi personale: Alessandro Saviozzi è stato il mio grande amico d’infanzia, dai sette ai tredici anni abbiamo condiviso tutto il nostro tempo libero, la nostra spensieratezza, i sogni e le grandi speranze. Con lui ho cominciato ad ascoltare Beatles, Pink Floyd e Rolling Stones. Un giorno si è trasferito da Gallarate a Brindisi e i nostri contatti si sono pian piano diradati, ho però seguito con affetto la sua carriera e colgo l’occasione per salutarlo con tanto affetto!