R E C E N S I O N E


Recensione di Roberto Bianchi

Antonio Gramentieri è un apprezzato chitarrista, oltre che giornalista, scrittore, produttore e compositore. È stato il fulcro dei Sacri Cuori, gruppo prevalentemente strumentale con influenze blues, folk e psichedeliche. Ha collaborato con moltissimi artisti di valore come Dan Stuart, Alejandro Escovedo, Hugo Race, Robyn Hitchcock, Richard Buckner, Marc Ribot, Steve Wynn, Nada, Massimiliano Larocca, Giulio Casale e i Pan Del Diavolo.
Con il nome d’arte Don Antonio nel 2017 ha completato il suo primo disco solista, miscelando la musica mediterranea con sonorità magrebine e ritmi caraibici; ha poi rafforzato il sodalizio con il musicista texano Alejandro Escovedo pubblicando l’ottimo The Crossing.
Dopo tre anni di apparente calma il camaleontico Artista ci sorprende con La Bella Stagione, un disco di canzoni, farcite di belle parole e suoni inaspettati. Questa volta Don Antonio è tornato nella sua Romagna, descrivendoci il suo mondo, le proprie radici: ci ha messo la faccia, e anche la voce!
Se questo non bastasse Don Antonio ha scritto in contemporanea un libro omonimo di brevi racconti; due operazioni non cumulative ma legate da un sottile filo conduttore: il legame con il passato, che segna il nostro cammino e inevitabilmente ritorna, quando meno te lo aspetti. L’interessante libro merita un dedicato approfondimento, che potrete leggere a breve sulle nostre pagine.

Realizzato nella sala d’incisione L’Amor Mio Non Muore di Forlì e masterizzato da Jim De Main a Nashhville in Texas, il nuovo lavoro è una piacevole sorpresa. La struttura musicale dei dieci brani richiama gli anni ottanta, rendendo omaggio a suoni che spaziano tra la New Wave, il cantautorato classico, le ballate rock, un tocco di blues, il divertimento e l’immancabile sperimentazione.
I testi sono poetici ed evocativi, dipinti con mano leggera ma ferma e sicura. Storie vissute, paesaggi ricordi ed emozioni arricchite dall’umana presenza dei protagonisti.
Si comincia con Acceso, che ha un’impronta cantautorale semplice, quasi minimale: la voce è sostenuta dalle convincenti note del piano di Nicola Peruch e da delicati suoni di chitarre. Batticuore è più ritmata, pulsante: il synth e le chitarre si intersecano, si rincorrono e si sovrappongono, così come la storia narrata.
Fuoco è un delta blues italico, che sostituisce magicamente il Mississippi con il Po, scaldandoci il cuore grazie a una riuscita sequenza d’intime istantanee. Dietro l’angolo appare la New Wave frizzante e giocosa di Ponente: un ritorno al passato che ricorda Garbo, Faust’o e il Ron di Come va.
La Bella Stagione, fulcro del disco, è una riuscita ballata abbellita dalle delicate voci di Arianna Pasini e Sabrina Rocchi; ottimo il tappeto musicale che è nobilitato da strumenti inusuali, come il bandoneon e la sega, suonati da Pepe Medri.
Ancora Di Me s’insinua nella testa e mescola sapientemente la genialità di Lucio Battisti con il surrealismo di De Gregori. Il cammino prosegue con la pulsante Lo Stesso, un’intrigante miscela di disco-rock sperimentale dai ritmi frenetici, che esalta le divagazioni elettroniche di Franco Naddei, la batteria di Vince Vallicelli e il testo parlato: un passaggio che richiama l’imprevedibilità degli svizzeri Yello.
Distanza è il momento più elevato del CD, poesia pura contornata da una melodia di qualità superiore e da un arrangiamento pressoché perfetto: notevoli i suoni della lap steel di Alexander Mac Mahon e l’intrigante sovrapposizione delle voci.
La spensieratezza di Capiscimi, ci conduce verso la conclusiva Le Prime Stelle della Sera, un folk blues caratterizzato da suoni inusuali e sostenuto da voce narrante, pianoforte e gli archi di Vanni Crociani, Gionata Costa e Nicola Manzan.
La sezione ritmica del disco è nelle solide mani di Roberto Villa, al basso, e Dino Marzi, alla batteria. Tra gli ospiti il fido Denis Valentini ai cori e alle percussioni, Matteo Monti al synth drum e Daniela Peroni ai cori.
Il Don Antonio della Bella Stagione è convincente: fresco, eclettico e mai banale. Con questo lavoro ridà vita alla canzone d’autore, facendoci riflettere e contemporaneamente canticchiare sotto la doccia!

L’Eclissi

L’Eclissi è un mini disc abbinato al libro e alla pubblicazione in vinile; contiene cinque tracce, di cui due inediti registrati durante la sessione di La Bella Stagione e tre esecuzioni “live”, suonate nell’incantevole Borgo Fregnano di Brisighella (RA).
L’iniziale Rosita è una milonga con evocazioni tex-mex, impreziosita dalla tromba di Enrico Farnedi, l’interessante Scarpe è l’anello di congiunzione tra il presente e il primo disco solista di Don Antonio: la rumba sudamericana si unisce al surf californiano e al folclore mariachi; il testo è un bellissimo acquarello. Le versioni “dal vivo” di Batticuore, Distanza e Ancora di Me ci regalano un gustoso antipasto di quello che potremo finalmente ascoltare in qualche locale.
L’Eclissi è un piccolo gioiello che accresce il valore creativo di un artista di assoluto valore: Bravo Antonio!

Tracklist:

1. Acceso
2. Batticuore
3. Fuoco
4. Ponente
5. La bella stagione
6. Ancora di Me
7. Lo stesso
8. Distanza
9. Capiscimi
10. Le prime stelle della sera