R E C E N S I O N E
Recensione di Stefania D’Egidio
I Colla si formano nel 2016 nella provincia di Vicenza dall’incontro di Simone Pass, Mauro Poli e Davide Prebianca, reduci da esperienze con altre band locali (Polar For The Masses, Soyuz e Oltrevenere). Iniziano a incontrarsi il mercoledì in un piccolo paesino di collina e, nel giro di poco, partoriscono le canzoni che faranno parte dell’album Proteggimi, pubblicato a gennaio del 2018. Da allora si esibiscono dal vivo insieme a One Dimensional Man, PopX e Gomma, nei due anni successivi sfornano l’EP Distanze e diversi singoli, tra cui Sbornia, Ginevra e Campari.

Sono tornati da poco con il secondo album in studio, Motocross, uscito lo scorso 16 aprile in digitale per IndieBox Music/Artist First, registrato e mixato insieme ad Andrea Rigoni e masterizzato da Luca Sammartin. Nove tracce, anticipate dal singolo Sputano, che ci accompagnano in una piacevole riflessione sulla vita, perchè Motocross non è altro che una metafora delle nostre esistenze, non perfette come quelle che ci propinano social e riviste patinate, ma piene di insidie e fallimenti.
Apertura della tracklist affidata a Bagarre, canzone dal ritmo sornione, interrotto solo dall’arpeggio finale, e storia di vite esagerate, complicate da amori mai lasciati e affitti mai pagati. Si prosegue con: Pistacchio, bel pezzo punk con chitarre a tutto fuzz, ritmo in crescendo e un testo che rispecchia il disagio sociale post pandemia (“questa è una canzone popolare che parla anche di te/è come stare al circo/addormentati tra la gente che non sa più cosa c’è”), Campione, una sorta di versione moderna di La Leva Calcistica della Classe ’68, in cui il calcio si fa metafora della vita, perchè, si sa, qualcuno gioca per divertirsi, qualcunaltro nasce già campione. L’atmosfera si fa dapprima rovente in Tempo Nuovo, per il ritmo tribale e per il testo zeppo di quegli interrogativi che attanagliano tutti in quest’epoca di incertezze (“Hai vissuto un’altra vita fino a ieri/dicono che un giorno torneremo a esser più forti e come prima/le banalità sono sentenze del pensiero che han paura del futuro”), quindi più soft e onirica con la ballad acustica Morfina e Costole, per poi riprendere il volo con il singolo veloce e ritmato Sputano.
Un pò di anni ’80 nell’arpeggio di Nei Nostri Anni, in stile Tears For Fears, storia di sconfitte e nichilismo (“nulla ci appartiene e ci consola”), tanto rumore per raccontare di occasioni perse in Ratti, poco più di due minuti tra chitarre granitiche e basso profondo. Chiusura spettacolare con Caramelle, melodia post punk, cupa, potente, con un testo tanto ammiccante quanto esplicito (“vorrei succhiare le tue caramelle”), mi fa pensare ai primi Cure o ai primi U2.
Album davvero bello, piacevole sia dal punto di vista strumentale, con la giusta alternanza di brani grintosi e altri più melodici, che da quello dei testi, leggeri e riflessivi nello stesso tempo, mai banali, parole in cui ognuno di noi può riconoscersi e trarre le sue conclusioni: in fondo la vita è fatta di strade a volte lisce, a volte sterrate e piene di buche, basta avere la moto giusta per affrontarle.
Non so a voi, ma a me Motocross riporta indietro ai primi anni ’90, quando la provincia italiana pullulava di gruppi rock gagliardi come i Rats di Indiani Padani o i Timoria di Senza Vento ed è proprio una bella sensazione.
Voto: 10/10
Tracklist:
01. Bagarre
02. Pistacchio
03. Campione
04. Tempo Nuovo
05. Morfina e Costole
06. Sputano
07. Nei Nostri Anni
08. Ratti
09. Caramelle
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