Il concerto di Bruce Springsteen al Circo Massimo, dovessi e sapessi raccontarlo in pochissime parole, lo racconterei con la strofa di Letter to you: «Le cose che ho trovato attraverso i tempi difficili e i buoni, le ho scritte tutte con inchiostro e sangue. Ho scavato nel profondo della mia anima e ho firmato col mio nome vero e le ho inviate nella mia lettera a te».
Una sensazione, che accompagna da tempo le sue novità discografiche, è che sia il momento dei bilanci, dei rendiconti e, con calma e senza fretta, ma con la consapevolezza che siano inevitabili, degli arrivederci.
Non sarà un addio, perché, sempre citando un pezzo dal penultimo album, «Quando tutte le nostre estati saranno finite ti rivedrò nei miei sogni; ci incontreremo, vivremo e rideremo di nuovo», ma è innegabile che la Grande Storia Americana che Bruce più di ogni altro ha contribuito a cantare e raccontare stia arrivando alle pagine conclusive ed è giusto che nel farlo non si perda nemmeno una briciola di tutto il bello che c’è stato, nei precedenti capitoli.
“Siamo il collettivo Paolo Benvegnù e trasmettiamo l’invisibile”. Si annunciava così la campagna di crowdfunding che ha preceduto l’uscita del nuovo album del collettivo Paolo Benvegnù: Delle Inutili Premonizioni. Venti Anni di Misconosciuto Tascabile Vol.2 (A Collection of Oldies), pubblicato lo scorso 27 maggio. Un percorso a ritroso in cui Paolo Benvegnù ed i suoi compagni di viaggio (Daniele Berioli- batteria, Gabriele Berioli- chitarra, Luca Baldini- basso, Saverio Zacchei- trombone) hanno reso omaggio con un’attenta ed amorevole riscrittura e rivisitazione a brani del passato che hanno segnato la cultura new wave. In questo percorso di riscoperta, intessuto su dodici canzoni iconiche, tornano alla luce nuove riletture di: Echo & the Bunnymen, Faust’O, Jim Carroll Band, Joy Division, New Order, Peter Murphy, Psychedelic Furs, Roxy Music, Spandau Ballet, Tears for Fears, Venus e Wall of Voodoo.
L’iniziativa di crowdfunding, lanciata sulla piattaforma Produzioni dal Basso, sotto la direzione e produzione di Officine della Cultura prevedeva varie ricompense, fra cui il secret concert di presentazione al Teatro Verdi di Monte San Savino, i concerti in barca a vela sul Lago Trasimeno ed i concerti con registrazione del documentario sulla new wave di Roma, Firenze e Milano.
Le correnti che hanno condotto nel tempo presente Paolo Benvegnù, venti anni dopo gli Scisma, sono traiettorie in cui si è consumata una continua formazione, non solo volta alla ricerca stilistica musicale ma anche immersa a sondare spasmodicamente la parola, nella sua pura accezione di logos, così come veniva intesa dalla cultura greca classica, pensiero e sua concreta manifestazione. L’ampio spettro di ricerca non può che inevitabilmente portare verso l’alto, la poetica di Benvegnù è una poetica verticale, come il suo mare, ma Benvegnù è anche altro, è il cantore degli abissi, della parte più terrestre, della polvere, della carne e del sangue. Con il suo sguardo seziona le vibrazioni impalpabili del non detto ma sa altresì immergere le mani nel fango, dando consistenza a visioni da una duplice prospettiva: metafisica e viscerale.
Un meraviglioso libro in bianco e nero.
Di quelli che tieni sempre vicino al tuo letto, in cui ti rifugi ogni qualvolta hai bisogno del conforto della bellezza.
Quando guardi questa opera d’arte ti senti a casa.
E Casa è per me Roma di Alfonso Cuarón, vincitore (e non poteva essere altrimenti) del leone d’oro all’ultimo festival del cinema di Venezia.
Sin dalla prima scena si capisce quanto sarà straordinario.
Lo aspettavamo ed arrivato. Chi? Che cosa? Il Primo Maggio 2018. Lo aspettavamo per capire come cambia nel tempo, cosa ci riserva, se ha ancora senso parlare di lui oppure non ne ha più. Ne aspettavamo uno, in un giorno che fosse ovunque unico per tutti e da condividere malgrado il problema del lavoro, sempre più precario, instabile e non adeguatamente tutelato. Lo aspettavamo come i bambini con i regali di Natale perché la musica unisce, distrae e cerca di trasmettere speranza, soprattutto, a chi crede nel cambiamento e sa che arrendersi è sempre una sconfitta. Off Topic anche quest’anno ha rinnovato la sua presenza a Roma e ha deciso di raccontarvi in poche battute quella giornata.
Nella fumosa sala del Monk, dopo la degna apertura postrock melodica dei Malmö e qualche minuto di attesa, finalmente i Management del Dolore Post Operatorio salgono sul palco, carichissimi.
Si è svolto oggi presso il Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro l’incontro tra il direttore artistico del Festival d’Autunno, Antonietta Santacroce, e la stampa e le emittenti televisive e radiofoniche per la presentazione dell’ultimo evento della rassegna.
Come gustare un piatto raffreddato può aiutare ad apprezzarne meglio i sapori, così talvolta parlare di un evento a distanza di tempo può diventare un gesto provvidenziale, quasi catartico.
È una sorta di depurazione da tutte le negatività lanciate a caldo e sparate a zero. È un guardare alle cose positive che la fretta non fa vedere.
Se conoscete Gli amori difficili di Calvino, conoscete anche Tomagra, il fante del primo racconto che si trova in treno con una signora. In breve tempo si consuma un approccio sensuale che nasce e si chiude nel vagone di un treno, clandestinamente. Continua a leggere “Tomagra – de “Gli amori difficili” e non solo”→
Sono un abituée del Teatro dell’Orologio. Credo che a Roma sia uno dei pochi teatri con un cartellone sempre originale e di qualità, con gli occhi aperti su mondi che altri teatri tengono ben nascosti. Per me l’Orologio è sinonimo di ottimi spettacoli, quindi mi sono letteralmente scapicollata per vedere questo testo presentato come pasoliniano, basato su Affabulazione, Tutti i padri vogliono far morire i loro figli di Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi. Continua a leggere “Tutti i padri vogliono far morire i loro figli – troppo spesso si dice Pasolini”→