L I V E – R E P O R T
Articolo di Stefania D’Egidio
Per festeggiare i cinquantanni di carriera James Senese avrebbe meritato un Teatro Dal Verme stracolmo, ma si sa, mala tempora currunt, la pandemia ha reso necessario il distanziamento del pubblico e così ci si deve accontentare anche di una sala piena a metà. “Pochi ma buoni”, come si suol dire, ci sono i fedelissimi, quelli di una certa età, eppure anche tanti giovani in questa serata insolita, che offre per cena un bel concerto dal sapore agrodolce: da un lato la consapevolezza di essere di fronte a un mostro sacro della musica italiana, dall’altro la tristezza di sapere che probabilmente sarà l’ultimo spettacolo a cui si assisterà in questo sciagurato 2020. Il nuovo DPCM incombe infatti sulle nostre teste come una spada di Damocle: sono necessari sacrifici, dicono… peccato che a pagare sia sempre il settore della cultura, nonostante una macchina organizzativa perfetta del JazzMi; misurazione della temperatura all’ingresso? fatta, igienizzazione delle mani? anche, i posti sono distanziati, le mascherine le abbiamo, mancano solo gli attori principali, che arrivano sul palco poco dopo le 20.00.