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Remedio feat. Sergio Marchesini – Semillas (Gutenberg by Caligola, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Lucio Vecchio

Il chitarrista peruviano David Beltran Soto Chero, il giovane contrabbassista Alberto Zuanon e la cantante Laura Vigilante condividono la passione per la musica latino-americana partendo dalle tradizioni del passato fino al presente. Nasce così il trio Remedio: il fisarmonicista Sergio Marchesini, che per questa occasione era ospite speciale, si è appassionato al progetto, entrando poi stabilmente nel gruppo. Il disco, promosso da Caligola Records, è la registrazione di uno spettacolo live che il quartetto ha tenuto al Piccolo Teatro Tom Benetollo di Padova il 22 gennaio 2022: un’attenta selezione di dodici brani che percorrono le vie della musica sudamericana fra tradizione e contemporaneità. Il gruppo padroneggia in maniera magistrale le variazioni di accenti restituendo pienamente il clima di allegra malinconia che solo la musica latino-americana riesce a mescolare. La voce di Laura Vigilante si destreggia con le sonorità proposte dal terzetto di musicisti in un mix veramente azzeccato, anche grazie all’ottima registrazione.

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Stephan Micus – Thunder (ECM Records, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Riccardo Talamazzi

È un mondo insolito, quello abitato da Stephan Micus. Forse siamo noi a non accorgerci di quanto la realtà sia eterogenea e composita. Di certo, Micus, ”vecchio” hippy dalla pulsione errante mai sopita, mosso quasi da una genetica wanderlust che lo spinge a viaggiare nei posti più lontani, è da sempre alla ricerca soprattutto di suoni inusuali o comunque non cosi facilmente assimilabili e metabolizzabili dalla cultura occidentale. Dopo venticinque (25!!) album pubblicati a suo nome per ECM, il sessantanovenne musicista di Stoccarda è votato al suono della beatitudine, una musica ottenuta con strumentazione acustica, di tradizione antica, così radicata nei secoli in grado di condurre l’Autore al cospetto di un primitivo sapere, risultato forse d’un insieme di intuizioni che parte dalle radici dell’induismo per transitare attravero religioni e miti orientali, approdando poi, dopo un lungo e ricco viaggio, in Occidente. Micus viene a contatto non solo con le tradizioni e i miti dei paesi che visita, ma soprattutto con gli strumenti musicali che trova – quando non sono gli strumenti stessi a trovare lui! In questo suo ultimo lavoro, Thunder, dedicato alle minacciose divinità dei tuoni in cui hanno creduto – e credono ancora – molti popoli distribuiti dall’Asia all’Europa, Micus utilizza soprattutto tre strumenti particolari. Il primo, di provenienza himalayana, si chiama dung-chen, una sorta di tromba lunga circa quattro metri che viene usata nelle cerimonie buddhiste all’interno dei monasteri. Il secondo è il ki kun ki, uno strumento a fiato lungo un paio di metri, dal suono simile ad una tromba ottenuto soprattutto inalando aria più che soffiarla, costruito con un unico stelo ligneo che cresce in certe foreste siberiane – avrebbe mai potuto trovarsi dietro casa nostra? – ed il terzo è il nahkan, una specie di flauto di provenienza giapponese. Naturalmente questi non sono i soli mezzi che Micus padroneggia perché, oltre a servirsi di strumenti già collaudati, egli utilizza sovraincisioni della sua voce – e questa non è una novità nella sua discografia – riuscendo a creare effetti di canto ipnotici a richiamare a volte echi di formule sciamaniche e liturgiche. Certo Micus non è nuovo per Off Topic e se volete saperne di più potete consultare la recensione del suo disco dell’anno scorso, Winter’s end, che trovate qui. Tenete presente che comunque Micus suona tutto ciò che sia suonabile e gestisce in solitudine, attraverso opportune sovraincisioni, ogni strumento che potrete ascoltare in questo album.

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