Pelosi, cantautore emiliano classe 1984, esordisce con il suo primo lavoro da solista dopo molti anni di attività in svariati progetti musicali, che vanno dall’indierock post-antico dei Merovingi, alla canzone popolare, fino alle opere cantate per l’infanzia. Questo primo lavoro, intitolato Il rito della città, vedrà luce il prossimo 6 ottobre, ma intanto su Off Topic potete vedere in anteprima esclusiva il videoclip del primo singolo, O Morte.

O Morte, a metà fra l’incedere blues/wave della chitarra elettrica e le reminiscenze medievali delle parole cantate, è un’invocazione alla dea del cambiamento. Le voci che intonano quei versi reclamano una trasformazione profonda, mentre l’occhio spietato sul mondo descrive quel che la vita moderna esprime in questa ultima età del ferro.

Nel videoclip che accompagna il brano ritroviamo quello stesso occhio che, tramite una cinepresa analogica Super8, segue un bambino degli anni ’70 vestito del colore del sole in gita a Fiabilandia, uno dei luoghi di concentrazione della nostra epoca, dove il mercato si attacca ai sogni infantili creando quella speciale ambiguità magica che fa sembrare nebulosa e inafferrabile ogni nostra scelta.

Il contrasto tra il brano e le immagini all’inizio non è accogliente, man mano che il video procede, però, ci si ritrova assuefatti, come trasportati lungo un fiume da un cigno di plastica, complice della trasformazione inconsapevole che avvolge il nostro mondo.

O Morte, di contro, è un invito a prendere in mano le redini di quel cigno, e guidarlo fino alle viscere del sé.

Cosa dobbiamo aspettarci dall’album Il rito della città (prodotto da Rocco Marchi, ex Mariposa), dunque? Lo lasciamo dire alle parole dell’artista:

“Il mio album parla della città, luogo di partenza di un’indagine sentimentale e sonora che più che suggerita mi è stata costretta per diritto di nascita. Leonard Cohen cantava di non avere scelta, poiché nato con una “golden voice”. Più o meno allo stesso modo, nascere in una città di provincia, stretto fra due fabbriche e inondato di mitologie a basso prezzo (ma costosissime per l’anima), dall’osteria alla resistenza e dal cattolicesimo al mercato globale, non lascia scampo. Bisogna darsi da fare per raccogliere ciò che di vero esiste ancora in quel piccolo mondo nuovo che ci ha accolti. Si scopre così, non senza amarezza o rassegnazione, che esistono spiriti affini, che alcune mitologie sono ancora vive e concrete e che il viaggio, per quanto difficoltoso a arduo, esiste, si manifesta”.

Non vediamo l’ora di intraprendere il viaggio di Francesco Pelosi e di farlo nostro, filtrandolo attraverso i paesaggi delle nostre città.

Per saperne di più su Francesco, potete visitare il suo sito web oppure la sua pagina facebook.